Welfare

Cresce il numero dei minori in comunità

Da 22.975 a 32.185: tanto sono aumentati i minori che vivono in comunità fra il 31 dicembre 2014 e il 31 dicembre 2017, con un salto dallo 0,2% allo 0,3% sulla popolazione di riferimento. Aumentano i minori stranieri non accompagnati e i neomaggiorenni in prosieguo amministrativo. Il report dell'Autorità Garante

di Sara De Carli

Da 22.975 a 32.185: tanto sono aumentati i minori che vivono in comunità fra il 31 dicembre 2014 e il 31 dicembre 2017 (passando per i 29.692 del 31 dicembre 2016), secondo i report dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza. Nello specifico, fra il 2016 e il 2017 l’aumento è stato dell’8,4%. Il dato corrisponde allo 0,30% dei minorenni residenti in Italia: era lo 0,28% nel 2016 e lo 0,2% della popolazione minorile nel 2015.

Si tratta prevalentemente di maschi, di età compresa tra i 14 e i 17 anni (purtroppo il dato relativo all’età non è stato comunicato da tutte le procure minorili). Sono 4.027 le comunità presenti sul territorio italiano (erano 3.686 nel 2016), con un numero medio di ospiti per struttura che tra il 2016 e il 2017 passa da 8,1, a 7,9. La pubblicazione “La tutela dei minorenni in comunità. Terza raccolta dati sperimentale elaborata con le procure della Repubblica presso i tribunali per i minorenni”, contiene l’elaborazione dei dati sui minorenni accolti nelle strutture residenziali che fanno capo agli enti locali, vale a dire comunità familiari, comunità terapeutiche e strutture di accoglienza genitore/bambino. Sono escluse dalla rilevazione le comunità destinate alla prima accoglienza dei minori stranieri non accompagnati e quelle di pertinenza del Ministero della Giustizia per minorenni sottoposti a procedimento penale.

«In assenza di una banca dati nazionale che possa restituire una fotografia completa e aggiornata, questa rilevazione, svolta in via suppletiva per colmare una lacuna, può rappresentare un valido strumento per avere contezza della situazione dei minorenni ospiti delle strutture e comprendere quale sia il modo migliore per garantire loro diritti e tutele», dice la Garante, Filomena Albano. I dati sono stati forniti dalle 29 procure della Repubblica presso i tribunali per i minorenni. La ricerca, sia pure con limiti e disomogeneità, fornisce una fotografia quanto più aggiornata del fenomeno dei minorenni inseriti nel circuito di accoglienza, in attesa di un sistema di rilevazione permanente e urgente da parte dei soggetti competenti.

I numeri in sintesi

Più del 24% dei minori presenti in comunità sono nell’Italia insulare, con la Sicilia come regione con la percentuale più alta (21,4% nel 2016 e 21,8% nel 2017). I ragazzi sono prevalenti (61% nel 2016 e 60% nel 2017) e quasi due ospiti su tre hanno un’età compresa tra i 14 e i 17 anni (61,8% nel 2016 e 62,3% nel 2017), ma c’è anche un 6,8% di piccolissimi (0-2 anni). Cresce anche il numero dei neomaggiorenni presenti nelle strutture, che dai 1.846 del 2016 sono passati ai 2.617 del 2017 (+ 41,8%): non di rado la condizione che ha determinato il collocamento si protrae anche dopo il raggiungimento della maggiore età e in questi casi, per accompagnare i ragazzi verso l’autonomia, l’accoglienza può proseguire fino ai 21 anni attraverso l’utilizzo del ‘prosieguo amministrativo’. L’aumento del numero di ragazzi che, raggiunta la maggiore età non sono in grado di affrontare autonomamente l’ingresso nel mondo degli adulti, può essere imputabile a una carenza di risorse economiche che ostacola la possibilità di reperire un alloggio e di proseguire gli studi o i percorsi di formazione professionale.

Il 61% degli ospiti delle comunità presenti nel territorio italiano è di origine straniera. Fra di loro, la maggior parte è costituita dai minori stranieri non accompagnati (44% nel 2017): nel 2017 più della metà dei MSNA risiedeva in strutture della Sicilia (37,3%) e della Calabria (15,2%). Le strutture dell’Italia insulare e meridionale accolgono più del 65% dei MSNA, circa due minori su tre. Al fine di scongiurare l’eccessivo divario in termini di accoglienza l’Autorità garante ha più volte richiesto, con note istituzionali, una più equa distribuzione sul territorio nazionale. Il numero dei minori stranieri non accompagnati nelle comunità sale da 11.413 nel 2016 a 13.358 nel 2017.

Le criticità

  1. Benché le Linee di indirizzo per l’accoglienza nei servizi residenziali per minorenni, abbiano tentato di mettere ordine nella babele di denominazioni e categorie rinvenibili sul territorio nazionale, non vi è ancora una denominazione condivisa nelle regioni che permetta di individuare con chiarezza le peculiarità organizzative e strutturali dei servizi residenziali per minorenni. Tale criticità si riversa inevitabilmente sulla raccolta dei dati
  2. L’assenza di criteri minimi di qualità a livello nazionale rappresenta una delle principali problematiche della realtà dei minorenni inseriti nel sistema di accoglienza e da questa discende la disomogeneità fra le strutture esistenti sul territorio, in termini di numero di minori accolti, tipologie e livelli di professionalità offerti.
  3. Si è ancora in attesa dell’entrata a regime su tutto il territorio nazionale del sistema informativo nazionale sui bambini e gli adolescenti (SINBA), ad oggi ancora in fase di sperimentazione. Il sistema SINBA costituisce una componente del Casellario dell’Assistenza incardinato presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Si tratta di una banca dati relativa alle prestazioni sociali che vengono erogate dagli enti locali e ai relativi beneficiari. Le informazioni sono trasmesse, in forma anonimizzata, dagli enti locali all’INPS, che gestisce la banca dati per conto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Attualmente sta terminando il periodo di sperimentazione di dodici mesi e l’auspicio è che la banca dati entri a regime e si rendano così finalmente disponibili dati certi e continuativi.

Foto Unsplas

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