Anniversari

Croce Rossa italiana: 160 anni di storie di volontariato

Sergio Mattarella ha partecipato a Solferino alla fiaccolata per celebrare i 160 anni della Croce Rossa Italiana. «Voglio ringraziarla», ha detto Rosario Valastro, presidente della Cri, rivolgendosi a Mattarella, «per la sua opera quotidiana nel mettere al centro dell’agenda internazionale la sua preoccupazione, che è anche la nostra, per i conflitti armati in corso e per la tragedia umanitaria a cui assistiamo». La Croce Rossa «è nata per dare conforto e assistenza. Per offrire cura ai feriti. Per ritrovare uno spazio umano dentro la logica spietata della guerra», ha ricordato Mattarella

di Redazione

«Sono migliaia le volontarie ed i volontari giunti da ogni parte d’Italia per portarle l’abbraccio della Croce Rossa Italiana. E sono tanti anche le volontarie ed i volontari che vengono dall’estero, e che fanno parte di Società Nazionali di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. Volontarie e volontari, persone comuni che nei territori e nelle comunità locali, nelle metropoli, nella città, nei paesini di montagna, nelle isole, ricordano a tutti che la dignità dell’Uomo non sopporta eccezioni». Queste le prime parole che il presidente della Croce Rossa Italiana, Rosario Valastro, ha rivolto al Presidente della Repubblica, nel suo discorso di apertura in piazza Castello, a Solferino, nella cerimonia che ha dato il via alla tradizionale fiaccolata della Croce Rossa e che è stata aperta dalla Fanfara della Cri.

Tremila le volontarie e i volontari presenti ai quali si aggiungono i 5mila che hanno assistito alle attività davanti al maxischermo di piazza Torelli, a Solferino, per un totale di 8mila persone. Una marea rossa che con le fiaccole accese ha animato le strade in ricordo della Battaglia di Solferino, dalla quale prese vita l’idea di Croce Rossa.

«Voglio ringraziarla», ha proseguito Valastro rivolgendosi a Sergio Mattarella, «per la sua opera quotidiana nel mettere al centro dell’agenda internazionale la sua preoccupazione, che è anche la nostra, per i conflitti armati in corso e per la tragedia umanitaria a cui assistiamo. Purtroppo agli operatori umanitari non è garantito un accesso sicuro affinché possano portare aiuto nel rispetto dei principi di umanità, imparzialità, neutralità e indipendenza. A 160 anni dalla nascita del Diritto Internazionale Umanitario contemporaneo, la Croce Rossa Italiana e il Movimento Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa sono impegnati nei fori internazionali, con le Forze Armate, con le studentesse e gli studenti nelle scuole a diffondere e disseminare un concetto banale ma che quotidianamente viene messo in discussione: anche in guerra esistono delle regole». 

«A maggior ragione, Signor Presidente, lo affermiamo, anzi, lo urliamo nella giornata di oggi, dopo il tragico attacco all’ufficio del Comitato Internazionale della Croce Rossa a Gaza: anche in guerra esistono delle regole, che dicono che la popolazione civile non è un bersaglio, che le postazioni di soccorso e gli edifici dedicati all’ istruzione sono un luogo sicuro e non sono un bersaglio, che i soccorritori, i medici, gli operatori umanitari vanno facilitati nell’azione e non sono un bersaglio. Senza eccezione alcuna!», ha aggiunto Valastro con riferimento ai recenti attacchi a Gaza, in prossimità degli uffici del Cicr, dove hanno perso la vita 25 persone e altre 50 sono rimaste ferite.

«Sono molteplici le sfide che ogni giorno affrontiamo: povertà, migrazioni, solitudine involontaria, dispersione scolastica dei più giovani, emergenze umanitarie. Ci prepariamo e prepariamo le comunità in cui operiamo alle sfide che potranno colpirci facendo prevenzione e preparazione ai disastri, esercitandoci con le istituzioni e le altre organizzazioni ad intervenire negli scenari più complessi. Studiamo e approfondiamo i cambiamenti della società, la curva demografica, l’ambiente e le nuove tecnologie sperando di poter esser pronti quando emergeranno nuove vulnerabilità e ci verrà chiesto di continuare ad essere al fianco delle persone più vulnerabili portando quel messaggio che il nostro fondatore, Henry Dunant, proprio in questo luogo nel 1859, urlò all’umanità: tutti Fratelli!».

