Cuba: una legge restrittiva su Internet che viola i diritti umani

Cuba ha varato in questi giorni una nuova legge che consente l’accesso a Internet solo a coloro che possono pagare il collegamento in dollari americani e siano espressamente autorizzati, come le imprese riconosciute ufficialmente e le sedi governative. La risoluzione 180/2003, in vigore da sabato scorso, intende assestare un duro colpo soprattutto al ?mercato nero? fiorito attorno alla rete e ?regolare le connessioni, proteggere le password degli utenti, limitare l’azione dei malintenzionati così come l’uso fraudolento e non autorizzato del mezzo?. Si tratta di una normativa – osserva in una nota Amnesty International – che restringe ulteriormente la libertà di espressione e informazione dei cubani. “Queste nuove misure, che colpiscono l’utenza ‘non ufficiale’ di Internet, costituiscono un ulteriore tentativo di escludere la popolazione cubana dall’accesso a idee alternative e a spazi in cui discuterne” si legge nel comunicato divulgato dall?organizzazione a tutela dei diritti umani. “La legge, approvata al termine di un anno di dura persecuzione che ha significato il carcere per 75 attivisti, colpevoli solo di aver espresso in maniera pacifica le proprie opinioni, dà al governo un altro strumento per punire coloro che lo criticano e reprimere il dissenso”. Amnesty teme inoltre che le nuove misure siano mirate ad impedire le verifiche sulla situazione dei diritti umani nell?isola caraibica, attraverso la limitazione del flusso di informazioni verso l’estero. ?Il governo dell’Avana deve rinunciare a misure illegittime per limitare la libertà di espressione e di informazione e deve conformare la propria legislazione agli standard internazionali sui diritti umani, una volta per tutte”