Welfare

Creare impresa in carcere per preparare il futuro

Una realtà nata da un invito del cardinale Carlo Maria Martini raccolto da Caritas Ambrosiana, Compagnia delle Opere -Fis e Fondazione Exodus (di Andrea Della Bella).

di Redazione

Redimere chi è finito in carcere non rientra tra le competenze del Consorzio Nova Spes, realtà che opera in quasi tutte le case circondariali lombarde e che, nel 1988, come l?araba fenice, è rinato dalle proprie ceneri raccogliendo l?input del cardinale Carlo Maria Martini. Un invito raccolto da realtà quali Caritas Ambrosiana, Compagnia delle Opere – Federazione Impresa sociale e Fondazione Exodus. Questi i soggetti sociali che sei anni fa hanno iniziato a lavorare per non disperdere il patrimonio della Spes spa, società della Regione Lombardia che si occupava di lavoro nelle carceri. Da lì il Consorzio Nova Spes ha iniziato a scrivere un nuovo capitolo coniugando la razionalizzazione dei processi produttivi e d?impresa con la messa in campo di un progetto sociale nelle carceri. Una sfida vinta visto che il gruppo non solo ha saputo dare attenzione alla persona in carcere, offrendole un aiuto nel difficile processo di conquista dell?autonomia e responsabilità avviandone così il reinserimento sociale, ma ha anche garantito produzione e qualità, come attesta la certificazione Iso 2000. «Ma per fare ciò non bisogna attendere il momento in cui il soggetto torna in libertà», spiega Riccardo Rebuzzini del Consorzio Nova Spes. «La creazione di impresa nelle carceri ha la finalità principale di accompagnare i detenuti alla costruzione di una nuova autonomia dell?individuo». Ma gli operatori del consorzio sanno bene che se da un lato il lavoro nobilita, dall?altro può essere un mezzo non sufficiente a centrare l?obiettivo. Per questo hanno introdotto la formula del 4 + 1: un mix composto da quattro giorni di lavoro seguiti da una giornata di formazione. «L?attività principale svolta da quasi 150 detenuti (di questi una trentina usufruisce di forme di carcerazione alternativa) è il trattamento di dati. Ci occupiamo di trasferire documenti o archivi cartacei su supporto informatico». «Il lavoro però non deve essere la nostra unica finalità», continua Rebuzzini. «Il carcere contribuisce ad abbassare se non azzerare il livello di responsabilità dei detenuti, l?attività lavorativa invece lo rimette in gioco in termini di tempistica e mansioni da rispettare, avviando così di fatto anche un percorso di riprogettazione del futuro del carcerato». Processi non semplici tanto che c?è anche chi non ce la fa o chi, dopo anni di detenzione, torna a delinquere. «Se riuscissimo a ottenere il 100% dei risultati, meriteremmo il Nobel per l?economia per aver costruito un?impresa con gente che è stata allontanata dai circuiti imprenditoriali. La nostra percentuale di successo supera il 50%. Confortanti anche i dati dell?amministrazione penitenziaria», spiega Rebuzzini. «Chi riesce a mantenere il lavoro nel primo anno post detenzione, abbassa del 60% le possibilità di rientrare nel circuito delinquenziale. Ma perché ciò possa accadere l?approccio al lavoro deve iniziare in carcere». Il Consorzio, oltre all?elaborazione informatica, ha attivato servizi di pulizia e assemblaggio. Il comparto principale resta però quello informatico e la gestione fisica dei documenti i quali vengono catalogati e riordinati in un capanno di Peschiera Borromeo. In questo campo la Nova Spes ha saputo diventare una realtà nazionale, sviluppando dietro le sbarre non solo capacità imprenditoriali, ma anche professionali. «Una volta liberi sappiamo che non è facile trovare lavoro, ma così è più semplice», conclude. «Lavorare in carcere permette di attivare contatti e conoscenze che possano rivelarsi poi utili per trovare una sistemazione».

Andrea Della Bella

Info: Consorzio Nova Spes onlus via Montecuccoli 21/a – Milano fax: 02.48371941 consnovaspes.dir@tiscali.it Fondata nel 1998 Presidente: Walter Izzo

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