Non profit
Crisi, l’ora dell’auto aiuto
Mentre il governo sigla con i sindacati, tranne la Cgil, le nuove regole per i contratti, Berlusconi annuncia un piano per salvare l'industria automobilistica.
Cambiano le regole per i contratti di lavoro, accordo importante fra Governo e sindacati, ma non c’è la firma della Cgil. Intanto Berlusconi apre la strada a un piano di aiuti per sostenere l’industria automobilistica. Ma senza pesare sulle casse dello Stato…
Oggi nella rassegna stampa anche: CAROVITA, CRISI, TREMONTI, RICERCA, IRAQ, ISLAM, ELUANA, CASO PRIMAVALLE, ROM.
La rottura sui contratti fra Governo e Cgil fa il titolo di apertura del CORRIERE DELLA SERA di oggi: “Contratti, riforma senza Cgil”. La notizia: «Governo, imprese e sindacati hanno raggiunto ieri l’accordo per riformare le regole dei contratti di lavoro, vecchie di oltre 15 anni. L’intesa è stata varata e sottoscritta da tutti, tranne che dalla Cgil…Intanto il presidente del consiglio ha annunciato che si terrà mercoledì prossimo un tavolo sull’auto…per discutere la crisi di «uno dei settori industriali che ha avuto il calo più profondo». I servizi interni sono alle pagine 2 e 3. Contratti: l’accordo prevede aumenti ogni tre anni in linea con l’inflazione al netto dell’energia. Restano gli incentivi sulle intese aziendali. Per il segretario della Cgil (il più grande sindacato italiano) si tratta di un accordo figlio di «una forzatura dell’esecutivo, che sapeva che non avremmo firmato». La Cgil (che ha convocato una manifestazione nazionale per il 4 aprile) ritiene infatti che le priorità per affrontare la crisi fossero altre e che il nuovo modello indebolirà le retribuzioni. Confindustria, Cisl, Uil e Ugl al contrario parlano di svolta «storica». Francesco Verderami spiega nel suo Retroscena l’accelerazione di Berlusconi sull’auto: «Prima dell’annuncio (della convocazione del tavolo) non ha avvisato nessun rappresentante del governo. Nemmeno Gianni Letta…Proprio ieri Confindustria ha chiuso la trattativa sui contratti, ennesimo segnale di un rapporto di collaborazione con l’esecutivo. Dopo aver risposto agli appelli del premier anche sulla salvaguardia dell’italianità di Az, il mondo delle imprese chiedeva a Berlusconi di non far cadere nel vuoto la richiesta di aiuto. E il cavaliere ha risposto, mettendo dinanzi al fatto compiuto Tremonti».
“Crisi dell’auto, aiuti alla Fiat” è il titolo di apertura de LA REPUBBLICA. Il servizio relativo alla Fiat apre la sezione di economia. Salvatore Tropea riferisce il pensiero di Sergio Marchionne in viaggio negli Usa per seguire l’alleanza con Chrysler. «Il 2009 sarà l’anno più duro di sempre, quello che cambierà in maniera significativa lo scenario di sempre». Intanto il patto con l’azienda americana è sul tavolo di Obama. Per molti senatori americani, gli aiuti finirebbero per favorire Fiat più che Chrysler. Ma il sindacato difende l’accordo: «Mentre l’accordo con GM avrebbe portato a licenziamenti di massa, quello con la casa italiana è il migliore di ogni altra opzione».
Intanto è soddisfatto Montezemolo per le promesse di Berlusconi di mettere a tema mercoledì il piano per il sostegno dell’industria automobilistica. Montezemolo se la gioca con le cifre: l’industria automobilistica pesa il 7 % del pil e occupa un milione di addetti. Anche nel governo c’è dialettica: Maurizio Sacconi guida l’ala anti Fiat e sarebbe sostenuto anche dalla presidente di Confindustria Marcegaglia. Berlusconi ha quindi pensato a provvedimenti che non costino allo stato ma che siano «facilitanti il mercato». Uno studio Promotour attesta che l’effetto rottamazione del 1997 diede un più 0,7 al Pil. LA REPUBBLICA ad ogni buon conto tifa per Fiat: un grafico dimostra come tutti i paesi d’Europa si siano mobilitati per difendere le proprie industrie automobilistiche.
