Cultura
Croce rossa: «Non prenderemo le impronte»
Dopo l'approvazione definitiva del decreto sicurezza parla il presidente nazionale Massimo Barra: «I nostri volontari parteciperanno al censimento, ma alle nostre condizioni»
Il ministro dell’interno, Roberto Maroni, ha confermato che il censimento dei campi nomadi sarà svolto in collaborazione con la Croce Rossa. La notizia non è nuova, tant’è che ha già sollevato numerose critiche. In molti hanno detto che la Cri non dovrebbe unirsi a queste “iniziative”, che non dovrebbe sporcarsi le mani – è il termine adatto – prendendo le impronte digitali di adulti e bambini, che dovrebbe rifiutare queste «misure discriminatorie» del governo invece di assecondarle. E tra i bersagli delle accuse c’è lui, Massimo Barra, presidente nazionale della CRI, incriminato di sostenere l’esecutivo per fare carriera.
Barra, dove state lavorando?
Napoli e Roma. In Campania abbiamo solo accompagnato le forze dell’ordine in alcune occasioni, nella capitale gestiamo noi il censimento.
Tutto voi, da soli?
È stato il prefetto a darci quest’incarico e noi lo portiamo avanti
Quanti uomini avete mobilitato?
Una cinquantina di volontari in tutto, che si muovono a squadre di 15. Ogni giorno tocchiamo un insediamento diverso. Pariamo alle 5:00 del pomeriggio e andiamo avanti fino a quando ce n’è bisogno.
Ma sono tutti volontari?
Sì, tutti. Sono preparati, perché la Cri sa come si organizza un censimento. In caso di disastri, è la prima cosa che facciamo, sempre.
Certo, ma ai terremotati non dovete prendere le impronte...
Infatti noi non le prendiamo nemmeno nei campi nomadi.
Niente impronte? Ma il decreto le prevede?
Noi non siamo una forza di polizia, non è compito nostro. Redigiamo soltanto la scheda socio sanitaria.
Quindi a Roma non saranno prese?
Esatto. E il prefetto Mosca lo sa.
Vi state muovendo con altre associazioni?
No, abbiamo uomini e conoscenze tecniche sufficienti per gestire da soli l’operazione. Un censimento è l’ “abc” per un volontario della Cri.
E con la polizia?
Non ci segue, assolutamente.
Quando terminerete?
Il 15 di ottobre, come ha detto il ministro.
Al ritmo di un campo al giorno? Ma quanti sono?
Saranno un centinaio in tutto. Ci sono circa 10mila rom nella provincia di Roma
Non avete mai avuto difficoltà, nemmeno qualche tafferuglio?
Guardi che molti dei nostri volontari prestavano già servizio in quei campi, specie quelli abusivi. Ci conoscono e c’è molta collaborazione.
Ve l’aspettavate?
Le persone emarginate hanno un sesto senso e sanno di chi fidarsi. Mi spaventano molto di più gli intellettuali, che sputano sentenze senza conoscere bene i fatti.
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