Non profit
Crisi, scatta l’allarme “tagli”
Ridurre la spesa pubblica: manovra finanziaria in arrivo
Settimana di passione per l’economia internazionale quella che si è aperta oggi, e l’Italia comincia a fare i conti sui possibili e quasi inevitabili sacrifici in arrivo. Pensioni, stipendi, servizi, tutto quanto contribuisce all’elevata spesa pubblica nazionale è oggetto di studio e di possibile intervento. I giornali cominciano a tararsi sulle prospettive a breve termine.
- In rassegna stampa anche:
- CHIESA
- FEDERALISMO
- IMMIGRAZIONE
- GREEN ECONOMY
- ACQUA
- PROFESSIONISTI LOW COST
- CINA
- TRAPIANTI
Al tema crisi il CORRIERE DELLA SERA di oggi in prima pagina dedica l’editoriale a firma di Piero Ostellino: “Stato sociale, dieta forzata”. Ostellino parte citando il Washington Post («L’eccezione europea, il modello sociale più generoso del pianeta, ha i giorni contati») per poi attaccare frontalmente il sistema di welfare così com’è organizzato oggi: «Dal moderno stato sociale traggono profitto il capitalismo assistito, le corporazioni, i sindacati, tutte le forme di collettivismo riconosciute e sovvenzionate dalla mano pubblica e che hanno tutto da guadagnare dallo status quo. In una società corporativa il potere politico fa da mediatore fra le corporazioni in conflitto e, in una recessione economica, distribuisce le scarse risorse disponibili non secondo criteri di giustizia, ma in funzione della propria perpetuazione. A uscirne massacrati sono il singolo individuo, non protetto da una qualche corporazione, e le aziende che operano sul mercato. “Manovra e risparmi, Tremonti in trincea” è invece il titolo di apertura della doppia pagina riservata allo stato dei nostri conti pubblici. Dice il responsabile dell’Economia: “Tutte le voci in circolazione sono confuse e confusionarie. Nessuna decisione è stata presa”. Poi due focus: su Francia e Germania: “Pensioni, mossa francese. Tassa sui più ricchi per risanare il welfare” e “Un piano tedesco per l’Europa: limiti ai deficit sanciti per legge”.
Apertura sul teatrino politico su LA REPUBBLICA (“Bossi: no a Casini, è come Fini”) e taglio centrale per il “Piano anticrisi, nel 20111 si andrà in pensione più tardi”. I servizi all’interno: dimezzamento delle “finestre” di uscita per la pensione di anzianità e per quella di vecchiaia nel 2011. La conferma dal ministro Brunetta: «il ritardo di qualche mese per chi aveva deciso di andare in pensione, è un sacrificio? Chiamiamola piccola iattura, ma non mi sembra una cosa insopportabile». Ridurre le “finestre” significherà allungare i tempi di attesa e far risparmiare lo Stato. Confermato anche un intervento sulle pensioni di invalidità civile (attualmente sono 2,5 milioni): si pensa di collegare l’accompagnamento al reddito (attualmente è erogato indipendentemente dal reddito). Intanto la manovra sarebbe salita a 27,6 miliardi: spunta la trasformazione dei Monopoli in agenzia per poter riscuotere più rapidamente, una sorta di sanatoria edilizia e forse la riapertura del concordato preventivo. Tremonti ha stroncato le voci circolanti: «poche idee ma confuse». Intanto la Lega alza il tiro: per Bossi devono pagare i deputati ma anche i magistrati. Dure le opposizioni. «Non ci vengano a dire che bisogna fare la manovra perché c’è stata la Grecia», afferma Bersani. Vendola di Sinistra e Libertà parla di «manovra classista». Quanto al dare l’esempio, ecco la gara dei colonnelli. La Russa propone di devolvere un mese di stipendio; Gasparri rilancia a tre. In una breve intervista Giuseppe Cascini, segretario Anm, boccia la proposta di Bossi: «non c’è alcuna corrispondenza tra lo stipendio di un parlamentare e quello di un magistrato… Un giudice guadagna meno di un commesso della Camera e meno di un portaborse di un parlamentare». Un dossier descrive le manovre di Eurolandia: tutti i governi europei stanno cercando di varare manovre correttive (60 miliardi di tagli in Germania, 65 in Spagna, 95 in Francia). Domani incontro all’Eurogruppo. La Germania vuole chiedere un piano per puntellare l’euro che passa attraverso il consolidamento di tutti i conti dei paesi europei. Trichet suggerisce una sorveglianza reciproca della politica economica.