Ovviamente LA STAMPA apre il giornale sulla questione degli aiuti all’auto con il titolo “L’Italia affronta la crisi auto”. A pag. 2 il giornale di casa Fiat mette in luce l’aumento dei ricavi nel 2008, a cui però fa da contraltare la mancata distribuzione dei dividendi. Roberto Giovannini, da Roma, prova a ipotizzare come si concretizzeranno gli aiuti: «Tre sono le direttrici. La prima riguarda l’offerta, ovvero un sostegno alla ricerca e alla sviluppo sulla falsariga del bando Industria 2015 per la mobilità sostenibile. La seconda riguarda un sostegno di tipo creditizio, sotto i due profili: a favore delle imprese del comparto, spesso strangolate da carenze di liquidità e uno scarso sostegno dal mondo bancario, ma anche un aiuto al credito al consumo dei cittadini, magari imitando la filosofia del provvedimento Tremonti sui mutui immobiliari. La terza direttrice è infine quella del sostegno alla domanda, degli aiuti alla rottamazione: ovvero misure di sostegno al rinnovamento del parco auto nazionale». Il commento di Mario Deaglio, che parte dalla prima e che mette in luce gli aspetti culturali e sociali che la questione implica: «È ormai chiaro che in tutti i paesi ricchi l’auto – spesso simbolo estremo dell’individualismo – non gode più di quel prestigio, di quel valore emblematico sul quale si è costruita la sua espansione nel corso dell’ultimo mezzo secolo. Il recupero dell’auto come fattore positivo di qualità della vita passa attraverso un ripensamento radicale del suo ruolo; in questo senso potrebbe a buon diritto inquadrarsi nel programma del neo presidente americano di far nascere un settore economico alternativo tutto da inventare ma incentrato su un diverso uso e su nuove forme di energia, su una vivibilità di tipo nuovo». Quindi, aiuti sì, ma finalizzati all’innovazione del settore.
La riforma dei contratti con il gran rifiuto di Epifani trova spazio a pag. 6 e 7 e in un commento di Paolo Baroni, “Il tempo dei sì” che parte dalla prima, che liquida così la Cgil: «Quando 35 sigle firmano un patto del genere ed una sola si chiama fuori non c’è bisogno di sforzarsi molto per capire dove sta la ragione e dove sta il torto».
IL GIORNALE riporta le parole del Premier che annuncia per mercoledì prossimo «un tavolo per avviare interventi che favoriscono la ripresa». Ai contratti è dedicata una spalla che mette in risalto la novità dell’intesa. A spiegarlo lo stesso ministro Sacconi: «ha una portata storica non solo perchè sostituisce le intese sottoscritte il 23 luglio 1993, dopo una lunga e defatigante negoziazione, ma soprattutto perchè sostituisce per la prima volta il tradizionale approccio conflittuale nel sistema di relazioni industriali con quello cooperativo». Due gli indici della novità: l’inflazione programmata lascia il passo all’indice previsionale dei prezzi al consumo ancorato alla dinamica dei prezzi. Assume maggiore importanza il livello decentrato di contrattazione legato alla produttività aziendale incentivata anche attraverso una serie di sgravi e il rinnovo diventa triennale. «L’unica nota stonata» riferisce IL GIORNALE «è stata l’opposizione della Cgil di Guglielmo Epifani che non ha voluto firmare il documento». L’accordo quadro – siglato fra Confindustria e Cisl, Uil e Ugl – è ancora aperto: alcune organizzazioni come l’Abi, Ania e Legacoop si sono prese tempi supplementari per studiarlo meglio».
Il SOLE 24 ORE si tuffa nei contratti, visto che dedica a questo tema l’apertura con il titolo “Contratti, via alle nuove regole”. Ovviamente si sottolinea ovunque che la Cgil non firma, ma il giudizio sull’operato del governo sembra comunque positivo, anche perché la Marcegaglia è stata chiarissima: «Serve coraggio per fare le grandi riforme che servono al paese, e questa lo è». Manca, si sottolinea poi, anche la firma dell’Abi ma solo perché tra i lavoratori la Cgil è al 60%, comunque la tesi del pezzo è che alla fine firmerà anche Abi, e anche l’altra sigla che manca, l’Ania. Un’altra pagina intera è dedicata a Fiat, alla crisi dell’auto e agli aiuti promessi: allo studio ci sarebbero detrazioni fiscali per il credito al consumo, aiuti alla ricerca a una nuova campagna a favore della rottamazione.
