Famiglia

Cri, Scelli in politica? “La mia missione da commissario è finita”

Il numero uno della croce rossa ha incontrato il premier Berlusconi

di Stefano Arduini

”La missione del commissario è finita, ora bisogna fare le votazioni”. Maurizio Scelli ha chiesto a Silvio Berlusconi, in un incontro a via del Plebiscito, ”di dare una spinta in più per la riforma della Croce rossa: il Consiglio dei ministri approvi lo statuto, che poi deve passare al vaglio del ministero della Salute e della Difesa”, ha spiegato lo stesso commissario Cri lasciando palazzo Grazioli. A chi gli chiedeva se tutto questo facesse da ‘prologo’ ad un suo futuro impegno in politica, Scelli ha replicato: ”Bisogna concludere le cose, e non fare programmi a scadenza troppo lunga. A me la politica piace, ma la politica del fare. Mi piace sentirsi strumento di politica umanitaria. Di fronte alla politica della gente direi di sì. Ma con la situazione di oggi la vedo lontana anni luce”. Scelli ha fatto l’esempio del voto parlamentare sulla riforma della Croce rossa: ”Io dico di no a una politica che vota contro il decreto sulla Croce rossa solo perchè il commissario è nominato dal centro destra, ignorando le aspettative di 300mila persone”. Il commissario del Cri ha raccontato che con Berlusconi si è parlato anche di giovani: ”Ho spiegato al presidente del Consiglio che bisogna riaffascinare i giovani, che la politica mortifica troppo spesso. I giovani sarebbero la marcia in più di ogni coalizione. Bush ha puntato sui giovani e ha vinto, speriamo che sia così anche in Italia: su di loro bisogna contare. Berlusconi ha detto che avrebbe tenuto conto di tutto questo”.


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