Sostenibilità
Cultura ambientale Questa sconosciuta
Sull'ambiente il governo berlusconi è intervenuto eccome. eppure non ci sono registrate reazioni indignate come in altri ambienti. forse allora non è colpa di chi fa le leggi...
di Redazione
La legislatura che si è da poco conclusa ha profondamente modificato le norme in tema di giustizia, comunicazione televisiva, telefonia, scuola. Ma ha anche proposto un radicale cambiamento della Costituzione su cui tutti saremo presto chiamati ad esprimerci. Mentre questi argomenti sono stati al centro del dibattito e sono divenuti di dominio pubblico, non altrettanto può dirsi in campo ambientale. Pochi italiani sono a conoscenza del fatto che anche l?ambiente è stato un àmbito di trasformazioni radicali. Ne potete leggere la portata e gli effetti negli interventi di Gianfranco Amendola, Salvatore Settis e Vittorio Emiliani che ospitiamo in questo numero di Ecomondo.
La legge delega in campo ambientale approvata il 10 febbraio dal Consiglio dei ministri in via definitiva (una legge puntualmente messa in discussione dalla Commissione europea su sollecitazione del WWF) è solo l?ultimo atto di una serie di interventi normativi. Opere pubbliche, valutazione di impatto ambientale, decreti per sbloccare nuove centrali elettriche, alienazioni dei beni dello Stato, codice dei beni culturali e paesaggio, condono edilizio, sanatoria, rifiuti. A questo lungo elenco vanno aggiunti i temi della legge delega: tutela delle acque e dell?aria, gestione rifiuti e bonifica dei siti inquinati, tutela risarcitoria contro i danni all?ambiente, ecc.
Bisogna anche considerare, in questa profonda riscrittura di tutta la normativa, anche le riorganizzazioni dei ministeri dell?Ambiente e dei Beni culturali e una lunga serie di nomine in cui il segno politico (del quale non ci scandalizziamo affatto, visto che anche nei governi precedenti lo stile era questo) ha prevalso come non mai l?elemento delle competenze e delle conoscenze.
Spostamento di valori
Non si tratta solo di un problema ambientale, tanto meno solo di un problema legislativo, bensì di un vero e proprio spostamento di valori che trova origine nella società prima ancora che nelle istituzioni. I governi Berlusconi non hanno fatto altro che rappresentare una percezione del bene e del valore ambiente per quello che è percepito dall?opinione pubblica. Se così non fosse, ben altra indignazione ci sarebbe stata rispetto alle modifiche normative in campo ambientale, al pari di quella che si è vista per le modifiche apportate in altri ambiti.
Così non è stato e addirittura l?opposizione, che certo ha colto in molti temi elementi di battaglia politica, non ha saputo individuare nelle tematiche ambientali quell?ambito di valori a cui è legata la qualità della vita di tutti i giorni, oltre che la possibilità di sopravvivenza dei sistemi naturali.
Con le dovute eccezioni, anche i leader dell?opposizione sono stati silenti. Ad esempio sulla legge delega non sono riusciti ad elevare il livello del confronto politico dando alla questione ambientale l?importanza e la dignità che essa merita.
Parliamo ad esempio di energia e clima: stiamo assistendo a un nostalgico richiamo all?energia nucleare, mentre si punta sul rilancio del carbone piuttosto che sulle energie rinnovabili. In Italia i consumi di energia continuano ad aumentare e con questi crescono le emissioni di gas serra: la CO2 (anidride carbonica) ha già superato di oltre il 12% i livelli di emissione del 1990, allontanandosi dall?obiettivo fissato dal Protocollo di Kyoto che per il nostro paese prevede una riduzione del 6,5%. Questi dati denotano l?assoluta incoerenza delle politiche energetiche con l?obiettivo di riduzione fissato. Una incoerenza che non solo espone l?Italia al rischio di pesanti penalità economiche ma rischia di far restare indietro il paese proprio sul terreno della ricerca e dell?innovazione nel campo dell?efficienza energetica e delle fonti rinnovabili.
L?Italia sconta la cronica assenza di politiche improntate a una seria pianificazione energetica: prova più evidente di tutto ciò è l?assenza di un vero e proprio Piano energetico nazionale. Così, mentre la comunità scientifica internazionale continua a segnalare la necessità di agire rapidamente per invertire il pericoloso trend delle emissioni di gas responsabili dell?effetto serra, l?Italia va nella direzione opposta.
Un quadro d?insiemePer avere un quadro d?insieme, ma soprattutto per avere esattamente cognizione di quello che è successo al fine di potervi porre rimedio, il WWF ha voluto pubblicare tutti gli interventi e tutte le osservazioni che a tempo e modo debito sono state rappresentate alle istituzioni durante questa legislatura. Ne è venuto fuori un vero e proprio Libro bianco (si veda box sopra) che riassume i pesantissimi interventi che questo governo ha fatto in campo ambientale.
Il testo, edito dalle Edizioni Ambiente, non è solo una elencazione di casi, di leggi, di fatti istituzionali, ma anche una riflessione proprio sullo spostamento di valori che ha modificato la percezione e il rispetto di principî giuridici e scientifici. Lo sforzo che il WWF sta facendo è quello di ancorare il dibattito sui temi ambientali ai principî della Costituzione, dell?Unione europea, ai riferimenti scientifici consolidati. Una nuova stagione politica deve obbligatoriamente riconsiderare alcune scelte che sono state fin qui operate e la speranza che si esprime è che il nostro paese lo faccia prima che l?Unione europea ci costringa a farlo. Perché ciò avvenga occorre comunque ripartire da un dato culturale ed avere la disponibilità a un confronto sui temi ambientali che purtroppo è mancata negli ultimi anni.
Cinque anni in un libro bianco
Si intitola Politica e ambiente: bilancio della legislatura 2002-2006. é il libro curato da Gaetano Benedetto di WWF Italia, edito da Edizioni Ambiente, in uscita a fine febbraio, che raccoglie gli interventi e le osservazioni rappresentate alle istituzioni durante la legislatura appena conclusa.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.