Non profit
Csv, una bussola per orientarsi
I Centri di servizio per il volontariato restano gli enti cui gli amministratori possono rivolgersi per venire a capo delle complicazioni legislative.
Ho fondato con amici un?associazione (statuto conforme alla 383, registrazione all?Ufficio del registro, libro soci e via dicendo). Vorremmo tra le altre cose aprire una sorta di bar per gli studenti iscritti, in base a quanto previsto dal dpr 235. In prima istanza avevamo pensato di rivolgerci a un?associazione nazionale, poi ho scovato questa legge e da allora è invalso in noi il desiderio di fare da soli. Ci sono leggi successive ostative rispetto a questa possibilità? Sapete a chi potremmo rivolgerci per avere altre informazioni sulle associazioni come la nostra?
L.G. (email – Vercelli)
Sono un ispettore di polizia e vorrei creare, insieme ad alcuni colleghi, un?associazione non profit rivolta ai giovani del mio quartiere (rione di Palermo alquanto disastrato sotto l?aspetto dei servizi sociali) per fini culturali-sportivi-ricreativi. È possibile avere notizie o documentazione sull?iter da seguire per la creazione dell?associazione o in alternativa a chi o dove potrei rivolgermi nella città di Palermo per ricevere assistenza?
(email – Palermo)
Cerchiamo di rispondere assieme ai due quesiti. Il plurale (“cerchiamo di rispondere ?”) non è maiestatis, ma riprende l?ispirazione di questa pagina destinata, è bene ricordarlo, non a super esperti o amministratori di multinazionali, bensì a umili e decisi gestori di enti non profit.
Nel primo quesito salta all?occhio un errore così marchiano che ha fatto correre il rischio del cestinamento del quesito. Manca l?anno di promulgazione della legge!
Avvisato in vacanza del quesito ho sentito alzare la febbre e il panico. Poi ho scoperto nelle pieghe della memoria, con conferma successiva dell?indice delle suddette raccolte di leggi, che si trattava del dpr 235/01, ?Regolamento recante semplificazione del procedimento per il rilascio dell?autorizzazione alla somministrazione di alimenti e bevande da parte di circoli privati?. Promettete di non farlo mai più! Non minate la mia tranquillità dimenticandovi nei tasti del computer un?informazione così importante, altrimenti rischiate che io vi risponda sulle procedure per l?esecuzione delle opere viarie relative ai Campionati di sci alpino del 1997 (l. 235/95).
Tornando ai circoli, l?amico di Vercelli non deve temere nulla, se non il fatto di avere uno statuto (e un rispetto dello stesso) a prova di accertamento. La normativa in esame, infatti, fa espresso e opportuno riferimento all?art 111, c. 4 – quinquies del dpr 917/86 che pone le basi (statutarie) per definire chi può giovarsi di determinate agevolazioni fiscali (tra cui quella in esame).
Si faccia però attenzione e si usi prudenza su due aspetti.
Il primo: il rispetto delle norme statutarie (democraticità, non temporaneità della partecipazione alla associazione, eleggibilità etc.) deve essere formale e sostanziale.
Il secondo aspetto è su chi può acquistare le bevande del circolo. L?art. 111 parla di “iscritti, associati o partecipanti”; meglio, per prudenza, aderire alla norma più severa che è il dpr 235/01 che parla (art. 3, c. 1) di somministrazione “a favore dei rispettivi associati”, senza menzionare gli incerti “partecipanti”. Chi mangia e beve da voi deve essere iscritto alla vostra associazione, poter godere effettivamente dell?elettorato attivo e passivo, esser messo nelle condizioni di partecipare alla vita associativa in tutte le sue manifestazioni.
Arrivando al secondo quesito leggiamo una qualche analogia con il primo, laddove ambedue i lettori richiedono indicazioni su dove avere maggiori informazioni.
È una domanda più che opportuna. Se mi passate l?analogia marinaresca, ci si rende conto (soprattutto se si parte da zero) che si ha di fronte uno sterminato oceano (burrascoso) di leggi, adempimenti e obblighi che rendono incerto anche solo il varo di una nuova iniziativa; e, fissata una destinazione, si chiede una bussola e una mappa. Non mi stancherò mai di ripetere che è prioritario sapere dove andare a cercare le informazioni rispetto all?acquisto, magari affrettato, di testi spesso destinati a chi la materia già la conosce.
Per questo i Centri di servizio per il volontariato (raggiungibili al sito internet Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio di Volontariato) restano a oggi i luoghi deputati a offrire servizi ?di bassa soglia?, che aiutano i nuovi come i vecchi amministratori a venire a capo delle complicazioni legislative.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.