Mondo

Cresce il sistema di accoglienza diffusa e sostenibile

Lo afferma il Rapporto pubblicato da Anci, Caritas e Migrantes in collaborazione con Unhcr, secondo cui aumenta l'integrazione nei percorsi Sprar. In tutto sono 3.231 Comuni italiani, il 40% del totale che accolgono richiedenti asilo sul proprio territorio. 5mila i posti in più negli Sprar

di Redazione

In tutto sono 3.231 Comuni italiani, il 40% del totale, accolgono richiedenti asilo sul proprio territorio. I posti per i beneficiari degli Sprar sono aumentati di 5mila unità a luglio e altrettanti sono in fase di valutazione. Gli accordi tra Anci e Viminale per l’accoglienza diffusa dei migranti hanno portato a un cambio di prospettiva anche nell’accoglienza gestita dal governo nei territori: più Comuni coinvolti, meno concentrazioni in pochi comuni, una distribuzione più equa e controllata e strutture sempre meno ‘impattanti’, per favorire l’integrazione. Inizia così a concretizzarsi la richiesta dell'Anci di tenere insieme una duplice esigenza: superare la logica dell'emergenza, visto che le migrazioni sono un fenomeno globale stabile e strutturale; realizzare gradualmente un sistema di accoglienza regolare ed ordinato, salvaguardando il bisogno delle comunità – manifestato dai sindaci – di garantire controllo e integrazione sostenibile.

In 5 anni quintuplicati i richiedenti asilo accolti dalla rete Sprar, quasi la metà si inseriscono completamente nella società

Nel nostro Paese si rafforza la consapevolezza di un’accoglienza sostenibile che viene messa a sistema. Nelle strutture italiane sono ospitati in tutto 205mila migranti al 15 luglio 2017, continua a crescere il numero dei Comuni interessati all’accoglienza, che sono ormai il 40% del totale (3.231), e crescono i posti Sprar che, da 26mila, a fine anno potrebbero diventare 35mila. Contemporaneamente, diminuiscono le situazioni di criticità, anche grazie al lavoro operativo della cabina di regia Anci – ministero dell’Interno, istituita proprio al fine di accompagnare l’applicazione del piano di ripartizione.

Negli ultimi 5 anni, il numero dei migranti presenti nelle strutture di accoglienza è cresciuto costantemente, passando dalle 16.844 presenze del 2012 alle 188.084 nel 2016 (+1.017%).

Per quanto riguarda la sola accoglienza negli Sprar, tra il 2012 ed il 2016 il numero di persone accolte è quintuplicato, passando dalle 7.823 del 2012 alle 34.039 del 2016. L’accoglienza Sprar brilla inoltre rispetto al tasso di integrazione delle persone ospitate, che continua ad aumentare, mentre diminuisce di conseguenza il tempo di permanenza nelle strutture di accoglienza e aumentano dunque le persone che possono beneficiare dei progetti di integrazione. Nel corso del 2016, infatti, sono uscite dall’accoglienza complessivamente 12.171 persone. Di queste il 41,3% aveva concluso il proprio percorso di integrazione e di inserimento socio-economico: nel 2015 questa percentuale si fermava al 29,5%. E’ il segno evidente del successo nel percorso di integrazione che caratterizza l’accoglienza tramite il canale degli Sprar gestiti dai Comuni. E’ per questo motivo che gli oltre 34 mila beneficiari dei progetti Sprar non corrispondono ai posti disponibili (circa 26mila): i beneficiari restano in accoglienza nei centri Sprar per un periodo più breve, dando così la possibilità a più persone di usufruire dei servizi erogati dai progetti.

I numeri dell’accoglienza: nei Comuni toscani ed emiliano-romagnoli il più alto tasso di accoglienza diffusa. La rete diocesana ospita, da sola, oltre 23.000 persone

Dei 205mila migranti presenti nelle strutture di accoglienza al luglio 2017, 158.607 sono ospitati dai Centri di accoglienza straordinaria (Cas) e 31.313 dagli Sprar. Se in termini assoluti le Regioni più coinvolte nell’accoglienza sono Lombardia (13,2%) e Campania (9,3%), è in Toscana ed Emilia-Romagna che si è quasi pienamente realizzato il principio dell’accoglienza diffusa sostenuto dall’Anci e perseguito grazie agli accordi con il Viminale: in Toscana l’83% dei Comuni accoglie richiedenti asilo, in Emilia-Romagna il 78,1%.

