Cultura

Cristianesimo o filosofia?

Intervista ad Ezio Mauro, direttore di Repubblica.

di Ettore Colombo

Ezio Mauro, direttore del quotidiano La Repubblica, è un esperto di ?cose cattoliche?. Lui se ne dice «sinceramente appassionato».
Vita: Direttore, s’avanza un nuovo strano cristiano, Buttiglione?
Ezio Mauro: Vedo in lui una figura di cristiano integrale, originario, che – come mi disse una volta ricordando il suo motto di famiglia – vuole «obbedire soltanto a Dio».
Vita: Spunterà fuori dunque anche l?Italia profonda di Buttiglione?
Mauro: Non credo. Certo è in atto il tentativo di dare vita non a un cristianesimo che crede in Dio ma a un cristianismo senza Dio. Lo scrive nel suo ultimo libro il pensatore francese Remi Brague. Dietro c?è l?idea di ridurre il cristianesimo a cultura, a filosofia, a strumento della politica. Un?idea che dovrebbe ripugnare soprattutto a un cattolico integrale come Buttiglione. Don Giussani ha sempre messo al centro della sua riflessione la cultura dell?avvenimento, del fatto storico, dell?incontro fisico con il messaggio cristiano. Una Chiesa ridotta a precetti, a morale, vuol dire un cristianesimo senza fede, come diceva René Girard. Dal punto di vista dei laici, la destra italiana, sia nella sua versione liberale classica che berlusconiana, non è riuscita a fondare una nuova cultura di destra.
Vita: È questo il motivo per cui Ferrara ?chiede aiuto? a Buttiglione?
Mauro: Il problema non è Ferrara, non solo lui. Certo è che una destra estenuata e spodestata del suo ruolo cerca nella cultura cattolica la forza che non ha. Ma del cattolicesimo si rifiuta di cogliere il messaggio profondo, quello sociale e la predicazione contro la guerra. Vogliono una morale orecchiata, presa a prestito, questi ?atei devoti?, questi ?laici clericali?. Forse possono creare problemi alla gerarchia, tentarla a seguirne i passi, ma i veri credenti che strumentalizzare i valori a fini politici vuol dire ridurre il cristianesimo a cultura. Cioé svuotarlo, finirlo.

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