Non profit

Ctg, l’agenzia del buon viaggio

Associazioni. Il Centro turistico giovanile a congresso. Si sceglierà anche il nuovo presidente

di Sara De Carli

I l mondo è come un libro, e chi non viaggia ne vede solo una pagina. L?ha detto sant?Agostino, in un?epoca in cui viaggiare era un?impresa. Il Centro turistico giovanile ne ha fatto il suo motto, quasi 1600 anni dopo, muovendo ogni anno 50mila soci e almeno altrettanti utenti, giovani e non solo. 156 case vacanza sparse in tutta Italia e 200 gruppi locali, il centro fondato nel 1949 da Carlo Carretto si appresta ora a rinnovare il suo gruppo dirigente, all?interno di un congresso nazionale dedicato a Turismo, tempo libero, tempo di vita. Il presidente uscente, Alberto Ferrari, lascia dopo due mandati e otto anni di servizio: è un veneto di 52 anni, arrivato al Ctg da ragazzo, attraverso l?Azione Cattolica. «Volevo solo andare in vacanza in montagna», dice, «poi un giorno mi sono svegliato che ero presidente di Ctg». Vita: Come definisce il turismo proposto da Ctg? Alberto Ferrari: A misura di persona. Per noi i turisti non sono pacchi da spostare da un luogo all?altro, ma persone da accogliere e accompagnare. Infatti noi non siamo un?agenzia di viaggi, somigliamo di più a un?agenzia educativa. Ci interessa di più formare le persone sul senso del turismo attento alla persona piuttosto che compilare itinerari con cui ingrassare il nostro carnet. Tra il Centro di formazione permanente a Verona e l?Accademia nazionale di formazione di Fiesole, ogni anno prepariamo 300 persone in più. Vita: Li formate a cosa? Ferrari: A pensare un itinerario o un soggiorno che non sia fine a se stesso, ma nasca e cresca dentro un disegno di conoscenza di ambienti, popoli, culture, territori. I viaggi non li decidiamo a Roma, nascono dai vari gruppi locali: è il gruppo che crea il viaggio, lavorandoci sopra anche un anno, documentandosi, incontrando testimoni, scartando le proposte più consumistiche. Da noi non si compra un pacchetto viaggio, lo si fa. E non si portano a casa diapositive ma incontri e sentimenti. Vita: Non è un po? noiosa la pretesa di volere educare la gente persino in vacanza? Ferrari: Guardi che noi andiamo in pellegrinaggio ma anche a Sharm. Ormai però il tempo libero non è più un tempo vuoto, il semplice tempo del non lavoro. Per questo è importante che il tempo libero sia riempito di contenuti che parlano alla totalità della persona, che ci mettano in relazione con gli altri, La gente non vive più il turismo come uno ?staccare la spina?. Per questo negli ultimi anni siamo cresciuti parecchio, perché è aumentata la consapevolezza. Vita: Ci descrive un viaggio? Ferrari: Bastano tre s: socialità, sostenibilità, solidarietà. Sociale perché il turismo deve favorire l?incontro tra i viaggiatori e tra questi e chi le accoglie. Sostenibile perché deve essere non invasivo rispetto alla realtà che incontra. Solidale perché deve favorire il nascere di rapporti alla pari. Le faccio un esempio concreto: da noi non troverà mai la cavalcata folcloristica dei berberi-comparse, però c?è la possibilità di vivere in tenda con loro. Vita: Le prossime sfide? Ferrari: Portare qui in Italia gli stessi criteri di turismo responsabile che già applichiamo nei viaggi. Sostenibilità è anche non spennare i turisti, non pretendere di guadagnare in due mesi per dodici. Ha visto come si sono rimpicciolite le camere degli alberghi? Così una famiglia è obbligata a pagarne due. Noi invece il terzo letto lo mettiamo, e spesso anche il quarto.


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