Politica

Cri: sulle elezioni, il fantasma di Scelli

Chi sono i cinque pretendenti alla poltrona di presidente dell Croce Rossa Italiana? Dopo le elezioni dei consigli regionali, la campagna elettorale si infiamma, e spunta il nuovo simbolo...

di Redazione

L?unica candidatura ufficiale è ancora quella di Massimo Barra, fondatore di Villa Maraini e vice presidente della Federazione di Croce rossa e Mezzaluna rossa. La corsa alla poltrona di presidente nazionale della Croce rossa italiana è però tutt?altro che decisa. Sono almeno quattro i nomi alternativi al medico romano che si sussurrano nei blindatissimi corridoi di via Toscana: Mila Brachetti Peretti, Susanna Agnelli, Maria Teresa Letta e Guglielmo Stagno d?Alcontres. A scrivere la parola fine sull?esito della competizione sarà in ogni caso l?assemblea nazionale che il 10 e l?11 dicembre riunirà a Roma i 723 grandi elettori che designeranno l?erede del commissario straordinario Maurizio Scelli. Un evento di portata storica: fino ad ora infatti l?unica vera tornata elettorale è stata quella che nel 1998 ha visto l?affermazione dell?attuale vicesindaco di Roma Maria Pia Garavaglia proprio su Barra. Per il resto è sempre stato Palazzo Chigi a decidere a chi affidare il timone della Cri. Mandato Scelli compreso. Malgrado al traguardo finale manchino ancora quattro settimane, la campagna elettorale, con la designazione dei presidenti e dei consigli direttivi regionali del 12 e 13 novembre, è entrata nella fase più rovente.

Uomo di rottura
Come detto il corpo elettorale è composto da 723 persone, ovvero un delegato nazionale ogni mille soci, tutti i presidenti locali, provinciali e regionali più i sei vertici nazionali della componenti (Corpo militare, Infermiere volontarie, Volontari del soccorso, Comitato femminile, Pionieri e Donatori di sangue). Le regioni più ?pesanti? sono Lombardia e Piemonte con 111 preferenze da esprimere contro le 5 del Molise e le 2 della Val d?Aosta.

«Basta con la colonizzazione della politica e stop alla dipendenza dai potentati economici», così Barra da Seul dove è in corso un summit della federazione internazionale, riassume «un programma che vuole essere di rottura rispetto alle gestioni precedenti, in nome della riscoperta dell?orgoglio crocerossino». I ben informati gli accreditano il sostegno di una buona fetta dei presidenti locali e provinciali che, insieme, valgono 543 voti, largamente sufficienti ottenere la presidenza. Non bisogna però sottovalutare che questa è l?unica candidatura già nota e che oggi è impossibile valutare quante preferenze prenderebbero strade diverse quando gli altri nomi scenderanno in campo.

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