«I nostri soldi e quelli della politica – Servono tagli non elemosine»: IL GIORNALE si affida a un fondo di Vittorio Feltri che fa da apertura per raccontare come «Per fortuna il governo finora ha stretto i cordoni della borsa o saremmo come la Grecia. Ma una sforbiciatina agli stipendi dei deputati non basta. Berlusconi adesso faccia uno sforzo: rinunci a una po’ di popolarità e salvi il Paese». Tra le righe perle di saggezza economica come «è noto che l’economia sale o scende se sale o scende il morale del popolo», Feltri continua «Chiediamo a Berlusconi uno sforzo per lui immane: rinuncia a una piccola quota di popolarità per salvare il Paese». Gli articoli dedicati alle misure anticrisi sono alle pagine interne (6 – 7), in un articolo Paolo Del Debbio analizza la necessità della «Manovra inevitabile: o tagliamo noi oggi o domani lo farà l’Ue», nel secondo si analizzano le varie ricette dei politici: dalla proposta di Calderoli del taglio agli stipendi dei politici a quella di Gasparri (rinuncia a tre indennità mensili per tutti i parlamentari) da Sacconi che propone l’associazione «obbligatoria per i micro comuni in enti locali maggiori) alla Santanché che alla proposta Calderoli aggiunge anche una «lista di volontari disposti a rinunciare all’auto blu» a Cota che è per la «creazione dell’assessorato “anti-furbetti” per eliminare sprechi e vincoli burocratici».
IL SOLE 24 ORE del lunedì come al solito è sganciato dall’attualità, ma alla questione crisi dedica due pagine di approfondimento a pagina 10-11. L’analisi di Fabrizio Galimberti si intitola “La via obbligata della crescita”: «Il paese che esce meglio da questa vicenda è la Germania, che ha saputo coniugare una forte manovra di sostegno con una buona performance del Pil e un’ottima performance dell’occupazione. La dipendenza della Germania dall’export, la più alta fra i maggiori paesi Ocse (la quota dell’export sul Pil è di quasi il 50%, 20 punti in più di quella italiana) ha fatto sì che il Pil 2009 sia caduto del 5%, come in Italia. Ma la manovra di sostegno all’economia ha limitato la riduzione della domanda interna al 2%, mentre in Italia, dove il sostegno della politica di bilancio è stato praticamente assente, la domanda interna è calata di quasi il 4%. E in Germania il tasso di disoccupazione è oggi addirittura inferiore a quello che prevaleva prima della crisi. (…) l’opzione vera è quella di puntare sulla crescita: il deficit si corregge col denominatore del Pil. Se quello cresce il peso del deficit, come l’intendenza, seguirà».
“Un mercato unico verde e digitale”. ITALIA OGGI pubblica il rapporto sul mercato interno scritto dall’ex commissario europee Mario Monti. Il rapporto gli era stato commissionato lo scorso ottobre da Jose Barroso. E cosa prevede la ricetta di Monti per il rilancio dell’economia? Tanto verde e tecnologia. «Il commercio elettronico e le eco-imprese sono i settori con le maggiori possibilità di crescita e di occupazione future». Parlando di numeri, l’Ue potrebbe aumentare il suo pil del 4% se promuovesse il rapido sviluppo del mercato unico digitale». Per quanto riguarda il mercato dei prodotti e dei servizi eco, secondo Monti esso dovrebbe triplicare entro il 2020. Oggi si legge nel pezzo, è stimato intorno al trilione di euro all’anno.
“L’altolà di Tremonti: Sulla manovra troppe voci, decido io”. LA STAMPA apre il servizio sulla crisi a pagina 6 e 7 con le dichiarazioni di ieri sera del ministro dell’economia. Dopo un rincorrersi di proposte Tremonti ha chiarito che spetterà a lui ogni decisione sulla manovra: «secondo i bene informati» scrive LA STAMPA «potrebbe essere di ben 27,6 miliardi: 13 miliardi per quest’anno e 14,5 per il 2011, e dovrebbe vedere la luce nel giro di due settimane». Nel menù già noto, che prevede tra l’altro il congelamento dei contratti pubblici e un giro di vite sulle pensioni di invalidità «potrebbe finirci un taglio ai finanziamenti per una serie di eventi e grandi opere, come il Ponte sullo stretto, la candidatura di Roma alle olimpiadi e l’Expo di Milano» scrive ancora LA STAMPA. Poi c’è la proposta del taglio del 5% delle indennità parlamentari e dei manager pubblici di primo piano e tutta una serie di altre ipotesi e suggerimenti che però sono ancora al vaglio del ministero dell’Economia. LA STAMPA dedica un retroscena alle manovre in corso a livello UE: “Bilanci e speculazione. La stretta dell’Ue”, il titolo. Oltre al fondo anticrisi di 750 miliardi, sarebbero due i fronti sui quali l’Unione europea sta lavorando: il risanamento coordinato dei bilanci e la stretta sugli strumenti finanziari più pericolosi, a partire dagli hedge fund (fondi avvoltoio) che, finalmente, scrive Marco Zatterini da Bruxelles, subiranno una prima regolata.
