Diritti negati
Cure palliative: ancora solo uno su tre vi accede
Forti disparità tra regioni e tra aree del paese e la mancanza di specialisti sono alcuni dei problemi principali alla soddisfazione di un bisogno clinico e assistenziale in crescita e cui si potrà rispondere solo con il contributo del terzo settore, secondo la Federazione cure palliative
L’11 novembre, giorno di San Martino, si celebra nel nostro paese la Giornata nazionale delle cure palliative. Il punto di congiunzione sta nell’etimologia del termine: il mantello deriva da pallium in latino, quindi pallio, da cui deriva la dicitura “palliative” per indicare le cure rivolte ai malati inguaribili. La celebre leggenda del mantello racconta che Martino, ancora soldato di ventura e già descritto come uomo generoso verso i più deboli, taglio metà del suo mantello per darlo a un povero viandante sfinito dal freddo e dalla stanchezza. Il mantello è anche il simbolo del prendersi cura delle persone in stato di fragilità, come quelle affette da malattie non guaribili.
Nel nostro Paese, l’accesso alle cure palliative è un diritto sancito dalla Legge 38 del 2010 e circa 500mila adulti ogni anni ne avrebbero bisogno. Con l’aumento delle patologie croniche e l’invecchiamento della popolazione, una quota crescente della popolazione necessiterà di cure di fine vita. Eppure, ancora oggi solo una persona su 3 vi accede, una percentuale che scende al 18% nel caso dei minori e con forti disparità tra Regioni, con marcate differenze tra nord e sud Italia. Secondo una recente indagine della Sicp, mancano all’appello più del 50% dei medici palliativisti e oltre due terzi degli infermieri per l’assistenza di cure palliative specialistiche domiciliari.
«Questa ricorrenza è un’occasione importante per riportare all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni il valore del prendersi cura e ribadire quanto il paradigma delle cure palliative impatti positivamente sulla qualità di vita, migliorandola per il malato e per chi lo aiuta e preservandone la dignità fino alla fine» commenta Tania Piccione, Presidente della Federazione Cure Palliative, ente al quale sono affiliati 108 ETS che insieme esprimono oltre 5000 volontari su tutto il territorio nazionale «Nonostante la legge 38 del 2010 riconosca il diritto alle cure palliative, il cammino per garantirne l’accesso universale è ancora lungo e richiede una cooperazione sempre più stretta tra Governo, strutture sanitarie pubbliche e Enti del Terzo Settore. Nessuna istituzione, infatti, è in grado di rispondere da sola ai crescenti bisogni clinici, assistenziali e d’inclusione sociale nell’ambito di una società che si presenta in situazione di profondo mutamento. Il terzo settore si configura come attore privilegiato per promuovere un sistema sanitario equo e umano, in grado di rispondere ai bisogni di ogni cittadino, soprattutto nei momenti più delicati della vita».
Per celebrare la Giornata, sensibilizzando sul tema cittadini e istituzioni, Federazione Cure Palliative propone quest’anno una campagna di comunicazione social basata su di un video che riassume la situazione nel nostro Paese.
Foto del National Cancer Institute su Unsplash
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