Economia

Csr, jolly anticrisi

A Reggio Emilia si è tenuto un incontro con a tema la Responsabilità sociale che ha visto protagonisti l'Ordine dei Commercialisti e il Csv «DarVoce»

di Redazione

L’impegno sociale come valore del territorio. Questo il tema discusso dall’Ordine dei Commercialisti di Reggio Emilia e il Centro di Servizio del Volontariato «DarVoce» che hanno approfondito il tema del dialogo tra profit e non-profit in un incontro a Reggio Emilia. Al centro della giornata di studio la Responsabilità Sociale d’Impresa che, lontana dall’essere intesa come filantropia, è uno strumento di relazione fondamentale verso tutti i portatori d’interesse ma anche strumento d’innovazione nell’ambito della solidarietà e del bene della comunità. Per la caratteristica partnership dei promotori (l’iniziativa ha avuto anche il sostegno della Fondazione Manodori e il patrocinio della Provincia) si tratta della prima esperienza di questo tipo in Italia. «Il mondo delle imprese e quello del volontariato possono avvicinarsi e collaborare con obiettivi e metodi condivisi», ha detto Tito Gobbi, presidente del «Csv DarVoce» che ha sottolineato come, «fiducia, reciprocità e tutela del tessuto sociale sono le tre parole d’ordine per uscire dalla crisi». Metodi di produzione eco-sostenibili, attenzione alla qualità, strategie di marketing per allargare il business ai «consumatori critici», ma anche asili aziendali a disposizione dei propri dipendenti e collaborazioni imprese-associazionismo per promuovere cause sociali o sostenere le comunità locali. Sono alcuni esempi di Csr che la teoria definisce come l’integrazione volontaria di tematiche sociali ed ambientali nelle attività produttive e commerciali e negli assetti organizzativi aziendali.Secondo Pietro Cantarelli, presidente dell’Ordine dei Commercialisti ed Esperti contabili, «la trasparenza fiscale e l’efficacia di gestione possono essere per il volontariato un valore aggiunto proprio nella ricerca dei fondi. Le associazioni devono quindi far propri i criteri manageriali senza perdere la propria natura».  D’accordo con Cantarelli sul tema della reciproca collaborazione dei soggetti, Lucia Piacentini del Csv «DarVoce», ha messo in evidenza che «il volontariato deve apprendere dal mondo delle impresa dotandosi di strumenti come il bilancio sociale che oltre a misurare il dato non contabile rilancia la missione delle organizzazione di volontariato». Per Marcello Stecco, assessore provinciale alla Solidarietà, «il dialogo tra il mondo delle imprese e il mondo sociale trova oggi una straordinaria attualità proprio in ragione della crisi economica che sta attraversando la nostra società. La dimensione dei valori, di cui sono portatori entrambe queste realtà è fondamentale per uscire in modo convincente dalla crisi».  La conclusioni dei lavori sono state affidate a Mario Molteni, professore di Economia Aziendale e Corporate Strategy all’Università Cattolica di Milano, che  ha approfondito l’analisi delle difficoltà imprenditoriali di riuscire a valorizzare azioni di Responsabilità sociale già presenti nel loro agire quotidiano sottolineando come «è evidente ancor di più in tempi di crisi come quelli di oggi,  che l’assunzione di responsabilità da parte dell’impresa e degli stessi stakeholders deve iscriversi nella sua strategia di sviluppo ed essere ad essa funzionale».


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