Economia

Crescita di qualità, una scommessa vinta

Il futuro di cgm. La rotta tracciata dall’assemblea del gruppo cooperativo

di Maurizio Regosa

Il bilancio è positivo. Non tanto (né solo) in termini economici: il gruppo cooperativo Cgm si conferma una realtà articolata, capace di muoversi su più livelli (locale e nazionale) e perseguire strategie non scontate. Lo ha confermato l?assemblea svoltasi a Roma, convocata per l?approvazione dell?esercizio 2007 e per l?elezione del nuovo consiglio d?amministrazione.

Molti quadri, una realtà«Cgm è molte cose». È un?opera di Caravaggio (Le sette opere di misericordia) ma anche una di Bosch; un quadro di Van Gogh e uno di Paul Klee. Parola di Johnny Dotti, presidente uscente del gruppo cooperativo: «È un po? La merlettaia di Vermeer quando si prende cura del piccolo, del dettaglio; è Il circo di Chagall sempre in bilico tra il dinamismo e l?equilibrio. La rete è una realtà molto complessa e questi quadri raccontano, meglio delle parole, quel che rappresenta. Anche in termini di desideri e obiettivi». Perché le strategie, pur contando molto, non sono tutto. Devono esserci la passione e la volontà di raggiungere la meta, nonostante tutto.

Nonostante, ad esempio, la dieta dimagrante cui il gruppo si è sottoposto nell?ultimo periodo (il fatturato della società si è significativamente ridotto). Una scelta, non una necessità – beninteso – legata all?idea di dismettere alcuni rami d?azienda e di creare l?impresa sociale Welfare Italia. Questo non ha impedito di raggiungere un conto economico positivo, come ha certificato di recente una ?due diligence?. Una scelta controcorrente: è il segnale concreto della trasformazione del gruppo cooperativo (una transizione ancora non conclusa e che deriva dagli ultimi due Piani d?impresa). Da agenzia strategica, Cgm ha voluto diventare una sorta di facilitatore dello sviluppo locale. Stringendo, ad esempio, accordi con le Bcc per sostenere una più sostanziosa capitalizzazione delle coop («risultato raggiunto», ha sottolineato il consigliere Mauro Maurino). Stringendo partnership e costruendo un intenso rapporto con alcune società partecipate. Tessendo relazioni e promuovendo occasioni di crescita. Mentre negli ultimi anni il Paese ha avuto una crescita del 2%, il sistema Cgm ha registrato un +5,3%, percentuale superiore anche alla media – 4,5% – delle cooperative di Federsolidarietà.

Produzione decentrata?
Dimagrendo, la capogruppo ha fatto crescere le realtà collegate (consorzi soci e società di scopo). «È una capacità poco comune», ha detto Vilma Mazzocco, presidente di Federsolidarietà, «di cui bisogna dare atto a Cgm che ha saputo essere veramente sussidiario per le cooperative e le comunità in cui queste operano. Senza perdere la propria capacità progettuale ed anzi proponendo nuovi modelli operativi». In effetti, nella rete Cgm «in questi venti anni sono passati circa 120 consorzi, la metà delle strutture consortili esistenti in Italia. «Questo significa», le ha fatto eco Dotti, «che Cgm ha fatto da papà e mamma a molta cooperazione sociale, contribuendo al successo del modello sostenuto da Federsolidarietà: cooperative piccole ma molto radicate sul territorio».

Ma la crescita, cos?è?
Altre imprese avrebbero deciso diversamente. Magari avrebbero imboccato la strada di una crescita continua. Cgm ha preferito percorsi più sfidanti. Non solo perché ha respinto la seduzione delle strutture elefantiache (fatalmente lente e poco reattive), Ma soprattutto perché ha ritenuto che la crescita ha senso se è di qualità e se coinvolge i territori e gli altri soggetti. «Le domande di senso che continuamente ci poniano riguardano anche altri soggetti. Faccio un solo caso», ha esemplificato Dotti, «abbiamo creato molti servizi di sostegno all?abitare. Questo non finirà con l?interpellare anche le cooperative che si occupano di edilizia?». Adesso tocca al nuovo consiglio d?amministrazione. La partita continua.

IL NUOVO CONSIGLIO

  • I nomi. Approvato il bilancio d?esercizio 2007, l?assemblea dei soci del gruppo cooperativo Cgm ha eletto all?unanimità i 19 consiglieri d?amministrazione (tre dei quali indicati dai soci sovventori – Fondosviluppo e Banca Intesa Sanpaolo: e cioè Maurizio Ottolini, vicepresidente nazionale di Confcooperative e presidente regionale lombardo; Valerio Luterotti, direttore di Federsolidarietà; Lorenzo Mancini). Quanto ai consiglieri espressione dei consorzi soci, accanto alle new entry (Danila Beato, Mauro Ponzi, Luca Rinaldi, Ruggero Signoretti, Severino Speranza) ha prevalso una scelta di continuità con la riconferma del consiglio uscente. Sono stati quindi rieletti: Luca Dal Pozzo, Massimo De Rosa, Claudia Fiaschi, Stefano Granata, Giacomo Libardi, Vincenzo Linarello, Mauro Maurino, Irene Milone, Marina Spanu, Marina Stasi e Ivana Severino. Quanto a Johnny Dotti, si occuperà dello start up di Welfare Italia e di SolidaRete, neonata fondazione per l?internazionalizzazione delle imprese sociali.www.cgm.coop

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