Salute

CURE PALLIATIVE/1. Binetti (Pd), dov’è finito il ddl?

Il sospetto della deputata Pd I malati terminali non votano, forse per questo è stato dimenticato…

di Redazione

«Dove è finito il ddl sulle cure palliative, sul quale c’è stata la più ampia convergenza tra le forze politiche, tanto che era stato calendarizzato per l’Aula lo scorso 25 maggio?». I deputati del Pd Paola Binetti, Marco Calgaro e Donato Mosella denunciano che «il disegno di legge è scivolato nel dimenticatoio. Migliaia di malati in tutta Italia stanno aspettando di avere le cure necessarie per affrontare in modo adeguato la terapia contro il dolore e così altrettanti pazienti per cui le terapie disponibili sono del tutto inefficaci. Ma questo Governo, dopo aver preso posizione a favore della vita in molte e drammatiche circostanze, ora rischia di ridurre a sterili proclami le sue affermazioni, perché di fatto nulla sta facendo per venire incontro alle persone la cui vita sembra avviata a breve verso il suo capolinea».

La legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento, passata al Senato dopo un dibattito forte ed aspro, garantisce continuano i deputati Pd «politiche sociali ed economiche volte alla presa in carico del paziente e della loro famiglia (art 1, 2) e, come tutti sanno, la disponibilità e l’efficacia della rete di cure palliative e delle terapie contro il dolore, rappresentano uno dei deterrenti più importanti per prevenire la richiesta eutanasica, così come si afferma all’art. 1, e del ddl sulle DAT. Il silenzio del governo sulle possibilità effettive di finanziare adeguatamente la legge sulle cure palliative apre seri dubbi sulla sua volontà concreta di concludere l’iter della cosiddetta legge sul testamento biologico. Non vorremmo che questo mancato impegno rappresenti un cambiamento di rotta anche per quanto si riferisce al ddl sulle DAT. Sappiamo che nella maggioranza ci sono dubbi ma non intendiamo associarci a questo modo ambiguo di gestire la tutela della vita: si a parole e assai meno nei fatti. Né ci sembrerebbe corretto aver introdotto i due ddl in una sorta di tunnel pre-elettorale per non evidenziare divisioni e spaccature nella maggioranza: conosciamo bene quelle che ci sono nel Pd, e da sempre ci siamo schierati a favore di un ddl che ribadisca senza dubbi e senza incertezze la tutela della vita anche per i pazienti in stato vegetativo. Ma la maggioranza e il suo Governo ci stanno sorprendendo ogni giorno di più su questo fronte. Questi malati probabilmente non voteranno, molti di loro non sono in grado di farlo, e non vorremmo che per questo le loro voci restassero inascoltate…».


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