Volontariato

Croce Rossa, i risultati dell’indagine in Senato

Si è posto il problema della natura giuridica dell'ente

di Gabriella Meroni

Rivedere la natura giuridica della Croce Rossa Italiana. Questo il ‘messaggio’ emerso dall’indagine conoscitiva, avviata il 6 dicembre scorso dalla Commissione Igiene e Sanita’ del Senato, che in un documento conclusivo individua nei ”vincoli statutari, la natura giuridica dell’ente e una gestione non sempre adeguata” i principali ‘responsabili’ delle disfunzioni organizzative dell’ente. La Commissione, dopo una serie di audizioni, ha ‘fotografato’ le condizioni in cui versa la Croce Rossa e ha auspicato ”un approfondimento sul tema della natura giuridica dell’ente – si legge nel documento – evidenziando l’opportunita’ di una netta delimitazione delle competenze tra gli organi di indirizzo politico e quelli amministrativa”. La Commissione, quindi, preso atto della decisione del ministro della Salute di prorogare al 30 giugno gli attuali organi amministrativi, ”rinnova l’invito al Governo ad adottare tutte le misure opportune per ricondurre la Cri nella sua piena funzionalita’, sia centrale che periferica”. Quanto dunque ai ‘problemi’ interni, l’indagine evidenzia ”una condizione di grave scollamento operativo tra i vari organi che compongono la Cri, una dannosa commistione, ai fini della corretta funzionalita’ dell’ente, tra poteri di controllo e poteri di indirizzo degli organi nazionali, nonche’ un’estensione impropria dei suoi compiti istituzionali”. E ancora ”l’inquadramento del corpo militare non e’ stato ancora compiutamente realizzato e piu’ in generale, la condizione di precariato di molti operatori non ha ancora trovato una dignitosa soluzione, come si evince dal pesante contenzioso in atto”. La Commissione ”nel pieno rispetto delle norme regolamentari – si legge ancora nel documento – si astiene dall’esprimere valutazioni di merito sul comportamento dei singoli, ritenendo che ogni iniziativa, da chiunque intrapresa, e’ fortemente condizionata da vincoli statutari non ancora risolti oltre che da una natura giuridica ormai probabilmente inadeguata alle caratteristiche organizzative dell’ente. L’ente – conclude – risente inoltre dei danni derivanti dalla lunga gestione commissariale, peraltro positivamente superata, che ha generato commistione di ruoli, difficolta’ nel ricambio dei gruppi dirigenti oltre ad aver incrinato il carattere democratico ed il principio di responsabilita”’.


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