Mondo

Crisi profonda a prova di bonus

Allarme rosso dal mondo dell'industria mentre il governo mette a punto la manovra

di Franco Bomprezzi

 

Non è più solo crisi finanziaria, ma è sempre più evidente che il mondo della produzione industriale sta vivendo un momento drammatico. I giornali di oggi registrano il monito di Epifani (Cgil) e aggiungono molti dettagli sul piano anticrisi che sta per varare il Governo.

 

 

 

Il titolone Repubblica lo dedica alla politica (il caos Villari) ma quello di mezzo è sulla crisi: “Famiglie, aiuto per i mutui e bonus alle fasce deboli”. Ecco le misure allo studio del governo: bonus fino a 800 euro per le famiglie (fino a 20mila euro di reddito), un calmiere per i mutui primacasa attraverso un nuovo protocollo d’intesa, stop agli aumenti di ferrovie e autostrade, taglio del 20% di luce e gas per la fasce sociali più deboli. Confermato lo sconto Irap, prorogato il versamento dell’acconto Irpef e Ires (attualmente fissato al 30 novembre).
A pagina 6 il dossier: Roberto Petrini riferisce che mercoledì il Cdm affronterà queste decisioni, il cui costo complessivo sarà di 4 miliardi. «Il pacchetto fiscale delle famiglie anticiperebbe in qualche modo… Il concetto del quoziente familiare», gli sconti sarebbero modulati secondo tre fasce di reddito e tenendo conto della composizione familiare. Probabile lo slittamento del momento in cui pagare l’Iva: non più all’emissione della fattura ma all’incasso; probabile proroga della detassazione degli straordinari. In appoggio Giorgio Lonardi spiega “E le famiglie tagliano l’acqua minerale”. Crollo anche per queste industrie: nel 2008 vendute 360 milioni di bottiglie in meno, ma in diminuzione anche il consumo di altre bevande fuori casa (il fatturato dei bar è sceso quasi del 5%).
A pagina 7, Roberto Mania intervista Sacconi: “Un piano d’emergenza per chi perde il lavoro ma non potremo aiutare tutti”. «La sede per il confronto con l’opposizione c’è già: è il Parlamento dove se c’è buona volontà si possono realizzare convergenze utili al Paese. Per questo non si devono cercare formule strane come quella proposta da Veltroni» (ovvero un summit a Palazzo Chigi). «l’obiettivo prioritario è quello di garantire la stabilità della finanza pubblica in un paese che ha un gran debito ed è quindi costretto a continue emissioni di titoli di stato»; «allargheremo i beneficiari delle forme di integrazione al reddito previste nei casi di perdita o sospensione del lavoro. Lo faremo anche coinvolgendo gli enti bilaterali promossi dalle parti sociali soprattutto nel commercio e nell’artigianato». Non si tratta di vera riforma, ma di piano d’emergenza «Vogliamo stabilire un patto con le Regioni per cui i beneficiari dei sussidi ricevano tutti un’opportunità formativa e i loro nominativi siano a disposizione dei centri pubblici per l’impiego». A pagina 9 “Epifani lancia l’allarme «Crisi pesante, è in arrivo una valanga»”. Della posizione del leader della Cgil dà conto Roberto Petrini: sostenere l’accesso al credito delle imprese e sostenere le famiglie (cioè la domanda), introducendo ammortizzatori sociali e sgravi fiscali. Epifani è disponibile a «riflettere sullo sciopero generale del 12 dicembre». Cresce il fronte di chi chiede ampie intese per affrontare la crisi… Ma intanto Regioni e Comuni sono sul piede di guerra: se non rientrano i tagli della finanziaria, non presenteranno i conti previsionali per il 2009.

