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Crisi. Calma apparente, strada in salita

Berlusconi è partito per Milano, Letta resta a Roma, la diplomazia è al lavoro ma la strada della soluzione è difficile (tanto che la Lega è silente)

di Ettore Colombo

Calma apparente. La crisi di governo resta sospesa a 24 ore dalla decisione della direzione dell’Udc di ritirare la delegazione. Il Berlusconi bis fa fatica a prendere forma. Silvio Berlusconi è partito questa mattina da Roma e dunque non parteciperà a incontri nella capitale almeno per oggi. Marco Follini è rimasto nel suo ufficio di Via Due Macelli, impegnato in incontri con dirigenti del partito. Gianni Letta è a Palazzo Chigi, riunito con i ministri di Forza Italia Beppe Pisanu e Enrico La Loggia. Poche e prudenti le dichiarazioni, la diplomazia è al lavoro.
Tutto è fermo all’ultimo no di Follini al documento per il patto di fine legislatura proposto da Berlusconi. Un documento che, secondo l’Udc, è ora del tutto tramontato. E con la pausa che si profila per il fine settimana, si allungano anche i tempi delle possibili soluzioni. L’opzione del voto anticipato resta, ma diventa tecnicamente più difficile ogni giorno che passa e il Cavaliere è decisamente orientato verso il governo bis.
Intanto i protagonisti si lanciano segnali. Per esempio, Mario Baccini dell’Udc, in un’intervista a Repubblica, afferma che “potrebbe accadere di dover andare da soli alle elezioni”.
“In queste ore stiamo lavorando per raccogliere il segnale che i cittadini hanno dato alle regionali e per rafforzare il governo”, dice il coordinatore di Forza Italia, Sando Bondi. E aggiunge: “Le ragioni fondanti dell’alleanza di governo sono intatte”. “Stiamo lavorando – ha aggiunto – per rafforzare e non per smontare questa alleanza”.
Smorza i toni anche la Lega che già ieri aveva alzato la voce contro i centristi minacciando elezioni subito se non fossero rientrate le dimissioni dal governo. “Il momento è delicato e non è certo il caso di fare dichiarazioni che buttano benzina sul fuoco; oltretutto a Roma circolano le voci più disparate sulla situazione, però le convulsioni, che mi sembrano interne a un partito della Cdl, che sono tipiche di una ritualità e di una liturgia che viene da lontano e che la gente non capisce, debbono finire nel modo più veloce possibile”. E sull’ipotesi Berlusconi bis specifica: “E’ chiaro che noi lo subiamo, non lo auspichiamo certo”.
Si fa sentire anche l’opposizione. “Le procedure per qualcuno saranno pure fastidiose ma in determinati casi sono sostanza. E la crisi del governo Berlusconi è sotto gli occhi di tutti”, afferma il segretario dei Popolari-Udeur, Clemente Mastella secondo il quale “fare finta di niente ed evitare di salire al Colle per informare il capo dello Stato di quanto sta avvenendo è molto grave”.

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