Mondo

Cuneo, Lvia: basta con gli stereotipi sull’Africa

E' il messaggio in chiusura del Forum Lvia, una organizzazione non governativa italiana presente da 40 anni nel continente africano.

di Emanuela Citterio

«Dobbiamo smetterla di parlare di Africa come una cosa unica. L?uso del plurale è d?obbligo per descrivere un continente grande 80 volte il nostro paese composto da 48 stati con caratteristiche che vanno dai sistemi socio- economici prevalentemente agricoli, a quelli che fondano la propria struttura sulle risorse petrolifere, fino a paesi come il Sudafrica, che si è avviato verso un più moderno modello di sviluppo». A lanciare il messaggio è il Forum organizzato da Lvia, ong da 40 anni opera in Africa, che si è svolto dall’8 al 10 dicembre a Cuneo.

“Qual è oggi il nuovo volto dell?Africa a fronte dei cambiamenti sociali ed economici portati dalla globalizzazione e su quali binari dovranno correre le nuove vie per creare un società più giusta e solidale? Qual è il significato attuale della dottrina sociale della Chiesa, che quarant?anni fa ispirò la nascita della LVIA e il suo cammino insieme alle popolazioni povere del cosiddetto Terzo Mondo?”, sono le domande poste dal Forum.

Molti gli spunti di riflessione portati dal prezioso contributo dei relatori, tra i quali Sanguini, Direttore Generale per l?Africa sub-sahariana presso il Ministero Affari Esteri, il giornalista Quirico e Savino Pezzotta, ex Segretario Generale della CISL e oggi Presidente del Consiglio Italiano Rifugiati, oltre a rappresentati del territorio impegnati nella solidarietà internazionale.

«Le nuove urgenze della realtà africana sempre più devono tenere conto degli inarrestabili fenomeni migratori verso i paesi industrializzati» ha detto il presidente Lvia Sandro Bobba, «di un sistema economico basato unicamente sulla crescita del reddito e non su quella della persona, di politiche internazionali dettate dagli interessi dei potenti a scapito delle popolazioni più deboli e che hanno come risultato quello di ridurre il numero dei ricchi ed aumentare quello dei poveri».

“Per affrontare efficacemente queste nuove sfide globali è necessario cooperare insieme” si legge in un comunicato del Forum. “Il termine tecnico più volte citato nel corso dei lavori è ?fare rete?: mettere insieme tante teste, condividere energie e risorse trovando dei punti di incontro fino a costruire un tessuto dalle maglie fittissime, dove ognuna è indispensabile e complementare alle altre, e permette di dare più forza all?azione finale. A partire dalle proprie radici sul territorio, ampliando le reti con le comunità di immigrati e costruendo legami radicati nei paesi africani”.

“Il Forum ha rappresentato l?occasione per riflettere su cosa significa oggi essere un?associazione d?ispirazione cristiana” conclude Lvia. “Quarant?anni fa Paolo VI promulgava la Populorum Progressio, l?enciclica per lo sviluppo dei poveri, enunciando i principi dell?azione sociale della Chiesa. Con il contributo di don Aldo Benevelli, che nel 1966 fondò la Lvia su questi valori e di Monsignor Nervo, che per molto tempo è stato Direttore della Caritas Italiana, si è sottolineata la straordinaria attualità dell?enciclica, che denuncia le ingiustizie sociali e promuove uno sviluppo incentrato sulla dignità della persona umana e su una società globale improntata sul valore della solidarietà. La Lvia esprime il suo essere associazione fondata sui valori evangelici promuovendo questo tipo di sviluppo, attento a tutto gli aspetti dell?individuo e che renda l?uomo protagonista. Lavorare con gli africani e non per gli africani. E lavorare insieme a tutti gli uomini di buona volontà che, credenti e non, condividono questi stessi valori”.

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.