Non profit

Crisi, fantasmi argentini

Le parole di Sacconi e Tremonti alimentano i timori sui conti pubblici

di Franco Bomprezzi

 

 

La paura della crisi alimenta la crisi, e le parole, fuori contesto, rischiano di alimentare le paure. E’ quanto è successo ieri a margine del dibattito, reale, sulle misure economiche del governo e sulla tenuta dei conti pubblici, in relazione agli interventi di Tremonti e di Sacconi, i “pessimisti” del Governo. Vediamo come i giornali hanno seguito la vicenda.

 

 

“Crisi, i timori di Tremonti” è la sintesi di Repubblica. La preoccupazione del titolare dell’economia che avverte «non possiamo rischiare sui bot. Il nostro paese ha il terzo debito pubblico del mondo e questo debito sarà in competizione con le emissioni crescenti fatte da altri paesi a sostegno delle ricapitalizzazioni bancarie». Egualmente preoccupato Sacconi che ha evocato il rischio Argentina salvo poi correggersi. Oltre alla querelle Murdoch-Berlusconi (che sottolinea il quotidiano diretto da Mauro in una fotonotizia, ha trovato il tempo per ricevere due gemelle che hanno partecipato a un reality), sono in particolare due i pezzi rilevanti sull’ansia del momento. Roberto Petrini, a pagina 11 «Italia in bancarotta? E’ un’ipotesi: Sacconi allarmato, poi si corregge». Sembra che i due facciano a gara di pessimismo. «C’è qualcosa di peggiore della recessione ed è la bancarotta dello stato, una ipotesi improbabile ma comunque possibile» ha detto Sacconi. Di tenore analogo le dichiarazioni di Tremonti, il quale è tornato sulle bollette («nel decreto abbiamo introdotto un meccanismo per farle scendere, all’interno delle decisioni dell’Authority, seguendo i prezzi delle materie prime»). Tremonti, spiega Luca Iezzi in “L’Europa a caccia di 2mila miliardi e il Tesoro teme di restare al palo”, ha paura delle enormi emissioni di titoli di stato che le nazioni europee faranno nel 2009. Saranno titoli per 2mila miliardi (dunque sarà un mercato affollatissimo, molto competitivo tanto più da parte di nazioni che hanno un voto di affidabilità, un rating, molto superiore al nostro) mentre nel 2009 scadranno i 160 miliardi di titoli nostrani (cifra cui si aggiungono i bot con scadenza più breve: totale 220 miliardi). Il risultato, teme Tremonti, potrebbe essere costretti a pagare rendimenti  altissimi per stare sul mercato… In una brevissima, si informa: “Il governo «dai condoni fiscali si recupera il 30 per cento»”: chi ha aderito al condono 2003 poi non ha pagato le cifre pattuite… Bel colpo. Lo ha detto ieri il ministro Tremonti.
A pagina 10, “Dietrofront sul risparmio energetico”: non saranno più retroattivi i tagli per spese ambientali-edilizie (merito anche della Prestigiacomo, che ieri ha fatto sapere: sto lavorando a un emendamento su questo punto…). Tremonti ieri avrebbe anche aperto all’ipotesi di incentivi per le auto ecologiche.

Interessante notare come sulla questione ecoincentivi del 55% il Sole 24 Ore sembri dispiacersi per il ripensamento del governo… (impressione avvalorata dal fatto che – dice il Sole – i commenti sul forum online parlano di una norma «maldigerita»). Copertina ovviamente dedicata a Tremonti e alla manovra anticrisi, compreso il dietrofront su alcuni punti («segno di lungimiranza» dice il Sole). In sostanza i punti principali per il ministro dell’Economia sono: non si aumenta il debito pubblico; sostegno agli ammortizzatori sociali grazie a una quota del Fas (da cui dovrebbero uscire altri 2/3 miliardi… ); le bollette devono scendere per il calo del prezzo del petrolio. Sacconi da parte sua assicura che nel governo non ci sono state tensioni sul decreto e ripete, come aveva già detto nell’incontro a Vita, che la cosa importante è evitare la bancarotta dello Stato, e le misure prese vanno in questa direzione.

