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CSV: Immigrati e associazionismo in Toscana

Al Meeting Antirazzista il Centro Servizi per il Volontariato presenta la prima indagine in Toscana

di Centri Servizio Volontariato

Il 10 luglio alle ore 16 al Meeting Antirazzista di Cecina sarà presentata la ricerca ?L?arcobaleno della partecipazione. Immigrati e associazionismo in Toscana? pubblicata nella collana ?I Quaderni del Cesvot?. Finanziata dal Cesvot e coordinata dal prof. Ettore Recchi del Centro Interuniversitario di Sociologia Politica dell?Università di Firenze (CIUSPO), la ricerca rappresenta la prima indagine in Toscana sull?associazionismo a sostegno degli immigrati. La Toscana si segnala nel panorama nazionale come una regione con una grande propensione al radicamento degli stranieri immigrati e ciò è confermato innanzittutto dall?alto numero di associazioni dedite alla promozione e alla tutela degli interessi degli immigrati. Nella nostra regione, infatti, sono attive almeno 201 associazioni: tra queste 46 sono autogestite dagli stessi immigrati, mentre 155 sono composte da italiani, ai quali si affiancano talvolta stranieri. Il loro numero è però soggetto a continui mutamenti dovuti all?instabilità dei flussi migratori. La provincia di Firenze rappresenta il baricentro dell?associazionismo straniero in Toscana con il 30% delle associazioni, seguono le province di Arezzo, Pisa e Pistoia con il 10%. In base al ?tipo di attività? si possono distinguere tre grandi categorie: le associazioni di tutela degli interessi e dei diritti; le associazioni di affermazione dell?identità comunitaria; ed infine, le associazioni a finalità diffuse, che svolgono attività a servizio degli associati per favorirne l?integrazione e il rispetto dei diritti nella società italiana, così come attività volte a mantenere o pubblicizzare una determinata identità etnica o religiosa. La composizione etnica delle associazioni censite riflette quell?arcobaleno multiculturale che sempre più si va radicando in Toscana: sono oltre 30 le nazionalità degli associati e quasi la metà delle associazioni di immigrati non usa l?italiano come lingua di lavoro. Il 30% delle associazioni – in particolare il 43% delle associazioni di stranieri – non è iscritta in albi pubblici di alcun tipo. Secondo gli autori della ricerca, questo dato sta ad indicare come ?questo tipo di associazionismo vive in certa misura in una sfera di spontaneità ed auto-organizzazione?. Ciò è in parte dovuto alla ?giovinezza? delle associazioni, visto che il 60% è stato fondato dopo il 1995 e l?81% delle associazioni di stranieri hanno meno di dieci anni di vita (la più vecchia risale al 1989). Rispetto alle risorse, dai questionari emerge che il lavoro volontario dei soci rappresenta la principale risorsa delle associazioni. Da un punto di vista finanziario, gran parte delle associazioni di immigrati vivono di autofinanziamento perché meno radicate sul territorio, mentre quelle per stranieri gestite da italiani vivono sopratttutto di finanziamenti pubblici. Dato comune ad entrambe è il fatto che quasi il 70% delle associazioni dispone di una sede concessa in comodato gratuito ma, nel caso delle associazioni di stranieri, la sede conincide spesso con la casa di un associato. Un altro dato interessante riguarda la composizione di genere. L?associazionismo degli stranieri lascia alle donne uno spazio accessorio o residuale: il 43% delle associazioni, infatti, ha una maggioranza di iscritti maschi e un ulteriore 19% non conta neanche una donna iscritta, mentre tra le associazioni per stranieri solo il 25% presenta una preponderanza di soci di sesso maschile. La ricerca ha messo poi in evidenza un dato ?anomalo? e poco noto: quasi una associazione su 5 è formata in maggioranza da laureati, mentre il 50% vede una preponderanza di soci che hanno conseguito un diploma di scuola media superiore. Sono 4 i principali ambiti d?intervento delle associazioni toscane che operano per la promozione e la tutela degli interessi degli immigrati. Innanzitutto l?ambito culturale, poi l?assistenza, quindi la formazione professionale e, infine, l?azione politica. Le attività svolte riguardano soprattutto la mediazione culturale, l?inserimento lavorativo, la promozione della cultura d?origine, l?assistenza legale, la ricerca dell?abitazione e il sostegno scolastico. Interessanti sono, infine, le richieste che avanzano le associazioni: le associazioni di immigrati chiedono soprattutto spazi, attrezzature e un maggior coinvolgimento in organismi istituzionali. Quest?ultima necessità è sentita anche dalle associazioni gestite da italiani che però attribuiscono più importanza all?incremento di forme di coordinamento con altre associazioni. Una richiesta che sembra dettata dalla necessità di poter fronteggiare, in maniera più efficace, le iniziative di prima e di seconda accoglienza attraverso un meccanismo di reti sociali.

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