Non profit
Creativi e sommersi a caccia di un direttore
Una miriade di siti internet a carattere amatoriale rischiano di essere censurati a causa della legge sull'editoria
di Redazione
Lo sapevate che esiste un portale italiano dedicato al calcio, senza pubblicità e curato da giovani appassionati che farebbero invidia a tutti i commentatori, processi del lunedì e novantesimi minuti? E quel sito non ufficiale sugli U2 da cui scaricare miriadi di filmati, bootleg e registrazioni, lo avete sentito nominare? E la comunità virtuale di Linux, sistema operativo aperto che fa rodere il fegato a Bill Gates perché non costa, l’avete mai sentita?
Non solo Kataweb, insomma. E non solo CnnItalia o IlNuovo.it. La ragnatela globale pullula di regioni amatoriali da cui partono notizie e spunti per appassionati di ogni genere, il tutto senza fine di lucro. Webmaster e manager di se stessi che in queste ore aspettano – più attoniti che rassegnati – la censura. Perché, come sorpresi nel sonno dalla legge 62, si sono accorti di non avere “testate registrate” né un direttore giornalista, indispensabile per adempiere a questa che ormai non è più una pura formalità.
Qualcuno chiede come si fa la registrazione, altri si dichiarano fuori legge per sottolineare lo spirito burocratico di una legge che vuole incasellare ciò che di più antiburocratico esista. E poi chi si domanda se il suo sito può considerarsi informativo, anche se dedito alla cronaca del basket parrocchiale. Tanti, oltre un centinaio, hanno risposto all’iniziativa di Vita per gettare un salvagente a chi sta nel limbo: non vuole chiudere né ha i mezzi per registrarsi. Vita ha offerto il “noleggio” del bene più prezioso per le testate amatoriali: un direttore. E i visitatori di www.vita.it sono passati da tremila a cinquemila in un solo giorno.
Dagli Sos arrivati via e-mail emerge un sommerso che più creativo non si può. Come www.realsoccer.it , già citato portale calcistico disegnato con arte da un gruppo di amici che raccolgono opinioni di tifosi e le trasformano in articoli. E ancora, siti sulla medicina naturale (www.naturalia.net ), sui disturbi alimentari (www.dietologia.it ), sulla musica (www.rockitalia.com), sulla meteorologia in tempo reale. Fabio Campanella, per esempio, webmaster di www.meteosud.it, strabuzza gli occhi: «Cosa dovrei fare io? Iscrivermi all’albo dei supergiornalisti?». Silvia Carrassi, invece, che tiene in vita il ricco portale www.ladysilvia.net, fa notare come l’attività le sia costata «diversi milioni, fra ingegnerizzazione, materiali, registrazioni varie, oltre ai costi di provider, domini, affitto…». Nessun profitto per una comunità on-line che conta 70 mila utenti: «Non abbiamo i soldi per permetterci un direttore editoriale», aggiunge Silvia, «ma abbiamo una grande capacità produttiva, ora schiacciata da un potere politico inadeguato a gestire questioni tanto importanti». Meno diplomatici quelli di www.punkadeka.it, luogo d’incontro degli epigoni di Johnny Rotten & Co.: «Complimenti ancora una volta allo Stato italiano! Da oggi Punkadeka è stampa clandestina, punibile con la reclusione». Spaesatissima la free lance veneta Paola Fantin, anima di tg0cjb.net, : lei segue le conferenze stampa e va a caccia di notizie sul web «per fornire», scrive, «informazioni alternative non rintracciabili in altri media. Ma ora fatico a muovermi in questa baraonda on-line».
Altri angoli di Rete pieni di sorprese, le pagine sulle città, come www.pistoia.net«Internet è informazione», scrive la curatrice, Deborah, «è la sua essenza, come si può pensare a blocchi del genere?») e www.pescara2000.it. Ma la proposta di Vita ha scatenato anche qualche Don Chisciotte mediatico, come Riccardo Orioles, giornalista messinese, che si offre anche lui come direttore “a noleggio”, mentre il milanese Gianfranco Pierucci fa acutamente notare: «Bisognerebbe partire dalla legittimità costituzionale dell’Ordine dei giornalisti». Finché lo psicologo Giancarlo Pietri consiglia una lettura che porterà almeno una schiarita nella nebulosa normativa: Le leggi fondamentali della stupidità umana, di Carlo M. Cipolla.
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