Poi un pensiero ai giovani e alle nuove generazioni: «Il futuro. Quante volte abbiamo associato la parola futuro ai giovani. Ma ai giovani appartiene il presente, come ogni anno lei ci ricorda con l’assegnazione dell’attestato di Alfiere della Repubblica a giovani che si sono distinti nello studio, in attività culturali, scientifiche, artistiche, sportive, nel volontariato oppure hanno compiuto atti o adottato comportamenti ispirati a senso civico, altruismo e solidarietà. Tra i tantissimi giovani di questa piazza, ce ne sono 55 provenienti da oltre 35 Società Nazionali di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, che questa settimana si sono incontrati qui per prepararsi a sfide comuni e rinsaldare quel sentimento di fratellanza e comprensione reciproca tra i popoli di cui abbiamo disperato bisogno in questo momento storico così complesso. Oggi qui, davanti a lei, migliaia di volontarie e volontari della Croce Rossa Italiana continuano il percorso di compassione, di fratellanza, di umanità iniziata 160 anni fa. Volontarie e volontari che amano dedicare il loro tempo per e con i più vulnerabili, che amano le loro comunità, le loro Solferino, che amano i Principi, gli ideali, i valori di Croce Rossa, che amano quell’emblema che ovunque ispira cura, fiducia, protezione, neutralità, umanità, che amano trasformare le idee in azioni con le istituzioni, con i cittadini, e con i donatori cui dedicano un sentimento di gratitudine. Ed in questa bellissima giornata, tutti noi dedichiamo un pensiero di affetto a tutte le volontarie ed i volontari rimasti nei loro territori, per continuare a garantire un’azione volontaria, disinteressata e a favore di chi ha bisogno, portando speranza anche nei momenti più bui». 

«Centosessant’anni di storia della Croce Rossa italiana, ricca di umanità e di dedizione, che ha accompagnato e sostenuto l’Italia. La celebrazione ricorda e sottolinea l’impegno che la Croce Rossa continua a esprimere. La professionalità dei suoi operatori rappresenta un supporto prezioso nelle difficoltà e nelle emergenze. La generosità dei suoi volontari costituisce una forza civile, culturale, umana che trasmette energia e fiducia anche nella vita quotidiana. La solidarietà ci ha sempre consentito di superare prove anche molto difficili». Queste le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della cerimonia che ha anticipato la fiaccolata.

«Questi nostri luoghi – Solferino, Castiglion delle Stiviere – prima ancora di ricordare a tutti noi il momento iniziale della storia della CroceRossa, ci riconducono a una delle battaglie più cruente della seconda guerra d’indipendenza. Oltre trecentomila soldati di tre diversi eserciti combatterono sulle colline e sulle campagne a sud del lago di Garda e il numero dei feriti, dei morti, dei corpi rimasti senza nome fu di molte decine di migliaia. Il cammino da Solferino, centro dello scontro armato, a Castiglion delle Stiviere fu di sofferenza, di angosciosa speranza per migliaia di feriti. La Croce Rossa nacque su questo percorso di dolore. Per dare conforto e assistenza. Per offrire cura ai feriti. Per ritrovare uno spazio umano dentro la logica spietata della guerra. Per dare la possibilità di futuro a chi rischiava di morire. Il sentimento di pietà vinse la paura, l’indifferenza, la rassegnazione. Questo sentimento», ha proseguito Mattarella, «conquistò uno spazio pubblico. Si fece organizzazione. È divenuto Diritto internazionale nella conferenza di Ginevra. Se è vero che nelle guerre c’è sempre qualcuno più responsabile nell’averle scatenate – e queste responsabilità non possono essere taciute – è vero che le vittime sono uguali nella loro umanità e nell’atroce dolore che sono costrette a sopportare. Le vittime sono tutte uguali. Meritano aiuto, cura, solidarietà, vicinanza umana».

«Sono questi i valori di cui siete oggi testimoni e che trasmettete ai giovani che frequentano le vostre sedi e animano le vostre attività sociali. Così come lo sono l’indipendenza rispetto a ogni potere costituito, l’universalità del vostro aiuto concreto, l’imparzialità e la neutralità, rispetto a interessi politici ed economici. Tutto questo accompagnato dall’assoluta determinazione di andare incontro a chi ha bisogno. Questa propensione all’impegno, alla dedizione, al sacrificio ha, nel tempo, ampliato il vostro campo di intervento sociale. E anche per questo desidero esprimere apprezzamento, e incoraggiamento. Buon 160° compleanno. L’augurio della Repubblica è che continuiate sulla vostra strada e che nel cammino incontriate tante altre persone, soprattutto tanti giovani», ha concluso il Presidente della Repubblica, rivolgendosi alle Volontarie e ai Volontari della Cri.

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.