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Cultura

Tremonti “distruttore” del patrimonio artistico e museale del Belpaese con i tagli alla Finanziaria? E se questi tagli fossero intrinsecamente giusti?

di Alter Ego

Si dice che i tagli alla cultura, decisi dalla Finanziaria, minino la cultura stessa. Si dice che il ministro Tremonti stia distruggendo il patrimonio artistico, museale, teatrale, accademico, filmico del Belpaese. E chi più ne ha più ne mette, in un girotondo di lacrime, anatemi, minacce di scioperi.
Il problema, a nostro avviso, è mal posto. Le risorse disponibili sono scarse per natura da sempre. è ovvio che in una scala gerarchica dei tagli il budget per la cultura sia quello più tartassato, sicuramente più della sanità, dei trasporti. Perché? Perché nell?Italietta famosa nel mondo per arte, tecnologia, design (non per i migliori ospedali, la più efficiente burocrazia) il mantenimento dei posti di lavoro della burocrazia è più importante dell?ammirazione dell?Ultima cena. Perché nel nostro modo di pensare, un paio di scarpe vale più di un romanzo. Ciò non è colpa (o merito) di Tremonti, ma della nostra, modesta, cultura. Tagliare i fondi a questo tipo di cultura, dove le università hanno avuto bisogno di una legge per limitare le spese di al 90% dell?erogazione statuale (senza misurare il rapporto tra erogazione e ricerca, tra stipendi e produzione scientifica), questa cultura dove i musei sono organizzati non per i milioni che dovrebbero visitarli, ma per i quattro custodi che devono lavorarci, non è solo giusto, in senso morale. È anche sensato in senso finanziario. Senza un cambiamento, la
cultura non sarà mai una risorsa ma un lusso. Da tagliare (giustamente) nei periodi neri per comprare il pane.

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