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Croce Rossa: i nostri fondi? Per le persone più che per le strutture
Intervista a Giorgio Cancellieri, uno dei tre membri del Comitato istituito dalla Croce rossa Italiana per vigilare sulla destinazione dei fondi raccolti per il sisma. Ex ufficiale dei Carabinieri, Generale di Corpo d’Armata e per dieci anni magistrato della Corte dei Conti chiarisce: «Ieri c’è stato il primo incontro. Entro un mese sapremo quali sono i bisogni reali dei territorti»
Il presidente della Cri Francesco Rocca l’aveva annunciato proprio su vita.it: «Costituiremo un Comitato Etico che garantirà il corretto utilizzo dei fondi raccolti per i terremotati del Centro Italia».
Anche i nomi erano stati resi noti sul nostro sito: si tratta di Raffaele Squitieri, presidente della Corte dei Conti fino all’agosto scorso, Giorgio Cancellieri, ex generale dei Carabinieri nonché a sua volte Consigliere della stessa Corte, e Paolo Benvenuti, docente di Diritto Internazionale all’università di Roma Tre oltre che Medaglia d’Oro della Croce Rossa. Ieri il Comitato si è riunito per la prima volta. Giorgio Cancellieri ha deciso di raccontare come lavoreranno e quali sono gli obbiettivi che si sono dati.
Generale, come nasce il suo rapporto con Croce Rossa Italiana?
Con una telefonata. Mi ha chiamato il presidente nazionale Rocca per propormi questo incarico.
E come mai ha accettato?
Innanzitutto perché mi sono sentito molto onorato. Poi perché è un ruolo che mi permette di potere svolgere un’attività, anche se di sovrintendenza, in aiuto alle persone colpite dal sisma. Nella mia carriera ho vissuto sia il terremoto del Belice che quello dell’Irpinia e so bene cosa significhi il dramma del terremoto. A questo va aggiunta una nota personale. Sono marchigiano, di Pieve Torina, dove c’è ancora la casa di famiglia. Abbiamo subito dei danni e stiamo aspettando che vengano fatti i rilievi dalle autorità
Ieri avete avuto il primo incontro e l’insediamento ufficiale. Di cosa avete parlato?
In primo luogo siamo stati aggiornati sulla raccolta fondi di Croce Rossa
Come sta andando?
Io credo stia andando molto bene, non è ancora completata, e verrà tenuta aperta finché perverranno donazioni, ma da quello che mi risulta e da quello che ha illustrato il presidente ha avuto un sostegno a tutto campo che è andato da strutture bancarie a Poste, addirittura alla banca di Zurigo. I fondi provengono da tanti mondi, addirittura sono arrivate donazioni dalla Regina d’Inghilterra. In queste ore siamo sui 16 milioni (dato del 9 novembre ndr).
Vi è stato illustrato il vostro ruolo?
Il Comitato Etico è un organo di sovraintendenza alle operazioni per l’utilizzo del denaro raccolto. Il nostro ruolo è quello di valutare le progettualità che ci verranno sottoposte dall’unità di progetto centrale di Croce Rossa, in collaborazione con le strutture periferiche, e stabilire se si tratti di attività coerenti con le linee date dal Commissario straordinario Errani, che non si accavallino con interventi simili e che si contraddistinguano dalla totale trasparenza. Non devono e non possono esserci ombre, naturalmente.
Avete già avuto modo di valutare dei progetti?
No, è ancora presto. Ma abbiano stabilito delle linee di intervento a breve, medio e lungo periodo.
Può essere più specifico?
Certo. Nel breve periodo c’è stato e c’è l’impegno di Croce Rossa sull’emergenza. Nel medio periodo si è deciso di concentrarsi sulle persone e sulle esigenze personali. Situazioni di difficoltà di famiglie con disabili a carico o di allevatori che non riescono a lavorare ad esempio. Sono alla mia prima esperienza ma so che si tratta di un cambiamento rispetto al passato.
In che senso?
Negli interventi a L’Aquila e in Emilia Croce Rossa era intervenuta su progetti di ricostruzione pura, come la ristrutturazione della fontana delle Cento Cannelle di l’Aquila o all’edificazione di nuove scuole in Emilia. Questa volta questo tipo di interventi sarà valutato nell’ambito delle progettualità a lungo termine e in tandem con al Protezione Civile, ma la priorità sarà data ai micro bisogni del territorio.
Per fare interventi così mirati e specifici bisogna avere un a mappa dei bisogni del territorio molto dettagliata…
Per averla ci affidiamo alle nostre sedi locali e al rapporto con i sindaci. Il punto è che non vogliamo spendere questo denaro raccolto in cattedrali nel deserto o obbiettivi lontani dai bisogni delle persone. Per essere espliciti non costruiremo piscine olimpioniche sugli Appennini.
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