Cultura

CULTURA. Morto a Parigi Olivier Clément

di Riccardo Bonacina

Ieri a Parigi è morto un grande intellettuale cristiano ortodosso, un amico e maestro. Sono sue alcune delle letture più belle della mia giovinezza (Riflessioni sull’uomo, Il senso della terra, Il volto interiore, La rivolta dello spirito, tutti da Jaca Book). E l’incontro con lui è stato uno dei più illuminanti della mia vita. Ci incontrammo a Parigi per una lunga intervista sull’amore, su eros e agape, a casa sua. Una casa che nella memoria rimane in me come esempio di casa cristiana nella modernità, con un luogo per la preghiera e con un respiro insieme spirituale e concretissimo (sino nei particolari) che coinvolgeva tutti, la moglie, i figli, gli ospiti. E parlammo a lungo del 68, della religione, della cultura. Da allora, Clément rimase sempre uno dei miei interlocutori privilegiati quando avevo la necessità di capire di più, di dare respiro alle riflessioni nervose cui costringe il lavoro giornalistico.

Del resto il cuore della riflessione di Clément è stata proprio la questione del rapporto tra cristianesimo e modernità, una riflessione che ha attraversato tutte le questioni: dall’ateismo al posto del corpo, dal problema della morte al legame perduto con il cosmo, dalla terra alla bellezza.

Clément aveva 87 anni. Ne ha dato notizia ieri sera il “Service orthodoxe de presse”, Sop, che lo presenta come “uno dei testimoni più significativi dell’ortodossia in Occidente nella seconda metà del 20° secolo”. Ed aggiunge: Olivier Clément “è stato colui che, senza dubbio, ha saputo mostrarsi sempre attento agli interrogativi della modernità, che ha cercato di affrontare attraverso una riflessione potente e poetica, radicata nella tradizione del Chiesa, ma al tempo stesso creatrice e innovativa”. Nato nel 1921, Olivier Clement ha dedicato gran parte della sua vita e della sua ricerca per facilitare l’incontro tra l’Oriente e l’Occidente cristiani. E’ stato un uomo di dialogo, e come tale interlocutore di diverse personalità spirituali del nostro tempo: dal Patriarca Atenagora a papa Giovanni Paolo II al fondatore della comunità ecumenica di Taizé, frère Roger con i quali era legato da rapporti di fiducia e di amicizia. Nel 1998, fu scelto da Giovanni Paolo II per scrivere le meditazioni che furono lette quell’anno durante la via crucis del Venerdì Santo al Colosseo. 

Ci si vede Olivier.


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