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Cristiani ancora nel mirino
Ripreso il coprifuoco nello Stato dell’Orissa a un mese dall’esplosione della violenza anti-cristiana ad opera di estremisti indu
di Redazione

A un mese dall’esplosione di violenza in India, si riaccendono gli attacchi ad opera di estremisti indu contro cristiani. La polizia indiana ha deciso di imporre di nuovo il coprifuoco nello stato dell’Orissa, ma si registrano tensioni anche in altre regioni dell’India: Madhya Pradesh, Chhattisgarh, Karnataka e Kerala. Oggi il Times of India riporta la notizia di un attacco contro una chiesa cristiana a Coimbatore, nello stato Tamil Nadu, dove un gruppo di persone hanno tirato sassi contro l’edificio. Si tratta del sesto episodio di questo genere avvenuto nello stato meridionale indiano dopo l’inizio delle violenze nello stato di Orissa. «La chiesa in India è tornata al tempo delle catacombe» ha dichiarato Alex Dias, vescovo di Port Blair «ci sono oltre 10mila cristiani nascosti nella giungla, decine di migliaia di persone ammassate nei campi profughi e anche in comunità come queste delle isola Sdamane e Nicobare, dove la situazione è relativamente tranquilla, ormai si percepisce un clima di intimidazione».
La maggior parte degli attacchi contro chiese ed abitazioni di cristiani si concentrano in Orissa. Secondo le agenzie indiane, almeno 30 tra chiese e case sono state date alle fiamme in villaggio nei pressi di Phulbani, capoluogo del distretto di Kandhamal dove ieri, su richiesta del ministero dell’Interno federale, è stato proclamato il coprifuoco dopo lo scoppio di una nuova ondata di violenze costata la vita ad una donna. Secondo l’agenzia Asianews ieri almeno 300 case di cristiani sono state bruciate nel distretto di Kandhamal. La polizia locale ha arrestato 40 attivisti di organizzazioni estremiste indù accusati di essere coinvolti nelle violenze e disordini di martedì. Nel distretto di Kandhamal, teatro degli scontri che nelle ultime settimane ha fatto 32 morti e costretto migliaia di persone a fuggire dalle loro case, 150mila dei 600mila abitanti sono cristiani. Il ministro degli Interni indiano ha deciso di inviare mille uomini delle forze para militari per cercare di riportare la situazione sotto controllo.
Il governo dello stato di Orissa è stato richiamato dal governo centrale indiano per la sua incapacità di fermare le violenze scoppiate dopo l’assassinio il 23 agosto scorso di Swami Laxmanananda Saraswati, leader dell’organizzazione estremista indù Vishwa Hindu Parishad che stava conducendo una campagna contro le crescenti conversioni cristiane nello stato.
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