E inoltre sui giornali di oggi:
CHIESA
LA REPUBBLICA – Ampio spazio all’incontro in Piazza San Pietro: ieri quasi 200mila persone si sono strette attorno al Papa che non si è tirato indietro: «il vero nemico da combattere è il peccato, il male spirituale che, a volte, purtroppo, contagia anche in membri della Chiesa». Fra le organizzazioni presenti, Comunione e Liberazione, la Comunità di Sant’Egidio, la Fuci, Azione cattolica e i Focolarini. A fianco, Ilvo Diamanti commenta un sondaggio secondo il quale “Nell’anno orribile del Vaticano la fiducia nel Papa scende ai minimi”.
LA STAMPA – “Il peccato contagia la Chiesa”. Ieri 200 mila persone, appartenenti a diversi movimenti e associazioni ecclesiali, si sono riunite in piazza San Pietro per testimoniare la vicinanza al Papa dopo lo scandalo-pedofilia. Il vaticanista de LA STAMPA scrive che il Papa ha rimarcato con fermezza che il vero nemico da combattere è «il peccato» che «contagia anche i membri della Chiesa». Benedetto XVI ha anche ribadito la necessità di una linea di «rinnovamento» e «purificazione». Un riquadro a parte è dedicato all’appello dei vescovi austriaci a riaprire il confronto sul celibato dei sacerdoti. Riuniti a Mariazell, hanno lanciato un forte appello ad affrontare la questione. Lo stesso arcivescovo di Vienna Christoph Schoenborn ha da tempo presentato in Curia una appello di autorevoli cattolici austriaci per l’abolizione dell’obbligo del celibato, il ritorno in attività dei preti sposati, l’apertura del diaconato anche alle donne e l’ordinazione dei cosiddetti “viri probati”. Il tutto per far fronte «alla grave crisi di un’ex nazione cattolicissima» scrive LA STAMPA, al calo del numero dei sacerdoti e, indirettamente, agli scandali a sfondo sessuale.
FEDERALISMO
CORRIERE DELLA SERA – “«Federalismo, partiamo anche da soli. Ci diano il potere su scuola e ambiente»”. Maurizio di Giannattasio intervista il governatore lombardo Roberto Formigoni. Questi i passaggi più rilevanti: «è arrivata l’ora del federalismo differenziato che è il vero federalismo. È l’ora di riconoscere che se in un paese unitario come l’Italia vogliamo far crescere il paese intero con la crescita dei territori, dobbiamo riconoscere la differenza dei territori. Il federalismo differenziato è il riconoscimento di un dato di fatto: territori diversi tra loro, con potenzialità differenti e con problemi differenti. Se non vogliamo un paese ingessato dobbiamo riconoscere le differenze e permettere a ciascun territorio di sviluppare le proprie… Ho scritto una lettera al premier in cui la Lombardia chiede il trasferimento di 12 materie da esercitare in piena autonomia. E di partire subito… Qui non stiamo parlando di risorse, ma della possibilità di fare da soli su alcune materie e su alcune competenze. È una riforma a costo zero, è un’assunzione di responsabilità da parte delle Regioni. La Lombardia è pronta a investire risorse proprie e anche private. Lei sa quanti imprenditori sarebbero pronti a investire risorse su una scuola diversa più legata al proprio territorio e alle esigenze del territorio?» .
IMMIGRAZIONE
IL SOLE 24 ORE – “Dagli stranieri un argine al taglio dei posti di lavoro – Nel 2009 l’occupazione immigrata è aumentata del 13%: «In Italia ci sono settori produttivi dove l’offerta lavorativa è aumentata nonostante la crisi. Non si tratta di nicchie di mercato ma di comparti vitali per l’economia nazionale. Infatti, negli ultimi quattro anni, nell’edilizia, nell’industria tradizionale, nell’agricoltura e nei servizi si è intensificato il fenomeno dello ” switch” occupazionale: quando un italiano viene licenziato, a volte è solo per far spazio a uno straniero. Nell’ultimo rapporto sulle forze lavoro l’Istat ha mostrato dati eloquenti. “Nel quarto trimestre 2009 il numero di occupati risulta pari a 22.922.000 unità, un calo di 428mila unità rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. La perdita dell’occupazione è sintesi di una riduzione molto accentuata della componente italiana (-530.000 unità), a fronte di una crescita, con ritmi inferiori al passato, di quella straniera”. Quindi se il tasso di disoccupazione continua ad aumentare dipende dal numero di italiani licenziati, perché in realtà l’occupazione straniera cresce costantemente. Tra il 2006 e il 2009 il tasso di crescita annuale dei lavoratori stranieri è aumentato del 165% (da 85mila a 225mila nuove unità l’anno) e tra il primo e il quarto trimestre 2009 l’Istat segna il +13% degli occupati provenienti da altri paesi».
