Welfare
Cure e farmaci in un clic
Un video che segnala le diverse fasi della malattia, colloqui in rete con medici e infermieri. Pronti a intervenire per alleviare le sofferenze di chi è inguaribile. Ecco il progetto, nato in Vatic
di Marco Piazza
Non ci sono dubbi: dire cancro, ultimamente, equivale a dire Di Bella o somatostatina. Chi crede nella cura del professore modenese tenta disperatamente di acquistare il farmaco da lui prescritto, gli altri continuano con radio e chemioterapia. E molti di questi continuano a morire, il più delle volte in tristi stanze d?ospedale, senza il conforto e il calore che possono dare la propria casa e la vicinanza dei parenti. Per loro, per i cosiddetti malati terminali, c?è adesso qualcuno che fa qualcosa di concreto. È la Fondazione Vaticana Maruzza Lefebvre D?Ovidio, costituita nel 1993 ed operante grazie al reddito dei soci e degli amici fondatori e alle erogazioni liberali, che ha recentemente presentato un progetto di assistenza domiciliare. L?iniziativa, (per la sua presentazione è stata aperta per la prima volta ad un pubblico ?laico? la Sala stampa del Vaticano) consiste nella creazione di una rete telematica che collega 24 ore su 24 i pazienti con le strutture sanitarie. Parte della presentazione ha riguardato poi il progetto Hospice: si tratta di un domicilio assistito da un?equipe medica e infermieristica, necessario quando si voglia dare sollievo alla famiglia, o per tenere meglio sotto controllo un paziente con difficoltà logistiche. Ma l?assistenza fornita dalla Fondazione Lefebvre, come ha detto nella relazione introduttiva il suo presidente Joaquin Navarro Valls, portavoce di Papa Giovanni Paolo II, non si limita all?assistenza terapeutica, accanto alla quale deve intensificarsi l?assistenza spirituale per il malato e i suoi familiari.
Ma vediamo nel dettaglio come, secondo i promotori dell?iniziativa, è possibile migliorare la qualità della vita del malato terminale di tumore. Una missione di straordinaria importanza se si pensa che in Italia vengono diagnosticati circa 270 mila nuovi casi di tumore ogni anno e 160 mila sono i decessi per questa malattia. La rete telematica, creata per la Fondazione dalla società Aem Acotel in collaborazione con Telecom, è distribuita geograficamente sul territorio. Vi accedono, attraverso dei terminali installati nei rispettivi domicili, tutti i pazienti, i cui dati vengono inviati a centri operativi fissi e a loro volta coordinati dal centro telematico gestionale della Fondazione. Il paziente e i suoi familiari avranno a disposizione una pulsantiera in cui ogni tasto rappresenta un determinato stato di sofferenza. Questa struttura consente al servizio assistenza di avere in qualunque momento della giornata un quadro completo delle condizioni del degente, di organizzare l?assistenza in base alle esigenze, di somministrare medicinali e, ove necessario, di inviare in loco personale infermieristico. E i pazienti a casa saranno continuamente in contatto con medici e, eventualmente, anche con altri pazienti in una sorta di ospedale virtuale. Il modello Hospice, che come avviene nel resto d?Europa, può essere applicato per quel 30 per cento di pazienti che per l?aggravarsi della patologia non possono restare a casa, rappresenta un?efficace via di mezzo tra l?assistenza a domicilio e quella in ospedale. La Fondazione Lefebvre sta mettendo in cantiere mini appartamenti dove il malato potrà essere costantemente assistito, senza peraltro dover rinunciare alla sua privacy.
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