Welfare

CSR, la filiale dà lezione alla mutinazionale

Il caso. Nascono in Italia le best pratices di Tnt Express

di Christian Benna

Arrivano dalla periferia i primi della classe della csr. Da San Mauro Torinese, provincia di Torino, dove ha il suo quartier generale Tnt Italia, la divisione tricolore del colosso olandese leader nel trasporto espresso. Oltre 160mila dipendenti sparsi in 63 Paesi, di cui 1.600 in Italia, e una rete di consegna assicurata ai quattro angoli del globo. E il nuovo traguardo tagliato è un successo che vale doppio: infatti la multinazionale ha appena raggiunto, nel settore trasporti, la vetta del Dow Jones Sustainable Index, l?indice che raggruppa i titoli delle società più virtuose e allo stesso tempo altamente remunerative per gli azionisti.

Ma se le performance ambientali e sociali vanno a braccetto con il conto economico, il merito va anche, anzi soprattutto all?Italia, che è stata l?apripista delle politiche di csr del gruppo Tnt Worldwide. Per una volta è la social responsability in salsa italica, e non l?inverso, ad anticipare i tempi e a contagiare positivamente le politiche di un gruppo internazionale.
Stefania Lallai, manager della comunicazione interna e responsabile csr, è entrata a far parte dell?azienda nel 2001. «All?epoca parlare di best practice era piuttosto una rarità. In Tnt Italia, ex Traco e dal 1996 entrata a far farte del gruppo olandese, invece era già alta la sensibilità nei confronti di queste tematiche. Certificazioni come la Sa 8000 o Investing in people erano già state adottate. Insomma, un terreno fertile, anche se in un comparto difficile come quello dei trasporti, su cui lavorare».

E nel 2002 arriva il bilancio sociale, il primo di tutto il gruppo. Da lì lo spirito pro csr si è diffuso in tutte le sedi. Tanto che, l?anno successivo, la casa madre lancia alcune campagne come la partnership con il World Food Programme. Iniziative ?vetrina?, con un alto ritorno d?immagine, ma con un forte impatto emozionale che «hanno motivato i dipendenti di tutto il gruppo». Il 2005 è la volta di Amsterdam che redige il suo primo bilancio di sostenibilità. «La csr è un enorme puzzle da comporre», continua Stefania Lallai, «uno dei più grossi sforzi che un?azienda multinazionale possa compiere».
E la prossima sfida? «Far diventare la csr elemento integrante del piano strategico dell?impresa. Si tratta di un passo impegnativo ma fondamentale. Soprattutto in campo ambientale, nodo critico del nostro business».

Tnt ha scelto di aderire alla campagna per l?energia sostenibile in Europa avviando il programma Scacco all?inquinamento in 10 mosse. Dal 2006, infatti, l?azienda utilizza esclusivamente energia da fonte idroelettrica, con l?obiettivo però di diventare autosufficiente con l?installazione di pannelli fotovoltaici. Allo studio c?è anche l?opzione di utilizzare mezzi elettrici per la consegna nei centri storici e la sostituzione progressiva della flotta aziendale con autovetture a basso impatto ambientale. E le prossime filiali di Tnt Italia saranno realizzate utilizzando solamente materiali bio-compatibili.


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