A livello nazionale, l’accoglienza diffusa dello Sprar è presente inoltre nel 51,4% dei Comuni con meno di 5 mila abitanti. Altro apporto considerevole è quello della rete diocesana, che da sola accoglie 23.365 persone su tutto il territorio nazionale.

Minori stranieri non accompagnati: ancora criticità da risolvere

Un capitolo a parte merita il tema dei minori: al 25 ottobre 2017 sono sbarcati sulle nostre coste 14.579 minori (in tutto il 2016 erano stati 25.846). Il 93,2% sono minori soli. La maggior parte di essi proviene da Guinea, Costa d’Avorio, Bangladesh. Al 30 settembre 2017 sono 18.491 i minori stranieri non accompagnati presenti in Italia, accolti in 2.039 strutture. Rimangono ancora criticità legate soprattutto all’eccessiva durata della permanenza nei centri di prima accoglienza e all’esiguo numero di strutture dedicate e di posti nello Sprar, nonché alle difficoltà dei Comuni di attivare una presa in carico economicamente sostenibile. Nonostante ciò, anche nei confronti dell’accoglienza dei Msna è possibile misurare la sempre maggiore affermazione dell’accoglienza diffusa: se nel 2007 erano solo 36 i Comuni che si facevano carico del problema, nel 2016 si arriva a quota 500: merito anche dell’istituzione di un fondo nazionale voluto dall’Anci e dall’apertura, anch’essa ottenuta dall’Associazione, dei posti Sprar anche per i minori stranieri non accompagnati.

“La gestione dell'accoglienza – afferma il delegato Anci all’immigrazione Matteo Biffoni – è uno sforzo costante per le nostre comunità. Un’accoglienza sostenibile è l’unica strada per gestire sui territori gli arrivi dei richiedenti asilo. Per questo come Anci siamo sempre accanto ai sindaci per risolvere le criticità e per sostenere un’accoglienza diffusa. I passi avanti fatti sono notevoli, anche se resta ancora molto da fare: crescono i posti Sprar, aumenta il numero dei Comuni aderenti, il ministero dell’Interno ha varato un nuovo piano di ripartizione dando risposta alle richieste dei territori ed è stata messa a sistema la fondamentale collaborazione interistituzionale tra Comuni e Prefetture”. Stephane Jaquemet, Delegato UNHCR per il Sud Europa evidenzia che “Il numero di persone costrette a fuggire da conflitti e persecuzioni in tutto il mondo sta raggiungendo i 66 milioni, di questi il 51% sono bambini e bambine, che meritano un futuro lontano dalla guerra, dalla violenza, dallo sfruttamento e dalla paura. Per loro e per tutti gli altri rifugiati nel mondo è di fondamentale importanza che la comunità internazionale si impegni per garantire accoglienza e protezione, mentre si lavora alla risoluzione dei conflitti”.

“La situazione della protezione internazionale in Italia e in Europa – afferma il direttore generale di Migrantes Don Giovanni De Robertis– ha aspetti in bianco e nero ma a noi è sembrato importante fornire, oltre a un quadro normativo e statistico, anche la possibilità di ascoltare e incontrare dal vivo persone che vivono ogni giorno e spesso subiscono l’esperienza di ricerca di protezione e le contraddizioni ad essa collegate. Per questo nel concerto alla Basilica dei Santi XII Apostoli ascolteremo alcune testimonianze, sperando che grazie alla loro generosità diventi possibile una vera comprensione e, quindi, un vero incontro”.

“Il sentimento sempre più diffuso di ostilità ci preoccupa fortemente e deve farci interrogare anche sulla nostra effettiva capacità di costruire comunità e di alimentare e promuovere una cultura della solidarietà” afferma il direttore della Caritas italiana Don Francesco Soddu. “Come rete ecclesiale – aggiunge – i nostri sforzi si concentrano in questa direzione, sperimentando nuove forme di accoglienza con il coinvolgimento di strutture parrocchiali, diocesane e anche di nuclei familiari”.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.