“La recessione butta giù le borse. Petrolio sotto quota 50 dollari” titola il Corriere della Sera. La crisi continua a colpire i mercati finanziari (Milano -2,29%) e il prezzo del petrolio è sceso sotto i 50 dollari. Secondo il leader della Cgil Epifani: «Sta arrivando una valanga e c’è bisogno di un intervento forte». La notizia di oggi però è che il via libera del governo al piano per le infrastrutture slitta a mercoledì, malgrado fosse prevista per oggi la riunione del Cipe che avrebbe dovuto sbloccare 16 miliardi di investimenti pubblici. Il Corriere mette la lente sulla crisi dell'”Europa delle tute blu”. L’elenco è da brividi: «la tedesca Basf, primo gigante della chimica mondiale annuncia chiusure di produzione in 80 fabbriche e tagli di attività in altre cento…la francese Peugeot Citroen ha annunciato il taglio di 3500 posti e ha previsto che nel 2009 venderà il 10% in meno di automobili che nel 2008. La farmaceutica anglo-svedese, presente in tutta Europa ha annunciato una ristrutturazione che comporterà 1.400 licenziamenti…» Sempre sullo stesso tema in Economia Paola Pica raccoglie l’intervento del l’ad di Unicredit Alessandro Profumo di ieri alla Fondazione Banco di Sicilia: «Il costo del fallimento “può essere più alto di quello di far vivere un’azienda in difficoltà” e se è vero che dal rapporto «stretto e trasparente» tra banche e imprese passa il contrasto alla crisi allora bisogna essere disponibili «anche a fare cose che in tempi normali sono da evitare, come l’ingresso delle stesse banche nell’azionariato delle imprese».

La Stampa oggi apre con i provvedimenti del governo anti-crisi finanziaria che dovrebbero essere licenziati dal Consiglio dei ministri il 26 novembre. Il governo «pensa a un bonus per le famiglie», «fra i 150 e un massimo di 700 euro per le famiglie povere e numerose», deducibilità dell’irap dall’ires, riduzione di tre punti degli acconti fiscali di fine mese, conferma della detassazione degli straordinari e dei premi di produttività, differimento dei versamenti Iva al momento dell’incasso.  Se tutte le ipotesi in cantiere verranno confermate l’entità della misura anti-crisi potrebbe superare i 3-4 miliardi. Il termine ultimo per completare la manovra è il 15 dicembre perché l’insieme dei pian di ciascuno stato dovrà essere coordinato nel vertice europeo dell’11 e del 12. La Stampa, insieme alle dichiarazioni del governo, da conto dell’allarme lanciato dal segretario della Cgil Guglielmo Epifani, che ha parlato di «una valanga in arrivo» che si tradurrà in migliaia di posti di lavoro in meno, Epifani si è spinto a dire che di fronte a «misure molto forti» a favore dei redditi più bassi potrebbe revocare lo sciopero generale indetto per il 12 dicembre.

Sull’allarme di Epifani il Sole 24 Ore ha un pezzo a pag. 4, preceduto da pagine sul crollo delle borse americane, la crisi nerissima del settore auto e gli aiuti promessi alle famiglie per fine anno (bonus fiscale fino a 800 euro in base a reddito e composizione familiare). Oltre all’allarme-valanga lanciato dal leader della Cgil, si dà conto degli appelli di Veltroni e Casini a Berlusconi affinché li coinvolga nei provvedimenti anticrisi, insieme all’accusa di fare tutto da solo e, peggio, di essere perennemente in trincea contro tutti e tutto. Epifani ha poi messo nero su bianco le sue priorità: favorire l’accesso al credito e sostenere i consumi delle famiglie, che non spendono più perché non hanno più soldi. Lunedì l’incontro dei sindacati a Palazzo Chigi, si vedranno le risposte.

