Non profit

CRT apre il Parlamentino degli stokeholder

La svolta comunitaria dell'ente torinese

di Christian Benna

Una grande piazza dove la comunità di appartenenza si confronta, esprime le necessità del territorio ed elenca le priorità di intervento. Difficile descrivere così fino a ieri le fondazioni di origine bancaria nate 18 anni fa sotto la spinta della privatizzazione del credito italiano. Anzi, più che difficile impossibile, in quanto gli organismi soffrono ancora delle accuse di ?Frankenstein? dai mille mestieri (investitori istituzionali, supplenti del welfare, filantropi, motori di sviluppo economico), autoreferenziali e troppo spesso condizionati dalla longa manus della politica.

A scompaginare le carte in tavola, dopo la recente svolta di Cariplo che ha trasferito una buona fetta di patrimonio nel comparto etico Polaris rilanciando il tema della responsabilità sociale nella gestione del patrimonio, c?è la rivoluzione silenziosa di Fondazione Cassa di risparmio di Torino. Sempre meno cassa e più fondazione di Torino. Per tre giorni Crt, che ha già imboccato un nuovo corso improntato sul venture philanthropy delle erogazioni, ha aperto le porte ai suoi stakeholder. Non per illustrare dall?alto i risultati ottenuti o spiegare le strategie per futuro. Ma per ?ascoltare per crescere?, come indicava il titolo della tre giorni di incontri che ha coinvolto oltre 90 rappresentanti della società. Istituzioni, impresa, ricerca e università, arte e cultura, ecco i settori chiamati a dire la loro sul futuro della fondazione. Tra esperimenti tipici del living theatre (mettersi nei panni dell?altro e raccontare il mondo fondazionale) ed elaborazione di progetti, l?ente non profit si è messo in gioco guardando in fondo a se stesso attraverso gli occhi degli stakeholder.

«La fondazione non è più un luogo di interessi», dice Angelo Miglietta, segretario generale di Fondazione Crt, «una sorta di bancomat dove enti pubblici e privati cercano di prelevare secondo la bisogna. Ma vuole essere un luogo di valori, un avamposto della società civile e delle libertà sociali. Da qui nasce l?esigenza di tracciare insieme il futuro di un ente non profit come Crt». Il ?parlamentino? della fondazione torinese non è stato convocato per sparire il giorno dopo. Molte delle proposte emerse nel corso dei dibattiti e del lavoro di gruppo saranno esaminate presto dal consiglio di amministrazione. Ma soprattutto sono in agenda altre occasioni di incontro e di dialogo. «Vogliamo confrontarci ancora con gli stakeholder», continua Miglietta. «Stiamo pensando a nuove occasioni, magari divise per macroaree di intervento. Nulla è ancora deciso, perché l?obiettivo è ragionare assieme ai portatori di interesse».?


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