Welfare

“Cresce il Welfare, Cresce l’Italia”

Questo il titolo della mobilitazione nazionale che si terrà mercoledì 31 ottobre a Roma e a Milano. Oltre 50 organizzazioni scendono in piazza a Roma e in molte città italiane per chiedere al Governo una decisa inversione di tendenza nella manovra di bilancio 2013.

di Redazione

Basta tagli al sociale e rilancio delle politiche di welfare per puntare davvero allo sviluppo dell'Italia, mettere in moto una politica di investimenti nel sociale che generi lavoro, solidarietà, coesione, sostegno alle fasce economiche più povere.  Questi i punti della manifestazione promossa per dare ancora maggiore forza e visibilità alle richieste nazionali; per sottolineare come le decisioni assunte dal Governo a livello nazionale si traducono poi, nella vita dei cittadini, nell'impossibilità di ricevere sostegno dagli Enti locali; per denunciare e contrastare le scelte della Regione Lombardia in materia di Welfare.

In Europa l'Italia è al 23° posto nella spesa a favore dei disabili; al 25° posto nella spesa a sostegno della disoccupazione;  al penultimo posto nella spesa a sostegno della famiglia e della natalità; all'ultimo posto nella spesa per il contrasto alla povertà e all'esclusione sociale.

Una mobilitazione che parte da queste consoderazioni: «per uscire dalla crisi, dalle contraddizioni che l'hanno generata, invece di combattere gli sprechi di cui si è alimentata si è scelto di tagliare il welfare e colpire i più deboli: il DdL di Stabilità del Governo prevede un'ulteriore riduzione della spesa sanitaria, delle risorse degli enti locali oltre all'aumento di 6 punti percentuali dell'IVA sui servizi delle cooperative sociali. Tutto ciò rischia di dare il colpo di grazia ai servizi sociali territoriali ed a milioni di persone e famiglie. Un peso insopportabile a cui si aggiunge una retorica che suona come un'offesa e dice:"La ricreazione è finita" a chi non ha mai avuto un momento libero. "Abbiamo vissuto al disopra delle nostre possibilità" a chi faceva fatica ad arrivare alla fine del mese».

«Gli ultimi Governi hanno scelto di azzerare i fondi per le politiche sociali, per la non autosufficienza, la famiglia, l'inclusione degli stranieri, i giovani, l'infanzia. In questo quadro la Regione ha deciso di centralizzare la spesa sociale, annullare l'autonomia dei territori nella programmazione delle risposte ai bisogni sociali. Il risultato è scontato: aumenta l'incertezza, cresce l'esclusione, si moltiplica il disagio.

Serve superare la sciagurata visione del Welfare solo come costo da tagliare e riconoscerne il valore come fattore di sviluppo perché:
– produce valore economico ed occupazione qualificata
– supporta le persone e le famiglie nelle responsabilità di cura promuovendo nuova occupazione in primo luogo femminile che è imprescindibile per la crescita economica del Paese
– genera legami sociali, inclusione e coesione sociale.

È necessario invertire la rotta e investire nel sociale: le risorse possono essere trovate cominciando da:
– un costante contrasto all'evasione e all'elusione, e politiche fiscali più eque che prevedano un adeguato contributo anche dalle rendite finanziarie e dai grandi patrimoni;
– un'effettiva e concreta lotta alla corruzione e all'illegalità, una costante e reale riduzione degli sprechi e delle inefficienze, reimpostando una efficiente e coesa filiera istituzionale;
– misure chiare e percepibili di superamento degli insopportabili eccessi dei costi della politica».

A questo "manifesto" aderiscono:
ARCI – AUSER – LEDHA – CNCA – CGIL – SPI CGIL – FP CGIL – FEDERCONSUMATORI – INCA

Sono attese ulteriori partecipazioni.

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