Italia Oggi approfondisce le notizie sugli interventi in arrivo: il bonus per le famiglie in esame dal governo varia dai 150 a 800 euro. Il tutto a seconda dei del numero dei componenti della famiglia a patto che il reddito del nucleo non superi un certo livello. Il via libera dovrebbe arrivare mercoledì prossimo in consiglio dei ministri. Il piano dovrebbe complessivamente costare sui 3-4 miliardi di euro. Secondo le indiscrezioni, il beneficio verrebbe articolato su tre fasce di reddito e composizione familiare: coniugi senza figli fino a 12 mila euro di reddito; famiglie di 3-5 componenti tra i 12 e i 17 mila euro di reddito; famiglie dai sei componenti in su fino a 20 mila euro. Secondo quanto detto dal sottosegretario all’economia Daniele Molgora, il ministero sta valutando una complessiva razionalizzazione del sistema delle detrazioni fiscali, ricordando che attualmente sono 49, molte delle quali di limitato importo. La riorganizzazione, allora, avrebbe lo scopo di aumentare il valore delle detrazioni che di deciderà di mantenere in vita. Per le famiglie infine, rimane in campo la riduzione di tre punti dell’acconto Irpef che andrebbe pagato entro il primo dicembre nella misura del 99% dell’imposta versata. La stessa misura verrà messa in campo per gli acconti Ires che le imprese dovrebbero pagare nella misura del 100%. Per quanto riguarda le aziende, l’intenzione è quello di agire sulla componente costo del lavoro dell’irap, magari individuando una quota dell’imposta (10-15%) che andrà dedotta dall’ires. Non ci dovrebbero essere dubbi  sulla proroga della detassazione degli straordinari, già adottata in via sperimentale per la seconda metà del 2008. Si tratta di un’aliquota secca del 10% per i redditi fino a 30 mila euro.

“Crack e lavoro” è il richiamino in prima del manifesto sulla crisi che avanza “Il governo affronta la crisi tagliando i diritti”. Sullo stesso tema in prima il commento di Galapagos “Tremonti. Attacco ai lavoratori” riferito al voto al Senato per la conversione in legge di un decreto legge in cui è stato inserito un emendamento che estende «a tutte le imprese – in amministrazione straordinaria – la legge ad hoc varata per Alitalia. Si tratta di una modifica all’articolo 2112 del codice civile che annulla le tutele per i lavoratori di grandi imprese in crisi, in caso di cessione di rami o parti di aziendali. Significa che la crisi la pagheranno salata i lavoratori che non avranno più alcuna garanzia sui livelli non solo salariali acquisiti. A uscire più forte dalla crisi, insomma, sarà solo il capitale». Due le pagine (la 6 e la 7) dedicate al tema: “Se c’è la crisi, addio diritti”. L’articolo di Francesco Piccioni esordisce con «A pensar male si fa peccato, spiegava Andreotti, ma ci si prende quasi sempre. Con questo governo, però, scompare persino il “quasi”» e conclude: «Il tempo per fermare questa norma odiosa non è molto, ma è certamente materia in più per lo sciopero generale che si terrà il 12 dicembre. Cominciando magari ad alzare da subito la voce». Un secondo articolo è dedicato ai licenziamenti. “Fuori dipendenti e precari. Il governo per ora sta fermo. Licenziati a migliaia Cgil: «È una valanga»”, il titolo. Antonio Sciotto scrive: «I licenziamenti cominciano a essere consistenti, la crisi non risparmia nessun distretto (…) Per i lavoratori a temine, come per tutto il complesso degli “atipici”, l’emergenza è ancora più forte: infatti non godono di alcun ammortizzatore sociale. (…) Quanto al governo, per il momento la situazione è più che confusa: le misure vengono rinviate a dicembre…». Di spalla un articolo dedicato agli Usa e al boom di disoccupati e pignoramenti che stanno arrivando a cifre record.

Il Giornale ha inaugurato ieri la serie “Chissenefrega della crisi”. Giovedì aveva pubblicato un’immagine di scranni deserti in una assemblea del Parlamento europeo e il pezzo riguardava le assenze degli europarlamentari alle sedute del consesso. Oggi alla nuova rubrica dedica sempre la foto di copertina e la dida chiarisce il tema: «Berlino celebra il calendario più glamour. Dubai fa la festa più costosa del mondo”. Il calendario è quello Pirelli 2009 , pag. 25, che ha per tema l’Africa e la festa è quella dell’inaugurazione dell’hotel Atlantis Palm che costa  20milioni di dollari, a pag. 17. Sulla crisi vera e propria copertina e pag. 5: “Berlusconi: «subito aiuti alle famiglie disagiate» e il provvedimento dovrebbe essere preso già nel consiglio dei ministri di mercoledì. Sulla riforma della scuola ribadisce: «nessun licenziamento, grazie al maestro unico si amplierà il tempo pieno». Un’infografica indica le misure allo studio, tra cui taglio delle accise sulla benzina nel periodo natalizio, Iva solo per cassa, Primi passi per il quoziente familiare, una tantum per i redditi più bassi, sconti  su bollette luce e gas per  redditi sino a 25mila euro, la social card (da dicembre), ammortizzatori sociali estesi ai precari. E a pag. 48 un pezzo sul boom di domande per gli alloggi popolari: “La crisi allunga le file: spuntano gli impiegati”: non solo immigrati, ma anche colletti bianchi fanno richiesta di assegnazione di case popolari a Milano portando a 20 mila gli iscritti nelle relative liste.