“Debito, i timori di Tremonti – Sacconi cita l’Argentina, poi precisa: nessun rischio”, è il titolo portante del Corriere della Sera di oggi. I servizi sono a pag 2/3. Il retroscena è firmato da Enrico Marro: «”Hai visto: riescono a montare un caso sul nulla” Maurizio Sacconi è arrivata al termine di una giornata per lui diventata la più lunga da quando è ministro del Welfare…E si rivolge così al collega dell’economia Giulio Tremonti, come per porre fine a un incubo…Il fatto è che, in una fase dominata dalla paura innescata da una crisi finanziaria mondiale che non si sa bene dove porterà, il solo accennare, sia pure come ipotesi di scuola, al rischio default, anche solo per sostenere che lo si è evitato, contribuisce ad accrescere le paure anziché placarle. Difficile poi stupirsi che l’opposizione ne approfitti…eppure sono sono esattamente gli argomenti che hanno convinto il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, a rinunciare al bonus sulle tredicesime».

il Manifesto apre sul caso Telecom: in 9mila a casa. «È il primo grande gruppo industriale colpito dalla crisi» (in realtà la crisi di Telecom è di ben più lunga data). Il Manifesto sottolinea anche i tagli al settore Tmedia, con ridimensionamenti de La 7, di Mtv e di Apcom.  Editoriale di Gabriele Polo: «I morsi della crisi».  A tema, l’assenza della sinistra sullo scenario della crisi. La sinistra dice Polo rischia di essere un ceto politico «che non ha più futuro se non si guarda in faccia la crisi non la si combatte nel vivo del corpo sociale che la subisce».

Richiamo in copertina e servizio a pag. 9 de il Giornale sul “Secondo piano contro la crisi” che riguarda le imprese in generale e quella automobilistica in particolare. Il pezzo dà conto, alla fine, anche dell’intervento del ministro Sacconi che ieri ha dovuto precisare i termini della sua espressione “rischio Argentina” con riferimento al debito pubblico. Sacconi infatti ha ribadito: «sono costretto a intervenire dalla disinvoltura con cui alcuni hanno interpretato una considerazione più volte ripetuta circa la necessità di tenere la guardia lata sul debito pubblico». Il cronista Massimo Rastelli riporta quanto detto da Tremonti non solo sul secondo piano anti crisi ma soprattutto in merito alla cassa integrazione «gli ammortizzatori sociali sono la politica da seguire nel 2009» e nota: «un modo per dire che la crisi si farà sentire in modo pesante sull’economia reale e non potrà non portare conseguenze sull’occupazione».

Giornata piuttosto convulsa quella di ieri per quanto riguarda la gestione delle misure anti-crisi. La Stampa ne pubblica una cronaca nel primo piano dal titolo “La grande crisi”: Ieri Giulio Tremonti ha spiegato davanti alle commissioni bilancio e politiche europee alla Camera perché ha fermato a 6,3 miliardi la manovra a favore delle famiglie e delle imprese, dicendo che, anche se l’Europa ha consentito un temporaneo sforamento del deficit pubblico l’Italia ha un debito pubblico troppo alto per rischiare questa mossa, viste anche le emissioni crescenti di titoli fatte da altri Paesi. Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi avrebbe parlato di un rischio “bancarotta” dello Stato nella trasmissione “Economix” in onda domani sulla Rai: «Ci sarebbe una carenza unica di liquidità pubblica per pagare pensioni e stipendi, faremmo come l’Argentina». Nella giornata di ieri Enrico Letta (Pd) sfida Sacconi e Tremonti a dire al Parlamento se il rischio default lo vedono davvero, «dopo tanti messaggi rassicuranti». In serata Sacconi ha smentito di aver parlato di bancarotta. In serata Sacconi ha smentito di aver parlato di bancarotta.