GREEN ECONOMY
IL GIORNALE – Un’intera pagina per raccontare: «Ecco perché la green economy è in bancarotta» nell’articolo di Franco Battaglia dove si legge che «Il riscaldamento globale è una favola destinata a essere seppellita dalla crisi economica a cui essa stessa ha contribuito E le cifre che arrivano dal settore delle energie alternative sono drammatiche: 9 posti di lavoro perduti per ogni 4 “creati”» e di spalla Alessandro Cecchi Paone lancia un’intemerata a favore dell’energia nucleare e contro Isabella Bossi Fedrigotti colpevole sulle pagine del Corsera di essere contraria al nucleare «Guardiamoci dalle nobildonne che si occupano di nucleare».
ACQUA
LA STAMPA – “Il Nilo non basta più. È guerra dell’acqua tra Egitto e Africa nera”. «La prossima guerra sarà per l’acqua» aveva detto anni fa l’ex ministro degli esteri egiziano Boutros Ghali. Una profezia che pare sul punto di avverarsi: dopo anni di trattative quattro Paesi dell’Africa dell’Est per la prima volta hanno deciso di infrangere l’accordo con l’Egitto che attribuisce a quest’ultimo l’87% delle acque del fiume. Un accordo che risale all’epoca coloniale al quale ora gli altri Stati africani attraversati dal fiume non vogliono più sottostare. La questione è sempre più scottante scrive Domenico Quirico: il ministro dell’Acqua egiziano ha reagito con rabbia e si parla di ricorso al tribunale dell’Aja: «anche se nessuno osa dirlo, si delinea il rischio di una guerra dell’acqua».
PROFESSIONISTI LOW COST
IL SOLE 24 ORE – “Dentisti, architetti, legali: clienti a caccia di low cost”: «Avvocati che “scendono in strada” e allo studio ovattato preferiscono il piano terra con tanto di vetrina. Dentisti che offrono prestazioni a prezzi scontati. O architetti che con l’aiuto del web forniscono una consulenza virtuale con un taglio dei costi. E persino psicologi che hanno sostituito il lettino di Freud con una semplice sedia e utilizzano la Rete per farsi conoscere. Per i professionisti è in atto una vera e propria mutazione genetica all’insegna del low cost e del 2.0. Un fenomeno che ha ricevuto una forte spinta dal decreto Bersani sulle liberalizzazioni del 2006 che ha abolito le tariffe minime e consentito ai professionisti di pubblicizzare la propria attività. E che la crisi, con l’esigenza di tenere sotto controllo il portafoglio, ha accentuato sempre di più».
CINA
ITALIA OGGI – “Cina:Tassa sulle imposte addio”. Il giornale dei professionisti dedica mezza pagina alle ricette per il rilancio dell’export made in Cina, che secondo quello riportato nel pezzo, vive un momento di contrazione. Con effetto retroattivo, a partire dal primo gennaio 2010, «i carichi commerciali diretti al di fuori dei confini saranno esentati dal versamento dell’imposta, sia nel corso di spedizioni via mare sia via aria». Secondo le stime, Air Cina e Cargo Shipping, avranno un benefico di 112 milioni di euro. Ma i benefici, secondo l’analisi dell’articolo, non saranno solo per l’economia cinese. «La cancellazione della business tax sulle spedizioni consentirà di creare un mercato globale dei trasporti più equo e trasparente dal momento che molto paesi, prima della Cina, avevano già azzerato questo genere di balzello» .
TRAPIANTI
IL SOLE 24 ORE – “Sui trapianti richieste più tutele- Le associazioni: servono ulteriori agevolazioni a favore di donatori e pazienti ” è il titolo dell’apertura della pagina volontariato del SOLE 24 ORE del lunedì, che mette in luce il positivo costante aumento degli interventi ( «dal 1992 è cresciuto non solo il numero dei donatori potenziali, ma anche quello dei donatori effettivamente utilizzati: in media il 14% in più all’anno»), ma anche che ancora troppi restano in attesa restano («in lista quasi 11.300 richieste di trapianto: allo stato attuale, solo a un terzo sarà possibile rispondere»). A fine mese si terrà la settimana nazionale.
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