“Verso il bonus alle famiglie. Pdl e Pd, prove di dialogo” titola Avvenire a pag. 4. In un piccolo trafiletto si riassumono molto chiaramente le ipotesi di intervento: 1. Bonus fra 150 e 7-800 euro alle famiglie povere, divise in tre fasce: per i coniugi senza figli fino a 12mila euro; i nuclei di 3-5 membri fino a 17mila; quelli con 6 o più componenti fino a 20mila. 2. Taglio degli acconti: tre punti di riduzione dell’aliquota sui versamenti di fine novembre per famiglie e imprese. 3. Irap detraibile dalle imposte societarie sui redditi e Iva pagata all’atto della liquidazione, non più della fatturazione. 4. Tassazione ridotta al 10% degli straordinari. 5. Obbligazioni convertibili comprate dal tesoro per rafforzare i patrimoni dei principali istituti di credito. Di fronte allo scenario della crisi anche la Cgil avanza le proposte ed Epifani si dice pronto a riflettere sullo sciopero ed eventualmente a revocarlo se la piattaforma di idee preparate dal sindacato verrà accolta. La crisi, ha sostenuto Epifani, «sta colpendo le nostre strutture. Regioni come l’Emilia Romagna che non avevano avuto problemi ne hanno di seri». E la cassa integrazione nei settori produttivi sarebbe già salita del 12% rispetto a un anno fa. La sua ricetta: favorire l’accesso al credito, perché le banche hanno liquidità ma tendono a trattenerla, e agire sulla crisi della domanda di consumi finali. Ha inoltre sottolineato l’importanza di essere uniti sul fronte sindacale, aggiungendo subito dopo, che «non tocca a me fare il primo passo, sicuramente». Bonanni concorda e tende la mano per un riconciliazione Cgil-Cisl.

E inoltre sui quotidiani di oggi:

Obama

Il Sole 24 Ore – Pag.  15: Obama sceglie una donna per la sicurezza. L’importantissimo Dipartimento della Home Security, creato dopo l’11 settembre, andrà quasi certamente a Janet Napolitano, 51 anni, italoamericana, governatrice dell’Arizona e strapopolare, tanto da essersi piazzata tra i 5 migliori governatori Usa secondo un’attendibile classifica di Time. Anche McCain, che come si sa è dell’Arizona, l’ha appoggiata, telefonandole ancora prima della nomina ufficiale per congratularsi.

Giustizia

Il Sole 24 Ore – Messa in prova, verso un compromesso. Secondo il Sole, già dal prossimo consiglio di Ministri di venerdì 28 si potrebbe arrivare a una approvazione del ddl sui benefici della sospensione. Come mai? Semplice: si abbasserebbe il limite dei 4 anni per usufruire della messa in prova. Da parte loro anche i magistrati dell’Anm sarebbero favorevoli se l’asticella si abbassasse a 3 anni.

Il Giornale – Copertina e servizi a pag. 9: “le prigioni scoppiano ancora: 58mila in cella. Dai dati del ministero emerge una situazione esplosiva: in molti istituti il doppio dei reclusi rispetto alla capienza. Più della metà sono ancora in attesa di giudizio, gli stranieri aumentano e in una singola rinchiuse fino a 8 persone. Box di cifre, tra cui un confronto il 31 ottobre 2007 i detenuti erano 47.807, un anno esatto dopo erano 57.861, il 17,4% in più. Il caso di Torino: “In 15 in infermeria senza finestre e i detenuti dormono in palestra” dalla cronaca di Gian Marco Chiocci. Il commento è di Salvatore Scarpino “La soluzione non è l’indulto”.