Martedì, secondo ITALIA OGGI, si aprirà a palazzo Chigi un tavolo per studiare un intervento per il settore dell’auto colpito dalla crisi economica. Ma anche un tavolo, secondo le parole del premier, «per stare in contatto costante con gli altri paesi e naturalmente anche con la Francia per vedere di produrre situazioni che non comportino diversità nelle competizioni concorrenziali tra i paesi nei vari settori». Sollecitato dai giornalisti, il premier ha aggiunto che il governo sta valutando degli interventi per il settore dell’auto non costosi per lo stato ma facilitanti per le vendite. Scontata la risposta di apprezzamento da parte di uno dei diretti interessati, il presidente del gruppo torinese, Luca Cordero di Montezemolo: «Il presidente del consiglio e il governo sono consapevoli della difficile situazione che sta coinvolgendo l’industria automobilistica in tutto il mondo, dell’importanza che questa, con tutta la sua filiera, rivesta per l’economia del nostro paese e del fatto che in Europa, in assenza di decisioni a livello comunitario, che avevamo più volte auspicato, alcuni paesi hanno messo in piedi azioni di sostegno molto rilevanti».
“Governo e Fiat in controsterzo” è il titolo che IL MANIFESTO sceglie per le due pagine dedicate alla crisi, in cui però attacca il premier per il ritardo con cui si è deciso a intervenire promettendo aiuti, e sul fatto che non si sa di che tipo saranno questi aiuti e con che soldi si attueranno. Sul fronte contratti, anche qui la colpa è del «pressing» del governo se si è voluti arrivare a tutti i costi a una firma, purché fosse, anche senza la Cgil. In una spalla di commento, Loris Campetti torna sul tema aiuto all’auto dicendo che «non è in discussione» la necessità di «salvare un settore strategico» come l’auto, semmai occorre vedere a chi andranno i sostegni; non solo alla Fiat, ma anche all’indotto, e non solo in settori tradizionali ma anche in quelli innovativi dei motori del futuro, ibridi, elettrici ecc.. Quella che teme il MANIFESTO è «una vera strage sociale» nel caso in cui i lavoratori dell’auto non avessero alle spalle uno «stato forte».
Anche AVVENIRE propone il resoconto dei fatti, fino alla firma dell’accordo, con il rifiuto della Cgil. L’attenzione è posta in chiusura, sull’incerta provenienza dei fondi che serviranno a pagare gli ammortizzatori sociali. Si tratta di 8 miliardi di euro che il governo vuole prelevare dal Fondo sociale europeo, che però è nella disponibilità delle Regioni. Un braccio di ferro tra governo centrale e governi territoriali di esito incerto. E’ stato fissato un tavolo per affrontare la crisi per il 28 gennaio direttamente dal presidente del consiglio Silvio Berlusconi. Al tavolo parteciperanno tutte le associazioni di categoria. La linea che si intende perseguire secondo AVVENIRE è quella europea, puntando, come gli altri paesi dell’Unione, in particolare la Francia, su incentivi per l’acquisto delle auto meno inquinanti.
E inoltre sui giornali di oggi:
CAROVITA
CORRIERE DELLA SERA – “Il nuovo supermercato? Le aste via Internet”, il focus di oggi è dedicato al boom degli acquisti alimentari on line: più 62%. Le motivazioni? Si cerca il prodotto di qualità e di nicchia, ma anche la possibilità di risparmiare. Altroconsumo e Coldiretti però mettono in guardia i consumatori: «Ma attenzione, prima di cliccare contate fino a tre. Occhio alle date di scadenza e ai costi di spedizione».
CRISI
IL SOLE 24 ORE – La notizia è che Microsoft perde l’11% e per la prima volta nella sua storia annuncia licenziamenti: 5000 dipendenti andranno a casa. La società – spiega il Sole – è stata penalizzata dal calo del 10% nella vendita di pc, anche se in realtà i profitti continuano a esserci (4 miliardi di dollari nel 2008), ma sono molto meno del previsto, e inoltre le previsioni per il 2009 sono tutte negative. Soluzioni? Diversificare, diversificare, diversificare: non più software come core business (Microsoft, spiega ancora il Sole, si regge sulle vendite di Office e Windows) ma un ampliamento dei prodotti nel settore dei servizi, sull’esempio di Ibm che, colpita dalla recessione degli anni 90, ha saputo risollevarsi proprio in questo modo.
