Non profit

Cronache dal mondobche non conosce carezze

Gli articoli di Giampaolo Visetti, inviato in terre difficili

di Giuseppe Frangi

D i Giampaolo Visetti, inviato di Repubblica avevo sempre in mente l’articolo scritto all’indomani del drammatico blitz dei terroristi ceceni nella scuola di Beslan (era il 5 settembre 2004). Iniziava così quell’articolo: «L’orrore sale lentamente. Ti prende già all’aeroporto di Mosca a mezzogiorno, mentre vedi correre negli aerei decine di uomini dei servizi speciali. Mimetica, passamontagna neri già calati sul viso. Finisce di svuotarti qui, quando è già notte, davanti alla scuola di Beslan illuminata a giorno dalle fotocellule come se fosse un arto amputato sopra un tavolo operatorio». Visetti fu il primo inviato italiano ad arrivare sul teatro di quella tragedia che avrebbe impressionato il mondo. Allora era corrispondente da Mosca per il suo quotidiano. Ma oltre che alle cronache della politica russa, Visetti ha sempre prestato grande attenzione al racconto degli sconquassi drammatici che la società russa stava vivendo in quegli anni. Bellissimo, ad esempio, un suo articolo sui bambini costretti a vivere sulle carrozze abbandonate dei treni. Un articolo come tanti altri, scritto con accenti a tratti commossi, davanti al destino senza soluzione di quei minori. Ora Visetti raccoglie le esperienze da inviato su tanti fronti più complicati del pianeta con un libro dal titolo azzeccatissimo Mai una carezza. Storie del mondo che dobbiamo cambiare . Un bel libro che permette di rivivere il film di questi anni (con tanti fermi immagine sull’Africa, meta di numerosi viaggi di Visetti negli ultimi anni), grazie a una scrittura che non risente affatto della mancanza di pressione dell’attualità: cattura e coinvolge, anche se dei fatti che racconta sappiamo già l’epilogo.

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