Eluana

Il manifesto – Sul caso Englaro a pagina 8 Mariangela Maturi firma l’articolo: “Il padre della ragazza in silenzio stampa. Eluana, cattolici in preghiera alla Corte di Strasburgo”. «Quando sembrava che il caso di Eluana avesse superato tutte le tappe (anche quelle superflue) del calvario giuridico, è arrivata la Corte Europea per i diritti dell’uomo. Vivamente sollecitata da trentaquattro associazioni italiane che hanno presentato ricorso contro la sentenza della Cassazione, la Corte di Strasburgo ha accettato di procedere, ma senza fretta (…) Le associazioni che si sono appellate alla Corte di Strasburgo si occupano di malati in stato vegetativo o severamente disabili, e sono decise a bloccare le sentenze dei tribunali italiani con ogni mezzo». E in un box si dà conto delle “crociate” e a commento delle parole di Bagnasco «La dottrina cattolica e anche il buonsenso ci dicono che tutti mangiamo e beviamo senza prendere nessuna medicina» scrive. «Non tutti però siamo in stato vegetativo da 16 anni».

Corriere della Sera – Marco Cremonesi firma una bella intervista a Umberto Bossi. Questo l’incipit: «Quando mi sono svegliato è stato il momento più brutto. Ho chiesto a mia moglie di non permettere che i medici pasticciassero con me». Un concetto che il Corriere nel titolo traduce con “Bossi ed Eluana: «Se capita a me lasciatemi morire»”. Altri passaggi: «Io non so cosa direi al padre di Eluana: qui se lei mi fa la domanda, dico che non sarei capace di chiedere di staccare la spina a mio figlio…Ma a dire una cosa del genere sono capaci tutti. La verità è che senza il dolore non si può dire niente. Uno parla della realtà normale, quotidiana, e l’altro è da tutt’altra parte. È da solo su un altro pianeta».

Avvenire – Dopo la domanda avanzata da 34 associazioni contro l’interruzione dell’alimentazione per la giovane lecchese, la Corte di Strasburgo interviene, scegliendo la via ordinaria: “L’Europa si muove. Aperto un fascicolo” (pag. 6). «La Corte ha considerato che le associazioni dei malati sono direttamente coinvolte e quindi legittimate a presentare ricorso», ha detto Eugenia Roccella. Nel frattempo, in Italia si moltiplicano i momenti di preghiera a sostegno della vita di Eluana. Ieri, a Firenze, centinaia di persone hanno partecipato al rosario con l’arcivescovo Betori.

Villari

Il manifesto – Il titolo di prima come la vignetta di Vauro sono dedicati al caso Villari. “Cavallo pazzo” è il titolo sulla fotografia del celebre cavallo Rai, protagonista anche della vignetta di Vauro con un Villari legato alla groppa del cavallo che dice: “Villari fortissimamente Villari!”. Norma Rangeri nel commento in prima pagina “Effetto domino” osserva che «Mentre il domino mondiale, dall’america al Giappone, assiste al crollo dei colossi dell’economia globale, e l’Italia entra nell’inverno glaciale della recessione, la scena politica nazionale si accapiglia sul signor Nessuno. (…) Il signor Nessuno si rivela il fenotipo che fisicamente fa esplodere la genetica melmosa di un sistema senza più regole, costretto a ballare sul copione di una pochade che coinvolge e riguarda trasversalmente gli schieramenti di maggioranza e di opposizione».

Il Giornale – “Basta un poco di Villari e il Pd va giù” è il titolo di apertura per raccontare “la resa dei conti  nel Pd dopo che il nuovo presidente della vigilanza ha fatto esplodere la guerra intestina nel partito di Veltroni. Villari è difeso da Sgarbi  per cui si tratta di un “eroe della democrazia”, mentre La Torre da Cossiga « così lo salverò dall’inquisizione».

Venezia low cost
La Repubblica – Una breve su una polemica veneziana: “Venezia, la Curia apre una trattoria low cost. I ristoratori: concorrenza sleale, ci ruba i turisti”. Su volere del patriarca Angelo Scola, aprirà nel 2009 vicino a piazza San Marco una trattoria (non una mensa) dove si pranzerà per 20 euro (e si cenerà, ma solo su prenotazione). Destinata in modo particolare al turismo religioso.

 

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.