Economia

CSR. La sostenibilità entra nelle strategie aziendali

80% delle prime 250 aziende al mondo per fatturato elabora un report di sostenibilità

di Redazione

 L’80% delle prime 250 aziende al mondo per fatturato elabora un report di sostenibilità. Il reporting di sostenibilità è ormai una prassi consolidata per le più importanti aziende multinazionali. Infatti, circa l’80% delle prime 250 aziende globali per fatturato (Fortune Global 250) elabora un bilancio di sostenibilità. Segno evidente che la responsabilità sociale, è un tema sempre più rilevante per l’alta direzione aziendale.

Lo rivela la sesta edizione dello studio internazionale KPMG dal titolo “KPMG International Survey of Corporate Responsibility Reporting 2008” che punta ad analizzare lo stato dell’arte della Corporate Responsibility nel mondo. Allo studio, che ha cadenza triennale, hanno partecipato 22 Paesi, tra cui l’Italia, per un totale di circa 2200 aziende. I criteri più utilizzati per l’elaborazione di report di sostenibilità sono quelli del cosidetto “Global Reporting Initiative” (GRI) che sta diventando lo standard di riferimento in materia, infatti, è utilizzato dal 70% delle aziende. Questo consente un processo di progressiva convergenza, confrontabilità e dunque anche sempre maggiore credibilità del “non financial reporting” come indicatore aziendale. I cambiamenti climatici sono tra i temi emergenti. Quasi il 60% delle prime 250 aziende globali produce un report sui rischi legati ai cambiamenti climatici ed alle politiche aziendali in tema di contenimento di emissioni inquinanti.

Il 68% delle società, inoltre, inserisce nei propri report una sezione inerente la corporate governance. “La natura della crisi rende più urgenti le tematiche legate alla sostenibilità e accresce la voglia di comportamenti etici – commenta Pier Mario Barzaghi, il partner KPMG che ha seguito lo studio. Nel medio-lungo termine queste politiche aiuteranno a mitigare i rischi aziendali. L’attenzione per la CSR, al contrario di quanto si possa pensare, aumenterà nei prossimi anni”.

Rimane invece un tema tutto sommato ancora da valorizzare quello del reporting della “supply chain” che ha per obiettivo quello di avere una chiara mappatura della filiera di fornitori che interagiscono con l’azienda. Così come il coinvolgimento degli stakeholders, visto che il 37% delle società dichiara di non avere rapporti con i portatori d’interesse nella definizione di strategie riguardanti la corporate responsibility. Il Paese che produce il maggior numero di “non financial reporting” è il Giappone (l’86% delle prime 100 aziende per fatturato adotta una strategia di CSR e produce un documento di reporting); l’Italia tra i 22 Paesi considerati, si trova a metà del ranking con il 42% delle prime 100 aziende per fatturato che dichiara pubblicamente di adottare politiche di CSR e di rendicontarle. Tra i Paesi considerati, la “maglia nera” della classifica va a Messico e Danimarca.

Le aziende italiane del campione (le prime cento per ricavi) vanno in ordine sparso per quanto riguarda le modalità di comunicazione dei report di sostenibilità: il 56% pubblica un CR Report separato; nel 30% dei casi le aziende forniscono un’informativa di sostenibilità anche nell’Annual Report. Il 6% delle aziende inserisce informazioni, tipicamente di alto livello, esclusivamente nell’Annual Report. “In coerenza con il trend internazionale, i temi di maggiore attualità sono collegati alla Corporate Governance e al Climate Change anche per le aziende italiane. In prospettiva la sostenibilità deve diventare fattore strategico di cambiamento e modello per la gestione dei processi aziendali”, precisa ancora Barzaghi.

La motivazione che spinge sempre più aziende a rendicontare le proprie politiche di CSR è la reputazione aziendale, anche se alcune aziende dichiarano di farlo per anche aumentare la motivazione dei dipendenti o per ridurre i rischi aziendali La sfida per il futuro rimane quella di fare in modo che il bilancio diventi espressione univoca e organica sia delle relazioni e delle performance di natura economico-finanziaria che di quelle sociali e ambientali. KPMG è un network globale di società di servizi professionali, attivo in 145 paesi con oltre 123 mila persone. L’obiettivo di KPMG è quello di trasformare la conoscenza in valore per i clienti, per la propria comunità e per i mercati finanziari. Le società aderenti a KPMG forniscono alle aziende clienti una vasta gamma di servizi multidisciplinari secondo standard d’eccellenza omogenei a livello globale. In Italia, il network KPMG è rappresentato da diverse entità giuridiche attive nella revisione e organizzazione contabile, nel business advisory, e nei servizi fiscali e legali.  

 


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