Welfare

Crescono gli irregolari in Italia, saranno 670mila il prossimo anno

Il Dossier statistico immigrazione 2019 Idos: un duro j’accuse verso le politiche migratorie del nostro Paese. I Decreti sicurezza una spinta verso l'irregolarità

di Redazione

Centoquarantamila nuovi invisibili

Un effetto sicuro i decreti sicurezza lo hanno già avuto: i 530mila stranieri irregolari stimati a inizio 2018 in Italia, lieviteranno entro il 2020 a oltre 670mila. Cresce dunque il popolo dei “senza permesso di soggiorno”, confinato ai margini della legalità. E non è tutto: «La mancata risoluzione della questione della cittadinanza sta contribuendo ad avviare processi di disaffezione e anche di abbandono dell’Italia». Questa la fotografia scattata dal Dossier statistico immigrazione 2019: un duro j’accuse verso le politiche migratorie del nostro Paese.

Boom di irregolari

Ogni anno il Dossier del Centro studi e ricerche Idos (con la rivista Confronti, cofinanziato dall’Otto per mille della Chiesa Valdese) offre centinaia di pagine e dati sul “Pianeta immigrazione”. Quest’anno parte dall’analisi delle ultime norme volute dal Viminale: «Tra le estati 2018 e 2019 è indubbiamente trascorso un annus horribilis per l’immigrazione, con ben due decreti “sicurezza”, immediatamente convertiti in legge, che hanno colpito sia gli immigrati già presenti in Italia, il primo, sia quelli diretti verso il Paese, il secondo. È verosimile che a causa del primo decreto sicurezza siano sensibilmente aumentati gli stranieri irregolari: questo decreto, infatti, da un lato ha abolito i permessi per protezione umanitaria, rendendone impossibile rinnovi e nuovi rilasci, dall’altro, istituendo permessi “speciali” più labili e difficilmente rinnovabili, ha ridotto e reso più precaria la platea dei beneficiari. Anche a seguito di tali revisioni, dai 530.000 stranieri irregolari stimati a inizio 2018, si è calcolato che entro il 2020 possano arrivare a oltre 670.000».

Le morti in mare

«Il crollo degli arrivi via mare – scrivono i ricercatori – è stato ottenuto al prezzo di un elevato numero di migranti, o fermati lungo la traversata dalla Guardia costiera libica (appositamente finanziata, addestrata e rifornita di mezzi dall’Italia e dall’Unione europea) e riportati nei campi di detenzione del Paese nordafricano (dove sono tornati a subire sevizie, stupri e torture), oppure annegati lungo la rotta del Mediterraneo centrale, ancora la più letale al mondo con più di 25.000 morti o dispersi accertati dal Duemila ad oggi: oltre la metà di tutti quelli calcolati nelle rotte marittime a livello mondiale».

Il crollo dei flussi

«Se alla drastica riduzione degli arrivi via mare si aggiunge la sostanziale chiusura, da diversi anni, dei canali regolari di ingresso per i non comunitari che intendano venire a lavorare stabilmente in Italia, ben si capisce perché in realtà è da almeno 6 anni che la popolazione straniera non è in espansione. Anche nel 2018 essa è cresciuta di appena il 2,2%, arrivando a 5.255.000 residenti, pari all’8,7% di tutta la popolazione. Una tendenza che stride con l’andamento mondiale delle migrazioni, se si pensa che nello stesso anno i migranti nel mondo sono aumentati di oltre 14 milioni».

Calano anche i figli di immigrati

«Tra gli stranieri residenti in Italia, all’aumento netto di 111.000 presenze rispetto all’anno precedente, hanno contribuito anche i 65.400 bambini nati nel corso del 2018 da coppie straniere già presenti nel Paese, i quali non sono quindi “immigrati”. Anche il loro numero, comunque, continua a calare insieme a quello delle nuove nascite nel loro complesso: 439.700 nel 2018, il livello più basso registrato da decenni, delle quali poco più di un settimo riferite a genitori stranieri (14,9%). È un dato preoccupante, che conferma l’inesorabile declino demografico dell’Italia, prossima ad avere oltre un terzo della popolazione complessiva con più di 65 anni e giovani minorenni solo ogni 8 abitanti».

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