Economia

Crocevia, Aiab e Ari: Lactalis viola i diritti sindacali

Le organizzazioni denunciano i comportamenti della più grande impresa europea che ha lanciato l'Opa su Parmalat

di Redazione

Il primo giugno si terrà a S. Etienne il processo agli allevatori francesi che  avevano protestato, nel  maggio 2009, per il taglio del 30% del prezzo del latte pagato da Lactalis, nel contesto di un mercato mondiale che tirava. L’industria decide infatti di abbassare il prezzo del latte  da 0,33 €/kg della campagna 2008/2009 a 0,27 euro per la campagna 2009/2010. D’un solo colpo le aziende si ritrovano in media a perdere oltre 13.000 euro, di fatto la remunerazione del lavoro di un anno. La protesta dei contadini si organizza e la Confederation Paysanne guida le manifestazioni, anche contro Lactalis. Nessun incidente comunque avviene né ci sono danni materiali prodotti contro l’industria che però cita in giudizio civile, per danni, a titolo personale, l’allevatore Philippe Marquet, allora segretario generale della Confederation Paysanne de la Loire. 

Crocevia e Via Campesina Europa, con AIAB e ARI, denunciano che la più grande impresa lattiero-casearia d’Europa viola i diritti sindacali e denuncia un piccolo produttore per danni. Che farà quando sarà la più grande impresa mondiale?

Compra la Parmalat, che ha approvato i conti del 1° trimestre con un utile di 50 milioni (+3,1%) e ricavi per 1,03 miliardi (+8,9%), ma era già presente in Italia con il controllo del 26 % del mercato nazionale. Nel 2010 la filiale italiana di Lactalis ha generato una cifra d’affari intorno al 1,4 miliardi di euro. Ricorda Fabrizio Gabarrino, allevatore Piemontese di ARI: «Lactalis compra già in Italia 6 milioni di litri di latte (quasi il 6% di tutto il latte italiano, per oltre il 60% proveniente da Piemonte e Lombardia) da circa 700 fornitori. Ci lavorano 3.200 persone e controlla oltre 70.000 punti vendita. Un gruppo, quello francese, che in media negli ultimi anni ha acquisito un’impresa ogni 3 mesi, portando il suo indebitamento, con l’OPA Parmalat, al limite che gli hanno fissato le banche. Un’impresa  familiare che rischia di somigliare molto alla vecchia Parmalat dei Tanzi».

«Una tale concentrazione di mercato nel settore lattiero caseario, al momento in cui cadono le ultime barriere  – con la liquidazione delle quote latte – per il controllo dell’offerta, lascerà ancor più i produttori italiani in balia di costi di produzione crescenti e prezzi alla stalla decrescenti, prigionieri di una zootecnia industriale in forte difficoltà» aggiunge Andrea Ferrante, presidente di AIAB.

La forte concentrazione della produzione di latte in 3 Regioni del nord non consentirà un decentramento della  trasformazione e farà viaggiare il latte fresco lungo tutto il Paese, diminuendo ancor più la capacità contrattuale dei produttori stessi. Conclude Antonio Onorati, presidente di Crocevia «E se qualcuno protesterà ci saranno i processi individuali per danni. Per questo ‘siamo tutti Philippe Marquet’  a cui portiamo al nostra solidarietà».


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