Welfare
Cri privatizzata? No, salta l’articolo
Lo dice il commissario dell'ente, Francesco Rocca: «la bozza presentata ai ministri ieri sera non la conteneva»
La Croce Rossa Italiana sarà privatizzata? E i dipendenti precari che fine faranno? Non vedranno rinnovati i loro contratti? Domande a cui in un primo momento sembrava trovare (preoccupanti) risposte proprio nella bozza di manovra economica diffusa ieri.
Nel testo (scaricabile in allegato), all’articolo 2 “Soppressione, incorporazione e riordino di enti ed organismi pubblici” ben tre pagine erano dedicate alla “messa in liquidazione dell’ente di diritto pubblico”. Nessuna notizia su chi e come avrebbe governato il futuro ente di diritto privato Croce Rossa. Qualche indicazione sul destino del personale civile e di quello militare.
Poco male. Tanto – secondo i diretti interessati – quel testo non c’è più. «Lo do per certo che nella manovra non c’è nessun articolo che fa riferimento alla Croce Rossa» conferma Francesco Rocca, commissario straordinario dell’ente. Che aggiunge: «Il testo presentato ai ministri ieri sera non è quello che si può leggere scaricandolo online e diffuso ieri. Almeno, per certo è che non c’è più alcun riferimento a noi». Più chiaro di così.
Che però la Cri aspetti una riforma e che questa vada nella direzione di una sua privatizzazione non è una novità. Se n’è parlato in occasione della presentazione del report annuale dell’ente lo scorso 15 giugno. E ci è ritornato su lo stesso ministro della Salute, Ferruccio Fazio, proprio ieri: «Nella manovra non lo so, ma il problema della privatizzazione della Croce Rossa va in ogni caso affrontato, perché tutte quelle internazionali sono privatizzate». Il problema, ha aggiunto Fazio, «va affrontato con la dovuta calma e verosimilmente in modo graduale». Dichiarazioni su cui si dice completamente d’accordo lo stesso commissario Francesco Rocca.
I tempi, però, per la riforma stanno arrivando. Se è saltata in manovra questa volta, presto dovrà vedere la luce. La Legge del 4 novembre 2010, n. 183 in materia di lavori usuranti definisce infatti un anno di tempo per «la riorganizzazione della Croce rossa italiana». Tanto che la stessa Cri ha predisposto online da tempo una pagina dedicata per discutere della traformazione dell’ente.
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