Mondo

Crollano le morti per parto

Meno 26% di decessi per il parto in Africa e - 52% in Asia, secondo il rapporto Unicef (in allegato)

di Redazione

Si muore meno di parto nel mondo. E lo scarto in avanti non è di poco conto. Ad annunciarlo è l’Unicef: il numero di donne che muore per complicazioni legate alla gravidanza e al parto è diminuito del 34%, da un valore stimato di 546.000 decessi nel 1990 a 358.000 nel 2008, secondo il nuovo rapporto “Trends in maternal mortality” realizzato da OMS, UNICEF, UNFPA e Banca Mondiale (scarica l’allegato originale del rapporto in alto a sinistra).

In particolare, in Africa sub-sahariana la mortalità materna è diminuita del 26% e in Asia il numero di decessi materni si stima si stima sia sceso da 315 000 a 139 000 tra il 1990 e il 2008, con un calo del 52%.

Il progresso è notevole, sottolinea Unicef, ma il tasso di diminuzione è meno della metà di ciò che è necessario per conseguire l’Obiettivo di Sviluppo del Millennio di ridurre il tasso di mortalità materna del 75% tra il 1990 e il 2015, che richiederà una diminuzione annua del 5,5%; il calo del 34% rispetto al 1990 equivale ad una diminuzione media annua di appena il 2,3%.

Il risultato, tuttavia, segna un progresso evidente contro la mortalità materna, una piaga che affligge soprattutto i Paesi dove il sistema sanitario di base è precario e con poche risorse. Il 99% di tutti i decessi materni nel 2008 si è verificato nei paesi in via di sviluppo, con l’Africa sub Sahariana e l’Asia meridionale, che totalizzano il 57% e il 30% di tutti i decessi.

«La riduzione dei tassi globali di mortalità materna è una notizia incoraggiante» afferma Margaret Chan, Direttore generale dell’OMS. «I paesi in cui le donne corrono un alto rischio di morire durante la gravidanza o il parto stanno adottando misure che si stanno dimostrando efficaci; questi paesi stanno formando più ostetriche, rafforzando gli ospedali e i centri sanitari per assistere le donne in gravidanza. Nessuna donna dovrebbe morire a causa di un accesso inadeguato alla pianificazione familiare, alla gravidanza e all’assistenza al parto».

Le donne in gravidanza continuano a morire per quattro cause principali: gravi emorragie dopo il parto, infezioni, crisi ipertensive e aborti effettuati in condizioni non sicure. Nel 2008 ogni giorno circa 1.000 donne sono morte a causa di queste complicazioni. Su 1.000 donne: 570 vivevano nell’Africa sub-sahariana, 300 nell’Asia meridionale e 5 in paesi ad alto reddito.

Il rischio di una donna di un paese in via di sviluppo di morire per una causa connessa alla gravidanza durante la sua vita è circa 36 volte superiore rispetto ad una donna che vive in un paese sviluppato.

«Per raggiungere il nostro obiettivo mondiale di migliorare la salute materna e per salvare la vita delle donne dobbiamo fare di più per raggiungere coloro che sono più a rischio» dice Anthony Lake, Direttore generale dell’UNICEF. «Ciò significa raggiungere le donne nelle zone rurali e le famiglie più povere, quelle appartenenti alle minoranze etniche e ai gruppi indigeni e le donne che vivono con HIV e nelle aree di conflitto».

Le nuove stime mostrano che è possibile prevenire la morte di molte più donne. E, secondo il rapporto , i paesi devono investire nei sistemi sanitari e nella qualità delle cure. OMS, UNICEF, UNFPA e Banca mondiale si stanno focalizzando sui paesi con i maggiori problemi e aiutano i governi a sviluppare e ad adeguare i propri piani sanitari nazionali per accelerare i progressi nella salute materna e neonatale.

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