TREMONTI
LA REPUBBLICA – Interessante ricostruzione di Claudio Tito sulle tensioni tra Berlusconi e Tremonti. Il ministro dell’Economia si sta affrancando sempre più dal premier, costruendo alleanze con l’opposizione e in particolare aprendo un fronte inedito con il mondo delle Fondazioni, Giuseppe Guzzetti in testa. «Non è un caso che consigliere al ministero sia Enrico Gotti Tedeschi, presidente in Italia del Santander, istituto notoriamente vicino all’Opus Dei.
RICERCA
ITALIA OGGI – “Bruxelles, investire in ricerca. L’Italia avanza”: una notizia che pochi si aspetterebbero. Mentre si è registrata una diminuzione negli altri paesi, secondo il rapporto pubblicato ieri dalla Commissione Europea, l’Italia è fra i 17 paesi dell’Eu in cui è aumentata la spesa della ricerca e lo sviluppo tecnologico rispetto al pil nel periodo 2000-20006. In complesso, nell’Eu, la spesa per il settore ricerca e sviluppo tecnologico è rimasta stagnante, in media attorno all’1,84% del pil (nel 2000 era l’1,86%), nonostante l’impegno degli stati membri preso al Consiglio europeo di Lisbona a portarla al 3% del Pil. L’Italia non ha tradito le attese. Nei sei anni considerati, la spesa è aumentata di 5 punti percentuali rispetti al Pil
IRAQ
CORRIERE DELLA SERA – “Così noi cristiani rischiamo di sparire dal Medio oriente”, ieri i vescovi iracheni hanno incontrato il Papa. «In Iraq i cristiani erano appena il 3% prima della guerra e la metà ha lasciato il Paese, cacciata con la forza e l’intimidazione dalle proprie case e costretta a fuggire in Siria e Giordania».
ISLAM
IL GIORNALE – Intervento di Baget Bozzo che spiega perchè è “giusto vietare le piazze”. Si legge: «Essa può essere una perfetta forma di manifestazione non violenta, ma di forza. Perchè la forza dell’islam consiste nel numero e nella massa».
ELUANA
CORRIERE DELLA SERA – il papà di Tommy Onofri, il bambino rapito e ucciso nel 2006, si trova in stato vegetativo a seguito di un infarto. E la moglie Paola oggi dice: «Sono contro l’accanimento terapeutico. Se a Paolo dovesse succedere qualcosa, se dovesse essere necessario rianimarlo o prendere nuovi farmaci, direi no, lasciatelo andare». In prospettiva un nuovo caso Eluana.
IL GIORNALE – Massimiliano Lussana dice che in Internet è scattata da qualche settimana «la drammatica gara a candidarsi per essere il dottor morte, una corsa a essere becchini più umani e più bravi pronti ad accogliere la richiesta di papà Peppino Englaro». Lussana è colpito dal fatto che «disponibilità e chiusure sono cicliche. E’ accaduto anche per Welby, ma per Eluana sta accadendo con più dolore. Adesso siamo alla fase del reflusso: sembra tornata di moda la corsa a dare la morte, sperando che a qualcuno non venga in mente di fare sondaggi sulla clinica migliore per far morire Eluana in una sorta di televoto del dramma».
CASO PRIMAVALLE
LA REPUBBLICA – Due pagine dedicate al fatto di violenza accaduto lunedì sera nella periferia di Roma. In particolare Repubblica punta sul clima di intolleranza che ormai si respira nel quartiere di Primavalle. Nel mirino ancora i Rom, anche se la ricostruzione della donna lascia margini di incertezza. A poche centinaia di metri dal luogo dello stupro c’è infatti un campo abusivo Rom.
ROM
IL MANIFESTO – Interessante articolo sui finanziamenti che la Ue avrebbe concesso all’Italia per la famosa schedatura del rom nei campi; ieri infatti la Commissione ha approvato il programma italiano necessario per accedere ai fondi Ue pro rimpatri, e uno dei progetti di punta (approvato) prevede proprio la «mappatura delle principali comunità migranti» in Italia per «identificare eventuali immigrati irregolari». Quindi la domanda è lecita: la Ue prima critica l’Italia per i censimenti, e poi li finanzia?
Nessuno ti regala niente, noi sì
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