Non profit

Creative Commons Italia: “Soldi pubblici = dominio pubblico”

Un'iniziativa che risponde alle sollecitazioni di alcuni parlamentari

di Giulio Leben

Nasce l’iniziativa “Scarichiamoli”, promossa da di Creative Commons Italia, dopo uno scambio di battute tra alcuni commoners (gli attivisti della lista cc.it) e l’esponente dei Verdi Maurizio Zammataro, stretto collaboratore del senatore digitale Fiorello Cortiana, che, in occasione della conferenza che ha lanciato le licenze Creative Commons italiane il 16 dicembre scorso, ha chiesto una collaborazione su un disegno di legge.

La risposta della lista non si è fatta attendere e potrebbe essere rissunta in: ciò che è finanziato con soldi pubblici deve essere di dominio pubblico. “I diritti patrimoniali d’autore e i diritti connessi relativi ad un’opera dell’ingegno” si legge nel comunicato di CC.it “dovrebbero estinguersi nel momento in cui l’opera viene prodotta/riprodotta grazie ad un finanziamento pubblico.”

la tesi è semplice: “Se lo Stato sovvenziona la produzione di un filmato, quel filmato sarà di pubblico dominio; se lo Stato paga un esecutore affinché esegua un brano musicale, l’esecutore non potrà vantare diritti connessi su quell’esecuzione”.

La presenza necessaria (vale a dire che, in assenza, l’opera non sarebbe stata prodotta o riprodotta) di un finanziamento da parte della collettività dovrebbe essere, secondo la proposta “causa di di estinzione dei diritti patrimoniali d’autore e dei diritti connessi.”

L’idea è quella di creare una gigantesca banca dati in cui rendere disponibili i Creative Commons: “Donare cultura, trasmettere liberamente il sapere e la conoscenza: questo è quello che la comunità di Internet e la società civile chiedono. Se questi sono interessi legittimi, allora lo Stato dovrebbe tutelarli. I mezzi ci sono: da Internet al digitale terrestre.

La presenza di questo database permetterebbe a chiunque di “scaricare musica (pensate allo straordinario patrimonio culturale rappresentato dalla musica classica), scritti, immagini e qualsiasi altra opera dell’ingegno i cui diritti patrimoniali d’autore siano estinti e su cui non vi siano diritti connessi.”

Tutto questo va contro gli interessi di chi ancora trae profitto da ciò che è ormai patrimonio dell’umanità. I firmatari di questo appello sono troppo deboli per opporsi a questi interessi, e rivolgono le loro richieste alle Istituzioni ed ai rappresentanti dei cittadini presso gli organi del parlamento.

Maggiori informazioni:

  • www.creativecommons.it
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