Economia

Csr per legge? No grazie Meglio un testo unico

I reportisti anonimi commentano i due pdl presentati in Parlamento

di Redazione

La responsabilità sociale è sempre più realtà. Le testimonianze più forti, dopo la Caritas in veritate di Benedetto XVI, sono i due disegni di legge del 2008 e del 2009 presentati al Senato della Repubblica da firmatari dell’opposizione, sia del Pd che dell’Udc (ddl n.386 del 6 maggio 2008 e ddl n. 1753 del 4 agosto 2009). Queste proposte di legge sono state il tema del IX incontro dei Reportisti Anonimi organizzato da Vita Consulting (che ha raccolto circa 13 Csr manager di aziende di primo piano).
Sui contenuti delle proposte più o meno all’unanimità i manager sono stati scettici e dubbiosi. Le motivazioni sono state tutt’altro che ideologiche. Non è infatti pensabile regolamentare un argomento che permea ogni ramo e comparto dell’impresa, dal rapporto con gli stakeholders all’attenzione ambientale. Inoltre non è chiaro, dai testi presentati, come s’intenda tenere conto di quelle leggi che già si preoccupano di organizzare ambiti riconducibili a pratiche responsabili come le pari opportunità o i diritti del lavoratore.
L’ultimo appunto sta nel concetto di Corporate social responsability: il rispetto della legge e l’opera di management sono già una forma di Csr perché sia nel rispetto della legge che nella gestione d’impresa c’è una certa libertà che permette di prendere strade più o meno responsabili. Dunque se Csr non è soltanto la gamma di pratiche virtuose che vanno oltre gli obblighi, aggiungere leggi su leggi non avrebbe un gran senso.
L’idea del tavolo è quella di lanciare una controproposta. Pensare un Testo unico che raccolga tutta la giurisprudenza esistente in modo da renderla un unicum compatto, chiaro e funzionale.
Se proprio una legge deve essere fatta, l’idea è seguire la traccia francese. I transalpini si sono limitati a proporre l’obbligo di redigere bilanci sociali stabilendo le voci, gli indici e la loro analisi. Una legge dunque più semplice, utile e leggera che risolverebbe molti problemi lasciando la pratica di responsabilità libera da vincoli e affidata alla scelta dei singoli imprenditori.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA