Mondo

Cuba e Colombia? “L’inferno per i giornalisti”

La denuncia sui Paesi più a rischio per la libertà di stampa arriva da Reporter senza frontiere, nel giorno in cui a S. José de Costa Rica apre il 14esimo summit ispano-americano

di Paolo Manzo

Cuba e Colombia sono ”l’inferno per i giornalisti”. La denuncia sui paesi ispano-americani più a rischio per la libertà di stampa arriva da Reporter senza frontiere, nel giorno in cui a San Josè (Costa Rica) si è aperto il 14esimo summit. In un anno, riferisce l’associazione, nei 21 Stati membri della comunità ispano-americana stati uccisi 11 giornalisti, 24 sono stati indagati e altri 336 sono stati aggrediti o minacciati. Il numero di giornalisti prigionieri ammonta invece a 26 e sono tutti detenuti a Cuba, dove ”il potere di Fidel Castro continua a mantenere il suo monopolio sull’informazione”. Nell’ultima classifica mondiale della libertà di stampa pubblicata da Reporter senza frontiere, Cuba arriva in penultima posizione (166ma), davanti alla Corea del Nord, mentre la Colombia figura al 134mo posto. Reporter senza frontiere chiede ai capi di Stato che partecipano al Summit di ”intervenire in favore della liberazione dei 26 giornalisti prigionieri presso il loro omologo cubano presente a San José”. L’organizzazione internazionale per la difesa della libertà di stampa chiede anche di intervenire presso il presidente colombiano Alvaro Uribe affinché ”la lotta contro l’impunità degli assassini di giornalisti diventi una sua priorità”. ”Il Summit ispano-americano deve difendere i valori che pretende di incarnare”, ha dichiarato Reporter senza frontiere. Nella Dichiarazione finale di Santa Cruz, nel novembre dello scorso anno, i 21 capi di Stato e di governo presenti al Summit precedente avevano riaffermato la volontà di incoraggiare ”la promozione e la protezione dei diritti umani”.


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