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Crolla il palazzo Rosso di Amatrice

Svettava tra le macerie dopo il sisma del 24 agosto. Stanotte, con le nuove scosse, ha dovuto cedere. È l’immagine che, accompagnata dalla resistenza della torre cittadina, dimostra quanto sia urgente il piano Casa Italia del Governo

di Lorenzo Maria Alvaro

Un palazzo rosso di quattro piani che svettava in mezzo alle macerie. Era questo il simbolo della Amatrice post sisma. Fino a ieri notte quando, dopo le nuove scosse, anche quella palazzina, “la sede della banca” ha dovuto cedere, crollando. La scoperta, in mancanza di luce elettrica, è stata fatta questa mattina.

Il palazzo era degli anni ’50 e non era stato edificato con accorgimenti anti sismici. Al suo fianco Torre Civica di Amatrice, del XIII secolo, quella con l’orologio fermo alle 3.36 quando il paese subì la scossa più violenta ad agosto, è ancora lì.

Questo dimostra come il problema più impellente per l’Italia, più ancora del patrimonio storico e artistico, sia il patrimonio edile edificato tra gli anni ‘50, ‘60 e ‘70. Che spessissimo coincide anche con le abitazioni private. Dato fondamentale se si tiene conto che proprio il crollo degli edifici privati è la prima causa di morte di questo tipo di catastrofi.

Secondo i dati dell’Oice, l'associazione delle organizzazioni di ingegneria, architettura e consulenza tecnico-economica l'edilizia storica di vario tipo rappresenta l'80-90 del patrimonio distribuito su un territorio che al 40 per cento è a rischio sismico elevato. Il risultato è che un terzo degli immobili presenti in Italia andrebbe adeguato. Ecco spiegata l’urgenza della pronta attuazione del piano Casa Italia del Governo. E anche l’esigenza che si concluda in fretta e felicemente il braccio di ferro sui margini di flessibilità con l’Unione Europea.

E in qualche modo anche la limitazione dell'autonomia regionale su alcuni ambiti, così come ricordava a Vita.it Guido Bertolaso, e come auspica la riforma costituzionale che voteremo con il Referendum, diventa centrale per mettere in sicurezza il Paese.

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