Cultura

CRISI AUTO. I Vescovi: aiuti sì, ma eco-compatibili

L'agenzia Sir: «Serve un impegno da parte delle imprese a produrre auto compatibili con l'ambiente». E sulla Fiat: «Ha già avuto molto dallo Stato, senza grandi risultati»

di Redazione

Si’ agli aiuti di Stato per il settore auto, ma non solo alla Fiat che pur essendo il maggior gruppo del settore ha gia’ avuto molte sovvenzioni pubbliche, anche in questi anni in cui la globalizzazione ha messo un freno al protezionismo nazionali; certamente la Fiat e’ stata aiutata di piu’ di quanto non sia avvenuto per due sue concorrenti europee come la Renault e Volkswagen ma non ha ottenuto gli stessi risultati di crescita. Ancora gli aiuti dovrebbero essere vincolati a un impegno da parte delle imprese a produrre auto compatibili con l’ambiente, infine anche i sindacati devono fare la loro parte, Cgil compresa. E’ quanto si legge a proposito dell’avvio della trattativa fra governo, imprese e sindacati per gli aiuti al settore automobilistico in un intervento del Sir, l’agenzia dei vescovi italiani. L’agenzia sottolinea come ”l’amministratore delegato della Fiat Marchionne ha confermato l’ipotesi previsionale secondo cui, tenendo conto del settore dell’auto e dell’indotto, sarebbero a rischio nel prossimo futuro 60mila posti di lavoro”. Da qui il consenso all’idea di un intervento pubblico in favore del settore sul modello di quanto avvenuto per le banche: ”Li’ il governo – spiega l’agenzia dei vescovi – non ha acquistato quote di capitale, ma obbligazioni, patteggiando un interesse vantaggioso per gli Istituti di credito. Anche gli aiuti al settore auto dovrebbero essere non diretti ma indiretti. Agevolazioni fiscali per l’acquisto di nuove auto, per esempio, ma non sussidi a fondo perduto”.

Quindi la puntualizzazione sulla Fiat che ha gia’ usufruito in modo abbondante di sostegni statali: ”Un altro criterio – spiega infatti la nota del Sir – dovrebbe essere quello di intervenire non solo per la Fiat, anche se e’ il maggiore gruppo interessato, ma per l’intero settore. La Fiat ha gia’ avuto parecchio dallo Stato e anche negli ultimi anni in cui la globalizzazione ha frenato i protezionismi statali, il gruppo torinese e’ stato molto piu’ aiutato che non le concorrenti europee Volkswagen o Renault”. ”Aiutato – prosegue l’agenzia dei vescovi – in cassa integrazione, ma anche in finanziamenti per la ricerca e in accordi di programma come, per esempio, per la costruzione dello stabilimento di Melfi. Dal 2000, pero’, l’Italia ha perso globalmente il 15 per cento della propria produzione, automobilistica mentre la Francia l’ha aumentata del 40 per cento e la Germania del 13”. ”Per questo – prosegue il testo – gli aiuti dovrebbero aiutare il settore a riprendersi dalla crisi e a ricollocarsi sul mercato globale. Agli interventi statali dovrebbero in altre parole venire associate nuove concezioni circa il futuro dell’auto”

 

Quindi si prende come riferimento positivo il nuovo corso economico annunciato dal Presidente degli Stati Uniti: ”Le politiche annunciate dal presidente americano Barak Obama proprio in questi giorni vanno in questa direzione e potrebbero essere uno spunto interessante anche per noi. Obama non ha varato solo un mero piano di aiuti economici per il settore auto in crisi, ma ha proposto una nuova concezione dello stesso, vincolando gli aiuti ad un impegno delle imprese automobilistiche nel campo della ricerca e della produzione di auto maggiormente compatibili con l’ambiente”. Quindi un appello ai sindacati dopo le recenti divisioni che hanno visto la Cgil dividersi da Cisl e Uil: ”Davanti alla crisi dell’auto, anche i sindacati devono fare la loro parte, e per farla dovrebbero essere assieme. Una contrattazione sindacale piu’ snella e maggiormente calibrata sulla singola fabbrica potra’ aiutare maggiormente in momenti di crisi”.

 

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