Non profit

Cronache di ordinaria incivilt

«Lei è un privilegiato». Una frase come tante. Ma detta da un vigile a una persona disabile fermata in Ztl con la sua auto speciale per un controllo, non è così normale

di Daniele Biella

«Lei è un privilegiato». Una frase come tante. «Ma detta da un vigile a una persona disabile fermata in Ztl con la sua auto speciale per un controllo, non è così normale. O forse lo è fin troppo». Gabriella Furlani, tra i responsabili dell?Associazione paraplegici Lombardia, di queste storie ne sente tante. E ancora di più ne vive ogni giorno, essendo lei stessa su una sedia a rotelle. «Spesso, tornando a casa, trovo che il posto riservato ai disabili è occupato da una macchina che ha il pass ma il cui proprietario è un giovanotto in piena forma», aggiunge Furlani, «ma il peggio è quando, dopo una spiegazione che sembra risolutiva, il fatto si ripete». A lei, che dal 1982 gestisce il giornale associativo Ruota libera, si rivolgono molti dei 900 iscritti all?associazione, con i loro problemi e dubbi. «La reazione di un disabile all?uso improprio del contrassegno è un mix di rabbia e impotenza», continua, «e nonostante la sensibilizzazione, negli ultimi anni nulla è cambiato». Altro che privilegio. «Piuttosto un diritto, spesso negato. Scambierei volentieri il contrassegno con la possibilità di tornare a camminare».


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