Su Avvenire si dedica una pagina (la 7) a: “Benzina e bollette, il petrolio dà una mano”. Tremonti difende il decreto anti-crisi, dicendo che se la Germania, con conti miglior dell’Italia, non spinge troppo sul deficit, non può permettersi il Belpaese di fare il fenomeno, col debito pubblico che ha. Ma invita a guardare anche al debito privato, che invece è migliore di quello di altri paesi. E, comunque, rivendica la misura dei 4 euro in più al giorno per le fasce deboli respingendo l’accusa di elemosina. Claudio Scajola, comunque ricorda che i risparmi maggiori dovrebbero venire dal crollo del prezzo del petrolio e quindi dal ridimensionamento delle bollette.  «Ma le tariffe scenderanno non per merito del governo», puntualizza Linda Lanzillotta del pd che poi si scaglia contro Sacconi, definendolo «assolutamente irresponsabile» per l’accenno fatto al rischio bancarotta. Il ministro del Welfare si affretta a precisare di non aver detto che possa esserci un tale rischio ma solo che il debito è un vincolo ineluttabile. Per Giorgio Tonini (pd) queste parole sono rivelatrici del «reale pessimismo del governo». Positivi per gli italiani invece il retromarcia sui limiti al 55% agli sgravi fiscali  per gli interventi di risparmio energetico, ma il ministro lancia un avvertimento: «Basta con i crediti d’imposta usati come un bancomat», è «incivile» concederli senza «coperture certe». Un apprezzamento alla social card viene dal premio nobel 2007 per l’economia, Eric Maskin, intervenuto a un incontro organizzato dalla Camera di commercio di Bologna. Ci sono poi due box, il primo, sull’ultimo rapporto Ifel, il centro studi dell’Anci: nel 2007 i Comuni presentano bilanci in attivo, con un avanzo complessivo di 4,5 miliardi. Ma si mantiene alta la spesa per il Welfare: 6,5 miliardi, il 42% di quanto speso dal settore pubblico. Il secondo box riguarda i nuovi aiuti all’editoria: sarà eliminato il tetto di 4 milioni fra contributi diretti e indiretti alle testate giornalistiche.


E inoltre sui giornali di oggi:

Sky

Il Giornale – Il quotidiano apre con «Iva sulla tv, l’Europa spegne Veltroni. Bruxelles chiude la partita delle televisioni. Berlusconi: La sinistra ha fatto un errore enorme». Walter tradito dai suoi, nessuno lo avverte dell’accordo di Prodi. Che gli fa un altro sgambetto”. In un’intervista Carra del Pd ammette «abbiamo sbagliato» e Massimo Bertarelli fa un ritratto di “Ilaria, il centravanti di Murdoch”. Gioco di parole per l’editoriale di Mario Giordano “Che figura da skyfo”.

Moschee

Repubblica – Stop della Lega alla costruzione di nuove moschee. Fotonotizia in prima e approfondimento alle pagine 12 e 13. Rodolfo Sala riferisce della presa di posizione moschee: non solo luoghi di culto per Maroni che parla di salto di qualità nella «emergenza planetaria». «Il problema è come fare per evitare che delle persone vadano in un luogo e scarichino da internet il metodo per costruire una bomba: è ciò che è avvenuto a Macherio». Molto più equilibrato sembra il prefetto Lombardi, intervistato in appoggio, che sottolinea la necessità di distinguere il tema moschee da quello della sicurezza…

Il Giornale – La foto di copertina riguarda l’annuncio della Lega di fermare la costruzione di nuove moschee dato dopo l’arresto delle due persone marocchine che secondo gli investigatori stavano organizzando attentati terroristici. Maroni propone anche un regime penale: «I terroristi? Trattiamoli come i mafiosi». A pag. 21 Emanuela Fontana raccoglie le reazioni del Carroccio: una moratoria a tempo indeterminato sulla costruzione di nuove moschee e presunti centri culturali e questo finchè il Parlamento non approverà una legge che regolamenti l’edificazione di luoghi di culto che non abbiano sottoscritto intese con lo Stato. Le moschee in Italia sarebbero 735. Poichè il Viminale considera altissimo il rischio attentati in Italia Maroni ha annunciato la proroga di tre mesi sull’operazione militari in città. Giacomo Susca racconta cos’è la cella-moschea a san Vittore perchè in carcere si fa lezione di jihad e i fanatici fanno proseliti. servizio di cronaca anche alle pagine milanesi, pag. 54. infografica con i luoghi di culto islamici del capoluogo.

