Salute

Cure palliative, colpo di mano

La legge era pronta per essere approvata, ma il presidente Palumbo in persona la riscrive in una notte

di Sara De Carli

Che succede alla Camera? La legge sulle cure palliative, frutto del lavoro bipartisan durato più di un anno, condivisa, pronta per essere approvata (tutti si aspettavano che sarebbe stata licenziata nella seduta della Commissione Affari sociali del 25 maggio, ma poi era scomparsa dall’odg), è tornata in Commissione ma solo per essere stravolta.

La lettera

Tutto è iniziato con una lettera della Commissione Bilancio (“irrituale”, i presidenti si danno del “tu” e fa osservazioni di contenuto che esulano la questione finanziamenti) che di fatto critica l’istituzione di una rete nazionale di cure palliative, cardine della legge della Binetti, e dice che se proprio si vuole fare una rete, questa deve essere poco più che un quadro della situazione esistente, a costo zero per il bilancio pubblico. E che i costi per le cure palliative devono rientrare nel Ssn, senza oneri aggiuntivi. Cioè una legge a costo zero che aveva fatto infuriare il Pd: capitanati da Livia Turco, i deputati Pd mercoledì hanno lasciato l’aula.
Una notte di scrittura
Durante la notte Giuseppe Palumbo, presidente della Commissione Affari sociali, ha sostituito il relatore e scritto di suo pugno gli emendamenti alla legge, recependo le indicazioni di Giorgetti. Il nuovo testo è stato presentato ieri in Commissione.La rete nazionale per le cure palliative diventa “per le cure palliative e le terapie del dolore”, andando a includere anche altre voci di spesa. Cure palliative d terapie del dolore costiotuiscono obiettivi del Piano sanitario nazionale e dal 2010 la valutazione del rispetto dei livelli di assistenza in questo campo sarà vincolante per le regioni per accedere ai finanziamenti integrativi del Ssn. La rete nazionale si riduce a una “ricognizione” delle strutture esistenti (cosa che già si sa). Un decreto successivo istituirà i master in cure palliative a cui potranno accedere anestesisti, rinimatori, neurologi, oncologi, pediatri e geriatri. Il tutto con una copertura di 2 milioni 950mila euro: 450mila per il 2009, 900mila per il 2010 e 1.100.000 per il 2011 per il progetto Ospedale-Territorio senza dolore; 150mila per l’Osservatorio (erano previsti 500mila); 350 per campagne informative.
Per Maria Antonietta Farina Coscioni (Pd) è un “colpo di mano” che “stravolge” l’intero provvedimento. E pure Carla Castellani (Pdl) ha qualche preplessità: se la rete deve essere a costo zero, molte regioni non la faranno perché “non dispongono di risorse sufficienti”. Altri emendamenti potranno essere presentati entro il 23 giugno, ore 16.

FICP: «Legge stravolta»

“Molta preoccupazione”: con questo atteggiamento la Società italiana di cure palliative e la Federazione cure palliative guardano l’evoluzione del dibattito.  «Lo scontro sta prendendo una piega politica», denunciano in un comunicato congiunto, cosa che «ci spinge a ricordare a tutti che questa legge dovrebbe avere prima di tutto al centro l’interesse dei malati, almeno 250mila ogni anno».

Le due realtà, esperte nel settore, elencano poi una serie di paletti imprescindibili per una buona legge, tra cui c’è, al primo posto, la creazione della rete di cure palliative, smantellata dagli emendamenti di Palumbo. «Ribadiamo questi punti perché ci sembra che i nuovi emendamenti al ddl stravolgano il testo unificato e contraddicano lo spirito bipartisan che aveva caratterizzato fino ad ora il provvedimento».

Di pochi giorni fa era invece una buona notizia sul tema: il vice ministro Fazio ha firmato un’ordinanza che semplifica la prescrizione di farmaci contro il dolore e oppioidi: basta la semplice ricetta (leggi qui).


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