Non profit

Csr: Forum 3° settore, il Governo ci consulti

Il mondo dell' associazionismo rivendica il proprio ruolo e lamentano il mancato coinvolgimento nel confronto sul tema della responsabilità sociale di impresa

di Redazione

Creare e gestire un’impresa tenendo in debito conto le esigenze dell’ambiente, del territorio, dei dipendenti, del tessuto sociale: sembra un’ equazione impossibile, e invece un numero sempre crescente di aziende sta facendo della responsabilita’ sociale un punto di riferimento essenziale. Di questo si sta occupando anche il governo, che in occasione del prossimo vertice dei ministri del lavoro dell’ Ue presentera’ una proposta italiana sul tema. Ma il mondo dell’ associazionismo e quello sindacale rivendicano il proprio ruolo e lamentano il mancato coinvolgimento nel confronto sul tema. Il Forum del terzo settore, che riunisce una gran parte delle associazioni sociali, ha organizzato oggi un incontro con i rappresentanti del mondo delle imprese e del sindacato proprio per discutere di responsabilita’ sociale dell’impresa, in vista della Conferenza europea che si terra’ a Venezia il 13 e 14 novembre prossimi. ”Nonostante – ha detto il portavoce Edoardo Patriarca – il ministro del welfare Maroni non ci abbia mai consultato, ci sembrava strategico che il mondo del non-profit potesse dire la propria su questo, non tanto in contrapposizione con il mondo del profit, ma in virtu’ di un’ esperienza che abbiamo fatto da decenni: raccontare quello che le imprese sociali da vent’ anni fanno gia”’. L’ auspicio e’ che ”questi due mondi – profit e non-profit – sul tema della responsabilita’ sociale trovino una grande alleanza, e che si chiarisca fino in fondo che non e’ questione di marketing, di immagine o di beneficenza o filantropia, ma di qualcosa che deve riguardare il ‘core business’ dell’ azienda, cioe’ la sua struttura, il suo modo di essere, di rapportarsi col territorio”. Al governo percio’ il Forum chiede l’ apertura di ”un tavolo pubblico, formale, un confronto serio in sede governativa, con tutti i soggetti interessati, cosa che finora non e’ avvenuta”. Una richiesta che vede d’ accordo anche il segretario confederale della Cisl, Pierpaolo Baretta, che inoltre chiede al governo che nella conferenza di Venezia ”formuli una proposta di merito sul tema della responsabilita’ sociale delle imprese e soprattutto che questa iniziativa non si concluda il 31 dicembre, con la fine del semestre di presidenza italiana dell’ Ue, quindi che non sia un’ iniziativa propagandistica”. Il segretario confederale della Cgil, Marigia Maulucci, critica il governo: ”con un comportamento irresponsabile il ministro Maroni ha indetto questo grande evento a Venezia, di fatto sostenendo che la responsabilita’ sociale significa welfare sussidiario da parte delle imprese, per cui le imprese che fanno interventi di welfare in sostituzione del soggetto pubblico vengono incentivate, vengono premiate con i soliti sgravi fiscali”. Questo, secondo la Cgil, e’ ”esattamente il contrario di una giusta interpretazione di sussidiarieta’, che significa sinergia tra il pubblico e il privato nella qualificazione e nell’ estensione dell’ offerta di servizi, partendo dalla certezza su quale e’ il ruolo del pubblico e quale quello del privato”. ”Moltissime imprese – ha detto Maulucci – non sono d’ accordo con questa impostazione e minacciano di venir meno ai loro impegni in campo sociale perche’ non sono interessate a fare welfare al posto del governo”. Sulla necessita’ di tener conto delle nuove spinte verso una responsabilita’ sociale delle imprese si sono detti d’ accordo i rappresentanti del mondo bancario. ”Il mondo delle banche – ha detto Gianna Zappi dell’Abi – sta cominciando a confrontarsi con quello della responsabilita’ sociale, anche se e’ un confronto non sempre facile”, mentre Stefano Marchettini dell’ Acri ha sottolineato la tradizione delle Casse di risparmio nel sociale e l’ impegno delle fondazioni bancarie nelle elargizioni (un miliardo di euro all’ anno). Del mondo delle imprese, invece, si e’ fatto portavoce Gennaro Moccia (Confindustria), che ha sottolineato come, per le piccole e medie aziende che adottino i criteri di responsabilita’ sociale e di certificazione di qualita’, i costi siano alti: ”bisogna, quindi – ha spiegato – che ci siano dei benefici”, che non possono essere fiscali ma devono essere di mercato. Il Forum ha infine annunciato l’ istituzione di un Osservatorio indipendente e autonomo che comprenda tutti gli attori della responsabilita’ sociale e che sia interlocutore del governo.

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