Napoli

Corriere della Sera – Veltroni dà l’ultimatum a Bassolino: via entro Natale. Pronta la buonuscita della candidatura elle Europee. Secondo Maria Teresa Meli che firma «nel partito c’è chi è convinto che le ricadute della vicenda napoletana nuoceranno più a D’Alema che al segretario».

Social card

Corriere della Sera – Rita Querzè nella prima di Milano passa una giornata in coda fra pensionati e famiglie in attesa di presentare la domanda per la social card ai caf e alle poste: accolta solo una domanda su quattro: «I tetti sono troppo bassi».

Scuola

Il Sole 24 Ore – Il grande esodo degli insegnanti. Dopo le polemiche sui tagli al personale, ecco il dato: nei prossimi 10 anni 320mila insegnanti andranno in pensione. È il più grande esodo di sempre. Per il Sole è insieme un rischio e un’opportunità: rischio perché non sarà facile rimpiazzare un tale patrimonio di esperienza e competenze; un’opportunità perché comunque si va verso un decremento demografico e la necessità impone il risparmio. In effetti, da noi il corpo docente è vecchio: il 55% degli insegnanti ha più di 50 anni, contro il 30% medio di paesi come Regno Unito, Germania e Spagna.

Caso Tata

Il manifesto – Il giornale torna sul caso dell’industria che Tata voleva aprire a Singhur in India per produrre la nuova superutilitaria. Dopo la rivolta dei contadini, Tata ha deciso di spostare la produzione in  Gujiarat. «Nessuno se lo aspettava e dopo un’iniziale euforia si è passati ad affrontare un presente difficile e un futuro tutto da costruire».

Giornali

il manifesto – Salvata l’editoria di partito. Pagamento integrale 2007,  garanzia per i contributi del 2008 (circa 208 milioni). Sul 2009 si vedrà. Regime agevolato e contributi diretti per la stampa di partito (9 centesimi a copia per copia stampata). Via il tetto dei 4 milioni di euro per Unità Avvenire e Foglio.

Eutanasia

Il Giornale – Pag. 17: «No alla legge sull’eutanasia» e il granduca del Lussemburgo rischia la corona». Henri sovrano dal 2000, cattolico, rifiuta di firmare la norma sulla dolce morte. E il premier vuole privarlo di ogni potere. Un precedente in Belgio quando nel 1990 Baldovino non volle promulgare le norme sull’aborto.

Aborto

Il Giornale – In copertina la notizia, approfondita a pag. 28, secondo cui negli States una associazione, tal Planned Parenthood,  per Natale vende buoni regalo a partire da 25 dollari che comprendono check up medico, un contraccettivo a scelta del cliente oppure un aborto.

Sanità

Avvenire– “Cure palliative a casa, medici pronti a impegnarsi”. Annunciata la collaborazione tra medici di famiglia (Simg) e palliativisti (Sicp) che apre prospettive di maggiore assistenza ai malati terminali. Alcune esperienze pilota come alla Asl di Lecco mostrano la fattibilità sia organizzativa che economica. Per quanto riguarda, invece, i Lea che verranno emanati entro un mese, comprenderanno 109 malattie rare, cui verrà tolto il ticket.

Disabili

Avvenire – Nella giornata internazionale delle persone con disabilità Giorgio Napolitano ha sottolineato con chiarezza la scala di priorità che deve guidare le scelte di chi ha responsabilità di governo: e la priorità sono appunto loro, i disabili. «La crisi non metta in discussione le risorse per cittadini che oggi sommano i nuovi problemi ai vecchi». E arriva una proposta di legge bipartisan sull’ “assistenza autogestita”: consiste nel finanziamento erogato dall’ente locale al disabile grave o alla sua famiglia, col quale assumere una o più persone che lo assistano a casa. È prevista l’istituzione di un fondo nazionale di 25 milioni di euro per il 2009 e altrettanti per il 2010 e il 2011. L’assistenza autogestita è già in funzione in sei regioni e permette un risparmio per le casse della sanità fino al 25%.

Nomadi

Avvenire – “Rom, al via la fase due: reddito legale e scuola” (pag. 13). Dopo Natale scatta la seconda fase nei campi nomadi e per dirla con Maroni: «la sfida è dare ai nomadi un reddito legale e garantire ai bambini un compiuto piano di scolarizzazione».

 


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