Pochi giorni dopo il primo post qui su #occupycsr sono venuto a sapere del lancio di una sorta di enciclopedia wiki sulla csr, in italiano. Diciamo una sorta di Wikipedia della csr made in Italy.
L’ho saputo attraverso Twitter (enorme serbatoio di informazioni!) seguendo l’account della Fondazione Sodalitas (@FondSodalitas per chi volesse iscriversi come follower), uno dei maggiori protagonisti in Italia nella promozione della csr. E allora ho cominciato a curiosare su questo sito www.wikicsr.it che da subito mi ha suscitato molta simpatia. A proposito, dietro wikicsr ci sono Koinètica e Rossella Sobrero, super-esperta di lungo corso di csr e dintorni.
Come si legge subito in homepage, la piattaforma wiki intende raggiungere tre obiettivi principali: conoscere, stimolare ad aggiungere notizie e a inviare commenti.
Ma conoscere, aggiungere notizie e inviare commenti su che cosa? Sulle tappe salienti dell’evoluzione della csr, con focus particolare sulla dimensione della comunicazione (che resta anche oggi dopo tanti anni una delle questioni chiave da affrontare, ne accennavo nel primo post di #occupycsr “La csr? Mi riguarda”), in riferimento all’Italia e non solo (ci son molti riferimenti all’Unione europea e anche in ambito internazionale), nel corso dell’ultimo decennio. Quello che in tanti e direi in buona parte a ragione hanno chiamato gli anni della csr 1.0 o csr ispirata a principi di compliance (ma siamo già entrati nell’era della csr 2.0? Chissà…).
Infatti, entrando per esempio nell’anno 2002 del menù a sinistra si ritrova quella vecchia conoscenza del progetto Csr-Sc avviato dall’allora ministre del Welfare Maroni. Se ne sono perse sostanzialmente le tracce e all’epoca era stato anche parecchio criticato, ma col senno di poi si può dire che aveva almeno avuto il merito non certo secondario, specie all’epoca (eravamo nel 2002, è da sottolineare), di elevare il dibattito sulla csr in Italia. Per il 2003 si parla ad esempio della nascita della Fondazione Culturale Responsabilità Etica, che è oggi un importante e attivismo attore nel campo della csr e non solo (vedere tra le altre cose il sito, e il blog, di Non con i miei soldi, dove di recente il presidente Andrea Baranes ha scritto un illuminante e chiarissimo post sullo scandalo Libor) e si parla dello scoppio degli scandali Cirio e Parmalat (passa il tempo ma gli scandali vengon sempre fuori come funghi e se possibile crescono in gravità, mah…). Via via fino al 2011 e a quest’anno, con una scheda anche sul vertice di Rio+20 appena conclusosi ahinoi con scarsissimi risultati.
Il sito è essenziale, ricorda un po’ i siti accademici degli albori di internet, con testo soprattutto e poco più, snello, quasi spartano appunto, estremamente fruibile perché immediato da comprendere. Ogni scheda o post o voce, come vogliamo chiamarli (forse voce, essendo wiki), può essere commentata. Occorre registrarsi e poi si è dentro, parte della community.
Mi sono appena registrato e conto di tornarci quando c’è tempo di approfondire (cioè mai, in realtà…). Ma già ora mi pare uno strumento interessante per ripassare tante cose utili a chi si muove per lavoro o per passione, o entrambe le cose, nel campo della csr. E se davvero riesce a diventare partecipato come una piccola Wikipedia della csr, beh, lo vedo molto in linea con il “manifesto programmatico” (parolone, lo so) di #occupycsr: riappropriarsi della csr e farlo in modo il più possibile partecipato, perché ci riguarda come consum-attori, risparmi-attori, cittadini che sentono di poter/dover dare un contributo per un altro modo possibile di intendere l’attività d’impresa. E non solo l’impresa.
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