Non profit

Csr da vetrina nei titoli spazzatura

La filantropia di facciata di Lehman Brothers, Goldman Sachs e le altre

di Christian Benna

Filantropia e microcredito per troppi anni sono serviti da copertura per business insostenibili delle big della finanza Usa B rucia il castello di carta della finanza. L’America, e ora in coda pure l’Europa, presenta il conto dei danni ai contribuenti per ripartire e costruire un castello magari più grande, ma meglio regolato, in grado di frenare gli eccessi speculativi. Anche i pompieri del business etico si affrettano a chiedere altra carta, timbrata da bollini più efficienti e sostenibili, valori davanti a tutto.
«Responsabilità sociale d’impresa», ecco l’argine alle crisi che spunta qua e là tra riviste di management made in Usa e forum di manager in cerca di nuova occupazione. Al di qua dell’Atlantico, l’autorevole quotidiano di sinistra
The Guardian si spinge oltre. Con un editoriale durissimo Deborah Harvgreaves mette alla gogna la voracità delle banche e chiede «una soluzione radicale al problema». Un’industria del risparmio che va «riformata» dalle fondamenta, che tratti correttamente i clienti, riduca i super stipendi dei manager e chiuda definitivamente le derive della finanza strutturata. Ma se New York piange, Londra non ride.
Il modello della finanza etica britannica, fino a 12 mesi fa il più brillante nel segmento di nicchia dei fondi comuni di investimenti, comincia a barcollare. Un’indagine di MoneyFact rivela che nell’ultimo anno il comparto Sri inglese segna un rosso del 9,7%, ben lontano dalle performance da record registrate fino al 2007, e molto peggio dell’andamento dei fondi tradizionali, fermi al 5%.
E negli Usa la débâcle è ancora più dolorosa perché la benzina ai titoli tossici arrivava anche dalle società di investimento etico. Il gruppo Domini, tra le sgr più antiche e rinomate degli States, ha fatto il pieno di spazzatura. L’azionario perde l’11%, neppure troppo male visti i chiari di luna americani. Ma nell’obbligazionario il portafoglio titoli vanta ai primi posti Freddi Mac e Fanne Mae, le due agenzie semistatali dei mutui, salvate da morta certa dall’intervento della Fed a un anno dallo tsunami subprime. Lehman Brothers collassato sotto un debito “monstre” di 640 miliardi (il crac Enron era di soli 85 miliardi di dollari) aveva imbastito una politica di Csr con tanto di investimenti sul microcredito. Goldman Sachs inseguiva e lanciava un fondo filantropico. Di Lehman oggi restano i debiti e un carcassa da smembrare, Goldman Sachs è diventata banca commerciale, mentre Citigroup, gli anti Csr per eccellenza, cavalcano la crisi e si comprano pure Wachovia, altra bella finita in rovina. Forse è l’etica che deve cambiare le sue carte.

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