Economia

Cultura lavoro e giovani: chiavi per far ripartire l’Italia?

Tanti i segnali che da più fronti invitano a credere nel connubio positivo tra cultura e lavoro. In Calabria un bando rivolto a disoccupati e a chi percepisce ammortizzatori sociali in deroga: obiettivo inserirli nel sistema dei beni archeologici, ma anche uno dedicato alle associazioni giovanili. Il pensiero dell'assessore regionale alla Scuola, lavoro, welfare e politiche giovanili

di Federica Roccisano

Mai come in questo anno in Italia stanno arrivando da più fronti, segnali che ci inducono a pensare, o meglio a credere nuovamente, nel connubio positivo tra cultura e lavoro, un connubio che secoli fa aveva portato una forte iniezione di sviluppo nel nostro Paese e che finalmente sta ritornando di moda.

Qualche giorno fa all’Assemblea Nazionale di Confindustria al fianco del presidente Bocci oltre al ministro per lo Sviluppo Economico, era seduto il ministro dei Beni Culturali e Archeologici e Turismo, segno di un interesse reale verso il mondo della cultura anche da parte delle imprese. Anche le start-up innovative si stanno interessando al settore con proiezione di mondi virtuali e utilizzo di tecnologie avanzate per ricostruire reperti in disuso, a dimostrazione ulteriore di come siano molte e diverse le professionalità che possono lavorare in questo settore.

E quanto ancora si potrebbe fare o meglio cosa si potrebbe ottenere ancora da una proficua collaborazione tra le aree? In Calabria stiamo lavorando per una sinergia reale tra i due mondi che coinvolga principalmente i giovani. In questo modo ci rivolgiamo ad una categoria che per anni ha vissuto in una regione con un patrimonio culturale immenso, ma mantenendo i dati relativi alla povertà educativa pericolosamente alti. Ed è davvero un controsenso pensare che questi dati possano descrivere la terra che ha ospitato dalle lezioni matematiche di Pitagora a Crotone alle poesie di Nosside a Locri, passando per Cassiodoro alle lezioni filosofiche di Telesio o Campanella, fino ad arrivare ai dipinti di Mattia Preti o agli scritti di Corrado Alvaro. È evidente quindi che oltre alla povertà culturale, abbiamo un problema di non conoscenza di quello che si ha intorno e di quella che è anche la propria identità regionale.

Abbiamo quindi pensato di sfidare i giovani e di invogliarli a “riscoprire” la loro storia, indagando sulle proprie radici e facendolo dai luoghi significativi conosciuti a da conoscere ancora. Questa rinnovata conoscenza li potrebbe portare a diventare dei ciceroni del loro territorio e di fatto dei giovani promoter della loro terra. Questa idea sta infatti alla base del bando che abbiamo ritagliato per le associazioni giovanili calabresi, cogliendo l’opportunità date dal Fondo delle Politiche per la gioventù nazionale, e generando anche occasioni di lavoro per i tanti educatori e formatori che lavorano nelle associazioni del settore.

Se da un lato si è deciso di andare alla ricerca di nuove storie e nuovi luoghi, dall’altro abbiamo dovuto fare i conti con una realtà fatta di beni archeologici poco curati o peggio di strutture che rischiavano la chiusura per assenze di personale per la guardiania. E anche in questo caso si è deciso di sfruttare il binomio cultura/lavoro seguendo il metodo del Mibact che su questo ha fatto scuola. È partito così un bando per la selezione di disoccupati e percettori di ammortizzatori sociali in deroga per inserirli nel sistema dei beni archeologici di competenza della Soprintendenza Mibact, dando così occasioni di lavoro a una categoria delicata e difficile come quella dei percettori di ammortizzatori sociali ma anche ai laureati in architettura, in archeologia e nelle materie affini al settore che avranno così la possibilità di lavorare nella propria regione.

Assessore alla Scuola, lavoro, welfare e politiche giovanili – Regione Calabria (in apertura nella foto)

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