Non profit
Cronache di ordinaria incivilt
«Lei è un privilegiato». Una frase come tante. Ma detta da un vigile a una persona disabile fermata in Ztl con la sua auto speciale per un controllo, non è così normale
«Lei è un privilegiato». Una frase come tante. «Ma detta da un vigile a una persona disabile fermata in Ztl con la sua auto speciale per un controllo, non è così normale. O forse lo è fin troppo». Gabriella Furlani, tra i responsabili dell?Associazione paraplegici Lombardia, di queste storie ne sente tante. E ancora di più ne vive ogni giorno, essendo lei stessa su una sedia a rotelle. «Spesso, tornando a casa, trovo che il posto riservato ai disabili è occupato da una macchina che ha il pass ma il cui proprietario è un giovanotto in piena forma», aggiunge Furlani, «ma il peggio è quando, dopo una spiegazione che sembra risolutiva, il fatto si ripete». A lei, che dal 1982 gestisce il giornale associativo Ruota libera, si rivolgono molti dei 900 iscritti all?associazione, con i loro problemi e dubbi. «La reazione di un disabile all?uso improprio del contrassegno è un mix di rabbia e impotenza», continua, «e nonostante la sensibilizzazione, negli ultimi anni nulla è cambiato». Altro che privilegio. «Piuttosto un diritto, spesso negato. Scambierei volentieri il contrassegno con la possibilità di tornare a camminare».
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.